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Novembre 2011

Evan

La festa del Ringraziamento dopo tutto è uno degli eventi annuali che apprezzo di più. Peter, come sempre, è stato invitato dalla mamma e come sempre sono il designato speciale per il passaggio.

Nonostante l'assenza della nonna nella roulette, ovunque qui dentro si respira un'aria di casa e bellezza. La donna sin da subito ha provato a dare l'affetto sincero e il calore umano di cui Peter aveva bisogno, ricucendo con estrema delicatezza le cicatrici aperte lasciate dalla mancanza di quell'amore.

Lo spazio all'interno di questa angusta dimora è organizzato nel dettaglio, cercando di sfruttare ogni centimetro libero. Peter riposa nel soggiorno, mentre l'unica stanza presente è a disposizione della nonna e delle sue necessità. Le pareti sono ricoperte di pitture di paesaggi naturali, poche fotografie e numerosi disegni del moro, per lo più esperimenti e studi su carta. La sua creatività riesce sempre a sorprendermi, ho letto da qualche parte che il dolore e l'arte, due concetti apparentemente distanti ed opposti, sono strettamente legati tra loro.

L'arte trasmette un senso di pace e placa i tormenti e Il dolore, al contrario, li provoca.

Secondo il poeta francese Baudelaire, le forme artistiche costituiscono addirittura quei pochi modi per sfuggire al dolore, al malessere esistenziale che attanaglia l'uomo e lo incatena al male.

Fuori dall'abitazione vi è una piccola e curata veranda con delle piante disposte sui lati, le quali rappresentano, invece, la vera passione di nonna June.

Da bambini io e Peter, spesso, ci sedevamo osservando con il naso all'insù la volta celeste, cercando di svelarne i segreti profondi nel silenzio della sera. Il mio amico conosceva i nomi di alcune stelle ed era attratto dalle leggende ad esse associate.

Un ricordo affiora improvvisamente e la mia mente ritorna a quella sera in cui io e lui eravamo distesi sotto il cielo notturno e buio di quell'estate, qualche mese dopo il suo trasferimento dalla nonna.

«Evan, osserva il mio dito... quella che vedi è la costellazione della Lira e la stella più luminosa si chiama Vega»

«È davvero brillante.» ne rimango subito affascinato.

«C'è una leggenda giapponese, se non sbaglio, che la riguarda... insieme all'altra stella Altair, separate dalla Via Lattea. Un amore impossibile e tragico, ma estremamente romantico» confessa.

«Raccontamela, ti prego...» lo supplico e così mi accontenta.

«Tentei, il Re del Cielo, aveva una figlia chiamata Orihime, ovvero Vega, che era un'abile tessitrice. La ragazza trascorreva le sue giornate lungo la sponda di un fiume, la Via Lattea, tessendo bellissime stoffe che suo padre amava tanto. S'impegnava duramente per accontentare il Re, ma non era felice perché il lavoro le impediva di trovare l'amore.

Preoccupato per sua figlia, Tentei le concesse allora di incontrare un giovane mandriano chiamato Hikoboshi, Altair, che portava ogni giorno i suoi buoi al pascolo dall'altro lato del fiume.

L'incontro tra i due fu fatale: si innamorano al primo colpo e ben presto coronarono il loro sogno d'amore sposandosi.

Questa passione, però, li distrasse dai loro compiti, e fu così che Orihime smise di creare i suoi bellissimi tessuti e i buoi di Hikoboshi erano ormai allo sbaraglio.

La collera di Tentei non si fece attendere a lungo, il Re del cielo decise di separare di nuovo i due amanti ognuno su una sponda del fiume e proibì loro di vedersi. La punizione di Tentei gettò la giovane nello sconforto per aver perduto il suo amato, afflitta che non faceva altro che implorare suo padre di farle rivedere l'amato Hikoboshi.

Me in Your AbsenceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora