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Los Angeles, oggi

«Scusami, hai una sigaretta da darmi?» domando a uno dei ragazzi che ha consegnato i fiori ed è intento ad allestire il giardino insieme agli altri.

Oggi il sole è alto e scalda le ossa, ma non il mio cuore. Quello è avvolto da una fitta nebbia grigia.

«Sì, certo. Tieni.» mi porge un pacchetto di Lucky Strike.

«Oh, Grazie. Mi hai salvata.» per affrontare la chiamata che sto per fare ho bisogno di distendere i nervi, non sarà affatto piacevole. Non mi sono comportata bene.

Soffio fuori il fumo, una nuvoletta esce dalle labbra e si disperde nell'aria, rimango a fissarla come se dovesse rivelarmi qualcosa.

Ma non vengo colpita da nessuna intuizione o stratagemma per evitare l'inevitabile.

Il cellulare squilla e così anche il mio cuore decide di andare allo stesso ritmo.

Rispondi, rispondi, rispondi... ti prego.

«Ehi. Finalmente.» emetto un sospiro di sollievo, in fondo non sembra così arrabbiato.

«Ciao.»

«Sei sparita da giorni, Kate.»

«Sì, perdonami. Non ci ho capito più nulla.» Abbasso lo sguardo colpevole, anche se lui non può vedermi.

«Già. L'ho notato...»

«Senti...» fa ancora una lunga pausa, cercando di trovare il coraggio di pronunciare la ramanzina successiva.

«So che stai soffrendo. Sono anni che ti torturi per questa situazione, che ti preoccupi. Ne hai passate tante, insieme alla tua famiglia. E ho sempre cercato di starti vicina. Però Kate, stavolta...» una lacrima mi solca la guancia.

Lo so. Dannazione, è tutto vero.

«Stavolta mi hai escluso. Mi hai rilegato in angolo, come se non potessi comprendere, come se non fossi degno di starti vicino. Cavoli, Kate! Mi ha fatto male.»

«Lo so, scusami.» singhiozzo forte e con una mano cerco di soffocare questo rumore.

Mi sento così piccola in questo momento, è solo che nessuno mi ha dato un libretto di istruzioni su come fare.

Anche se sono sempre stata preparata al peggio, speravo che questo giorno non sarebbe mai arrivato.

Le relazioni sono complicate, eppure, la nostra non è mai stata un ostacolo, da quando è cominciata mi sono sentita al sicuro, in questi anni mi ha donato la tanto ambita serenità.

Ma...

In questi giorni qualcosa si è riacceso dentro di me e, anche se so che non sarà più possibile, si è fatta strada la consapevolezza che quel tipo di amore l'ho provato una sola volta nella vita e sarà difficile eguagliarlo.

Un'amara rivelazione, però questi giorni sono stati chiarificatori.

«Kate. Ci sei?» la sua voce mi riporta alla realtà.

«Sì.»

«Vorrei stare vicino alla mia ragazza oggi, me lo permetterai?»

«Certo.» Che idiota che sono stata. «Ti aspetto.»

«Molto bene, allora sarò lì tra un paio d'ore. Prima devo chiudere una questione di lavoro. Okay?»

«Va bene. Andrew...»

«Dimmi.»

«Grazie.»

«A dopo, piccola.»

Chiudo la chiamata e così butto anche la sigaretta che lentamente si è spenta in mano.

Andrew è entrato nella mia vita quando avevo smesso di credere nell'amore, dopo l'ennesima delusione. Eppure, non so ancora come, quel ragazzo brillante e dallo sguardo gentile ha fatto breccia piano piano nella mia corazza.

«L'hai sentito?» John mi raggiunge fuori mentre stiracchia le braccia e chiude un occhio, infastidito dalla luce del sole. La scorsa notte ci abbiamo proprio dato dentro con l'alcol se ancora non ci siamo ripresi del tutto.

«Sì.»

«Era ora. Aveva chiamato persino me. Poverino.»

Andrew è stato un compagno di college di John, quando lui partì mi sentivo particolarmente sola e vulnerabile perciò ci avvicinammo. Anche se devo ammettere che non cedetti subito alle sue avances, il poveretto dovette penare per diversi mesi prima che mi decidessi e darci una chance.

«Ha detto che tra un paio d'ora sarà qui.»

«Un ragazzo come lui è raro. Lo sai questo, vero?» annuisco con la testa e sorridiamo. Ne sono pienamente consapevole.

Da quando ho ricevuto la notizia sono scomparsa, ho preso l'indispensabile e ho raggiunto casa della mamma senza dare nessuna spiegazione al mio compagno e convivente.

Non un messaggio, una chiamata, un bigliettino. Ha saputo dell'accaduto solo una volta letta la notizia sulla chat di gruppo di amici.

Sono una pessima fidanzata, me ne rendo conto.

Sono stata egoista.

Avevo bisogno di fare silenzio, provare a rivivere dentro di me ciò che non potrà essere mai dimenticato.

Come una ferita che non si rimarginerà mai.

Un tatuaggio indelebile sulla pelle.

Con un gesto involontario porto una mano sotto al seno, nella parte del corpo che inevitabilmente mi ricorda lui, dove ho deciso di appartenergli... per sempre.

HuHu

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HuHu... Kate è fidanzata nel presente! Scopriremo di Andrew più avanti...

Sto sistemando i futuri capitoli, questi facevano parte dell'impulso creativo che ho avuto qualche mese fa. Spero di pubblicare in tempo per la prossima settimana 💚

Me in Your AbsenceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora