Capitolo 29

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Entro nel bar più vicino che trovo e mi scrollo da dosso la pioggia. Ho i capelli fradici come se fossi appena uscita dalla doccia. Li raccolgo in uno chignon improvvisato e lascio che la frangia cada sbarazzina sulla fronte. Il locale è abbastanza pieno, caldo e accogliente. Mi siedo al bancone e ordino un caffè forte.
La commessa molto carina e gentile me lo porta immediatamente, le mani a contatto con la tazza calda sono un sollievo. Mi isolo dal resto del mondo.

Sono innamorata di lei e non è una cotta passeggera, io la amo. Non riesco a togliermela dalla testa. Non riesco a smettere di pensarla. Sono fottuta.

Mi chiedo come ho fatto ad arrivare a questo, come ho potuto non vedere in cosa mi stavo cacciando e perché sono così stupida ma so che non avrò mai le risposte che cerco.

Sento la porta aprirsi alle mie spalle e un profumo, il suo profumo, mi raggiunge. Mi volto confusa e la vedo. Inzuppata quanto lo sono io, guardarmi con stupore. Siamo uscite perché casa nostra è piena zeppa di ricordi e siamo finite nello stesso insignificante bar da quattro soldi.  Alzo lo sguardo e torno nella posizione di prima. Si siede accanto a me, è ancora incazzata  e io so già che se ritorneremo sull'argomento litigheremo ancora, non possiamo farne a meno.

"Non avevi altri bar dove andare?" Mi chiede nervosa cercando di mantenere un tono normale.

"È il primo che ho trovato" rispondo con la mascella contratta dalla rabbia "Sono arrivata per prima quindi non sono io quella che deve andarsene" aggiungo prima che lei possa dirmi la stessa cosa trovando un'altra scusa.

Ride di una risata amara e sento i suoi occhi su di me "Non riusciamo a non litigare" lo dice con un certo rammarico.

"Non sono io quella che incomincia" le ricordo bevendo un sorso di caffè.

"Ma sei quella che finisce" e ha ragione. Non riesco mai a concludere una discussione senza andarmene.

Migliaia di ricordi mi si palesano davanti, ricordi della nostra vita insieme negli ultimi anni "Sta andando tutto male" scuoto la testa tenendola bassa.

"C'è qualcosa che non mi dici?" Si riferisce alla discussione rimasta a metà. Si sta riferendo all'unica cosa che non voglio dirle. Non voglio che lo sappia. Non voglio che mi senta dire che la amo. Non merita questo privilegio e io non merito di essere schiacciata da lei per questo.

Non reggo il suo sguardo "Non lo vuoi davvero sapere" le sussurro, ne sono sicura. Chiede ma non vuole la reale risposta.

Ma lei non ha bisogno che glielo dica, ha capito e, se non ha proprio capito il reale problema, comunque sa che sono troppo coinvolta "Pensavo che avessimo un accordo.. niente sentimenti" me lo dice come se fosse possibile, come se lei riuscisse perfettamente a mantenere la sua parte e fossi io il problema.

"Evidentemente.. non ci sono riuscita" alzo lo sguardo e incontro il suo. Non ho più nulla da perdere e so che a seconda di come andrà a finire questa conversazione tutto verrà deciso. per come la vedo io può andare in due modi: finiamo a letto insieme o qualcuno farà le valigie e sono sicura che sarei io "Faccio di tutto per allontanarmi ma il mio cuore non me lo permette. Ma so, che finché non mi lascerai entrare, non c'è alcuna possibilità.. mi schiacceresti. Lo hai già fatto" il mio sguardo è perso nel suo, sussurro piano perché ho paura delle mie stesse parole "Hai il potere di ferirmi più di chiunque altro, la cosa mi spaventa ma nonostante tutto.. io sono qui" alzo leggermente le spalle, rassegnata al fatto che ormai il nostro passato è un capitolo chiuso "Ma tu non fai nemmeno mezzo passo nella mia direzione. Come può andare peggio di così?" Sento le lacrime salire e la mia vista si offusca.

"Non andiamo bene insieme" mi ricorda seria e decisa come ogni volta che tocchiamo l'argomento.

"Non potrei essere più d'accordo" le confermo annuendo e torno al mio caffè.

"Forse dovremmo prenderci una pausa, schiarirci le idee.. trovare qualche distrazione" mi dice senza alcuna intonazione. Mi guarda e poi guarda l'orologio a muro davanti a noi "Fra due ore Michael sarà al locale.. Buona serata, Macarena"

Rido appena, incredula delle sue parole "Nonostante quello che ti ho detto, mi spingi tra le braccia di un altro" penso ad alta voce e i miei occhi si scontrano con i suoi "..pensi davvero che così si possa risolvere tutto?" scuoto la testa sempre più delusa e ferita "È una cosa che dovevo aspettarmi suppongo.. dal momento che non hai la minima idea di cosa sia un rapporto umano" incrocio il suo sguardo un'ultima volta. Afferro i contanti che tengo in tasca e pago il conto "Non vado al locale. Vado a casa. Non farti trovare per la prossima ora, voglio raccogliere le mie cose e andarmene.. non posso più continuare così" non aspetto nemmeno che mi risponda ed esco.

Ha smesso di piovere ma non importa.. c'è una tormenta di lacrime che scende lungo il mio viso.

Rientro e lei non c'è. Per una volta ha assecondato la mia richiesta e ne sono sollevata, non riesco più a stare accanto a lei sapendo tutto quanto e non posso più vivere qui perché è pieno zeppo di ricordi di noi. Prendo il borsone del mio armadio e lo riempio della mia roba, non ci sta tutto e sono costretta a fare una scelta. Finisco di fare la valigia in una mezz'oretta quando si riapre la porta e me la ritrovo davanti "Scusa pensavo.."

"Ho quasi fatto" la informo tornando a gestire la mia roba.

Resta in silenzio qualche secondo "..sei sicura?" Mi chiede restando sulla porta.

"Assolutamente sì" non la guardo, mi farebbe cambiare idea in mezzo secondo se lo facessi, ma non voglio che abbia questo controllo su di me.

"E gli affari?" Non mi servono, non mi servivano nemmeno prima.

"Non me ne frega un cazzo degli affari .. è da un po' che è così" penso ad alta voce.

"Allora perché sei rimasta?" Fa un passo nella mia direzione. Mi metto la sacca sulla spalla. Davvero non ha capito nulla? È più stupida di quello che pensavo.

"Perché sono un'idiota" per lei, sono rimasta per lei. La sorpasso senza degnarla di ulteriori sguardi  “Addio Zulema”

Non so se fa più male..

pensare che vorrei restare ma so che per il mio bene devo andarmene

o

pensare che lei vorrebbe che restassi  ma sa che per il mio bene deve lasciarmi andare.

Due cuori e una caravana Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora