Capitolo 15

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Mi sveglio e la luce del giorno illumina la caravana. Allungo il braccio nella sua direzione e non la trovo.

Non sarà accaduto nulla

Apro gli occhi, svegliandomi completamente, con queste quattro parole scolpite in testa insieme a un miliardo di immagini che tendono a contraddirla in ogni modo possibile. Sono ancora nuda. Mi alzo coprendomi con il lenzuolo bianco. Lei non c'è. Sarà uscita e tornerà. Non toccheremo l'argomento. La cosa è destinata ad essere sepolta in un angolino sperduto delle nostre memorie. Daremo colpa all'alcol, alla droga e a un momento di debolezza. Diremo la solita montagna di cazzate e ci andrà bene così perché affrontare la realtà sarebbe tremendamente più difficile. Vado in bagno, sul corpo ho i segni del suo passaggio, i lividi di tutta quella passione e i capelli da post sesso sfrenato. Mi ci vuole un'ora per fare in modo che tutto questo sparisca. Perché se non lo vedo allora non è mai esistito. Mi affaccio e la vedo seduta davanti al lago, preparo due tazze di caffè e la raggiungo con una naturalezza un po' forzata.

"Buongiorno" faccio una pausa e lei gira a guardarmi "Tieni" le passo la tazza.

"Grazie, Bionda" due parole e stop.

"Senti.. stanotte.." mi appresto a dire "È stato un errore"

Mi rivolge finalmente lo sguardo "Il sesso fra donne è sopravvalutato"

Ma come cazzo ti permetti? Sopravvalutato cosa?! Bugiarda di merda.. Rido "Beh è normale che tu fossi impacciata.. era la tua prima volta" impacciata un cazzo penso ma non lo ammetterò mai ad alta voce.

Serra la mascella in una smorfia per non dover rispondere. Sto per rientrare quando lei mi blocca continuando a parlare "Comunque.. ho pensato a quale potrebbe essere il nostro prossimo colpo"

"Ottimo" Faccio scontrare le tazze per brindare "Più tardi me lo spieghi"

Passiamo l'intera giornata ignorandoci. Interagiamo rispondendo con monosillabi dal tono scocciato. Aver superato quel limite non ci ha di certo agevolato nel nostro rapporto, anzi.. se prima avevamo trovato un minimo di sintonia, adesso l'abbiamo distrutta completamente. La voglia di respingere l'altra, insieme a tutte le sensazioni che fanno da cornice, è troppo forte. Presto cala sera e io non ho idea di come potrei andare a dormire con lei dopo.. beh dopo ieri notte.

Esce dal bagno vestita più curata del solito e so perfettamente cosa vuole fare "Dove vai?" Le chiedo pur sapendo già la risposta.

"Non sono affari tuoi" mi risponde senza nemmeno guardarmi in faccia.

"Domani dobbiamo studiare per il colpo" le ricordo incrociando le braccia al petto.

"Lo so perfettamente, l'ho ideato io" alza le spalle afferrando la gialla di pelle e indossandola.

"E quindi?" Le chiedo con un tono di voce leggermente incrinato dal nervoso.

"E quindi ho bisogno di svagarmi" Sta andando al locale, da sola, si troverà la preda della serata e si svagherà in mille modi diversi e tornerà a casa con l'odore addosso di qualcun'altro. E a me va bene, deve andare bene per forza. Si volta per incrociare il mio sguardo "Hai qualcosa in contrario?"

"Suppongo di no" le rispondo gelida.

Mi volto verso il lavello e inizio a lavare i piatti per non doverla guardare in faccia "Ottimo, non aspettarmi alzata" la sento dire alle mie spalle.

"Fottiti" mi scappa, dovevo solo pensarlo e invece l'ho detto.. spero solo che il rumore che sto facendo abbia coperto la mia voce.

"Scusami!?" Mi chiede lei irritata.

Mi volto e la guarda in faccia, con un sorriso falso le scandisco bene le parole "Ho detto: divertiti"

Finisco di pulire tutto e poi mi sdraio sul letto, da sola in questa scatola non riesco a stare. Vengo assalita dai miei stessi pensieri e questo non va mai bene. Cerco di distrarmi con la musica alla radio o guardando quale stupido programma ma la sua assenza mi tormenta ma non quanto la mia immaginazione che è direttamente connessa con quello che starà facendo. Non so cosa mi stia succedendo, non so perché stia provando tutto questo e non so perché ci tengo tanto ma mi è chiaro oramai che non posso impedirlo ed è un bel problema irrisolvibile. Lei non è come me e credo sia abbastanza chiaro ormai che tutto sia un gioco, alla prima occasione ha voluto sottolineare che davvero non c'è stato nulla. Vorrei essere insensibile come lei. Cerco di esserlo, passo la maggior parte del tempo a fingere di esserlo ma la verità è che tutto alla fine mi tocca dentro. Lei ha fatto letteralmente irruzione nelle mie mura e adesso sbatterla fuori mi sta costando molte energie.

A mezzanotte circa mi metto sotto le coperte per dormire ma, aopena chiudo gli occhi, lampi e fulmini preannunciano un terribile temporale.

Dopo due ore di pioggia forte, e quindi per me di vera tortura, incessante la porta della caravana si apre. Non mi alzo per controllare, non ne ho bisogno, il suo profumo mi raggiunge immediatamente.

Lei si rende conto dopo poco che sono ancora sveglia "Ti avevo detto di non aspettarmi" mi dice severa, pensa davvero che starei sveglia a controllarla? No. Non lo farei mai.

"Il temporale" rispondo semplicemente dandole le spalle.

"..stai bene?" Mi chiede con un filo di preoccupazione nella voce che non penso fosse realmente intenzionale.

"Non fare finta che ti importi" rispondo glaciale.

"Mi importa perché se ho un terremoto nel mio letto che non mi lascia dormire voglio saperlo" la sua voce da persona super partes mi infastidisce dentro in maniera indescrivibile.

"Stenditi sulla sdraio fuori, così risolvi il problema" la invito letteralmente a dormire sotto il diluvio, sarebbe incredibilmente gratificante per me.

"Dubito che basti quello" commenta a bassa voce mentre si sdraia accanto a me.

"Ti ho sentita" continuo a darle la schiena.

"Non me ne frega un cazzo" dice acida come poche volte l'ho sentita nella vita.

Questo mi fa girare e guardarla negli occhi. È stata nel locale, con qualcun'altro, e adesso ha intenzione di dormire con me? Ma la vera domanda è perché mi dà così fastidio se l'abbiamo già fatto così tante volte? "Almeno potresti farti una doccia"

"Non ho fatto nulla, Macarena" me lo dice serissima mentre con lo sguardo mi scruta l'anima.

"Non te l'ho chiesto" rispondo serrando la mascella in una morfina di nervoso e sofferenza emotiva.

"Non ad alta voce.." puntualizza ma poi capisce perfettamente quello che mi passa per la testa "..ma poco importa perché nemmeno mi credi"

"Ma tu come.." fai a sapere cosa penso?

"Sei un libro aperto per me" il suo sguardo non riesco proprio a decifrarlo. Siamo entrambe nervose, arrabbiate, tese e serie. Eppure anche in questo stato di negatività mi potrei perdere nei suoi occhi che non si staccano dai miei.

"Vorrei poter dire lo stesso" commento a bassa voce e poi mi rimetto nella posizione di prima, torno a darle le spalle convinta che respingerla sia davvero la soluzione migliore a tutta questa situazione che continua a complicarsi sempre di più. La sento sistemarsi meglio al mio fianco ma comunque mantenendo maggiore distanza possibile da me e dal mio corpo.

Sono sollevata dal fatto che mantiene le distanze, non saprei proprio come potrei reagire se mi sfiorasse.. potrei davvero scattare di rabbia per ciò che mi tormenta o, peggio ancora, potrei assecondarla.

Due cuori e una caravana Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora