Capitolo 1

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La vita è un continuo susseguirsi di scelte. Lo penso da una vita ormai e penso anche di essere totalmente incapace di prendere la strada giusta. Avrei un milione di esempi da riportare per contestualizzare la mia tesi ma, per il mio bene, preferisco non soffermarmi troppo.

Ho scelto il male. Ho scelto lei e la sua vita imprevedibile. Ho scelto il pericolo.

Ogni cellula del mio corpo mi diceva di non accettare la sua proposta ma per un motivo del tutto inspiegabile ho acconsentito senza nemmeno porre molta resistenza. Senza chiedermi se fosse giusto. Se fosse prudente. Se fosse saggio.

Sfrecciamo sulla sua auto appena verniciata nera opaco, sicuramente rubata da qualche parte, sulla strada principale. Il vento tra i capelli sciolti ribelli e la musica ad alto volume. Mi volto per sbirciarla e la vedo tenere il volante con una mano, mentre l'altro braccio è sporto fuori dal finestrino tenendo tra le dita esili la sua solita sigaretta. Non mi guarda ma sa perfettamente che ha gli occhi puntati addosso "Non dirmi che ci hai ripensato"

No. Affatto. Non mi pento assolutamente di questa decisione ed è forse proprio questo il problema "Sono appena salita su questa giostra, non intendo scendere" ride di gusto e io non posso fare a meno di sentirmi totalmente libera, leggera e spensierata come non facevo da troppo tempo "Dove andiamo?"

"Ti fidi di me?" Odio quando mi risponde con una domanda.

"Dovrei?" Le chiedo a mia volta.

Fa un sospiro dove butta fuori il fumo di sigaretta e mi sorride divertita senza staccare gli occhi dalla strada "Penso che adesso non hai molta scelta, Biondina, non credi?!"

"Se.. e ripeto se deciderò di fidarmi di te.. te lo farò sapere" punto gli occhi sull'orizzonte "Dove siamo dirette?"

"Non me lo renderai facile vero, Rubia?" È chiaro che sta pensando che forse coinvolgermi non è stata un'idea brillante. Lo pensiamo entrambe.

"Non l'ho mai fatto e non inizierò ora" rido e lei con me, siamo un tale casino ma non possiamo negare il fatto che in qualche modo c'è una connessione strana fra di noi. Ci divertiamo.

"Non abbiamo una casa. Il buco in cui dormi è tremendo.." finalmente si volta per incontrare il mio sguardo ".. sì lo so bene dove abiti. Con il tuo stipendio di merda non hai trovato niente di peggio?"

Incrocio le braccia al petto, un po' colpita dalle sue critiche molto poco costruttive "Sono proprio curiosa di vedere che cosa sai fare tu senza lo stipendio"

"Ah Bionda.. non imparerai mai" ride scuotendo la testa e incrocia nuovamente il mio sguardo "A me non serve uno stipendio"

Decido di demordere, sono assolutamente sicura che presto mi sbatterà tutte le risposte in faccia con la sua solita supponenza. Si tratta solo di saper aspettare.

Ormai il sole sta per calare del tutto, dipendendo d'arancione vivo ogni cosa che ci circonda. Zulema svolta a destra in una strada sterrata nel bosco fitto che non avevo assolutamente visto. Percorre una trentina di metri sullo sterrato e poi il bosco si apre davanti a noi in una piccola piazza con al centro un laghetto limpido. Sulla sinistra una caravana. Ferma l'auto di colpo e spegne il motore. Scendiamo e resto a guardare questo posto lontano dal mondo civile che, nella sua decadenza generale, assomiglia a un piccolo angolo di paradiso. Chiudo la portiera e faccio un paio di passi per ammirare il tutto. La caravana sta in piedi a stento e sono curiosa di sapere se riesce a reggere in caso di pioggia, anzi forse è meglio non saperlo. Ma anche se non è un hotel a cinque stelle, anche se non è vicino alla via principale di Madrid.. non potrebbe essere più perfetta.

"Qua ci starebbe benissimo un avevi ragione" la sua voce roca interrompe i miei pensieri. Sorrido abbassando appena lo sguardo.

"Può andare" ed è il meglio c he posso tirare fuori. Mi volto e incontro il suo sguardo, per la prima volta non so leggerlo. Non so cosa stia accadendo e non so che cosa ci faccio qui ma devo assolutamente tenere a mente chi è Zulema: una traditrice assassina egoista con la quale sono in affari. Nulla di più, nulla di meno. "Però niente animali domestici. Non voglio legami. Non voglio essere incatenata a te più del necessario" mi avvicino alla caravana, aumentando il più possibile le distanze fra di noi "E niente scorpioni.. che ti conosco"

La caravana è ancora più carina vista da vicino, di certo molto vissuta e di terza, forse quarta, mano. Faccio i primi due scalini e metto la mano sulla maniglia per aprirla "Sarà difficile entrare senza le chiavi.. a meno che tu non voglia sfondare la porta" non mi ero resa conto che si è avvicinata. Mi sorpassa e infila le chiavi nella serratura, apre ed entra per prima "Benvenuta Rubia" annuncia con tono teatrale, entro lentamente e mi guardo intorno. A destra un piccolo cucinino e un tavolino. A sinistra un letto matrimoniale. Lei mi anticipa "Dormiremo insieme.. metteremo un cuscino in mezzo se necessario" fa tanto.. A letto con il nemico.

Annuisco disinteressata "Non vedo il problema" la verità è che non lo vedo ancora il problema.

"Bisogna fare la spesa.. e con questo intendo che la devi fare tu. A me non piace. Lì c'è il bagno. È tutto" riassume in breve con tono scocciato e superficiale, poi esce e si siede su un gradino per accendersi un'altra sigaretta.

"E con questo intendo che se non vado.. saltiamo la cena" le chiedo sulla soglia.

"Sei perspicace, biondina" mi prende in giro. Si volta e mi lancia le chiavi dell'auto "Non rigarmela"

Serro la mascella per non risponderle, ha sempre questa maledetta mania di mettersi al comando. Non sono la sua serva. Ma visto il suo sforzo per essere venuta da me e aver rimediato un rifugio decente, scelgo solo per questa volta di lasciar correre.
Con un balzo scendo dalla caravana "Prosegui sulla principale per una decina di chilometri e trovi il primo paesino.. non sarà difficile"

Mi fermo e mi volto per incrociare il suo sguardo divertito "Ci penso io, tranquilla"

Nemmeno due ore dopo e rientro con le borse della spesa questa te la faccio pagare, stronzetta. Entro e la trovo sdraiata sul letto a leggere un libro "Ci hai messo una vita! Ti sei forse persa?" Rido, ma non per la sua battuta del cazzo, svuoto le buste della spesa e mi metto ai fornelli "Sono peperoni quelli?! A me fanno schifo!"

Faccio spallucce senza guardarla in faccia "Lo so bene, è per questo che li sto cucinando"

La vedo con la coda dell'occhio ridere scuotendo la testa incredula. Afferra dalla busta della spesa una delle mele verdi che ho comprato "Carina.. questa è davvero carina, lo ammetto" mi si affianca sventolando la mela addentata "Ma non sei così malvagia come vorresti altrimenti non mi avresti preso queste"

"Chi ti dice che l'ho fatto per questo?" mi volto e la osservo.

"Perché in dieci anni di carcere non ti ho mai visto mangiarne una... Buon appetito, Bionda" mi dà una pacca sulla spalla e poi torna a leggere sul letto.

Questa convivenza sarà forse più difficile di quanto avessi pensato.

Due cuori e una caravana Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora