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Aprile 2012

A scuola ne parlano tutti, perché nessuno è in grado di farsi gli affari propri.

L'informazione che il "capitano della squadra di Football è gay" ha fatto scalpore, probabilmente la maggior parte dei miei compagni ha una vita talmente vuota e insignificante che non ha di meglio da fare che parlare di questo.

Ho sempre avuto il sentore dell'omosessualità di mio fratello, fin da quando eravamo piccoli, non so dire il perché. Non c'è un reale motivo, lo sento sotto la pelle, come un dato di fatto, qualcosa che è sempre stato lì.

Mi dispiace solo che lui lo viva con questo tormento, soprattutto perché la nostra famiglia l'ho sempre reputata il luogo sicuro dove poter essere e dire ciò che si vuole, nel rispetto dell'altro, sia chiaro.

Evan non ha confermato né smentito la notizia.

Lui e Peter si sono concentrati, come da manuale, sul Football.

***

È una delle partite di Football più attese dell'anno, perché la stagione sta volgendo al termine e perché pian piano si alternano sugli spalti i talent scout delle migliori Università a caccia di nuovi talenti come il quarterback della nostra squadra. Il mio quarterback.

Se qualcuno, all'inizio di quest'anno scolastico, mi avesse raccontato che avrei partecipato attivamente alle imprese sportive del liceo, facendo il tifo sugli spalti, non ci avrei mai creduto. Eppure, mi trovo proprio qui a sostenere i miei fratelli, ma soprattutto per far sapere a Peter che, nonostante tutto, lo avrei sempre appoggiato.

Non voglio illudermi, ma le cose tra noi due si sono fatte pesanti nell'ultimo periodo. Da quando è riapparso nella sua vita Micheal, Peter è scostante, nervoso e taciturno. Sembra mi voglia evitare ad ogni costo. Io cerco di tenere duro e avere pazienza, è ciò che mi ha suggerito mio padre, quando mi sono confidata con lui.

Eccoli lì, i miei genitori, qualche gradinata più in basso che urlano e applaudono ad ogni azione dei loro ragazzi. Li adoro, soprattutto per il modo in cui dimostrano il loro affetto a Peter.

A destarmi dai miei pensieri ci pensa un forte boato di delusione da parte dei tifosi, i nostri spalti si riempiono di grida di disapprovazione, qualcuno ha mancato un passaggio essenziale.

Un attimo... è stato Peter?

Abbiamo perso la nostra occasione di fare touchdown. Cosa gli succede?

Ormai è da diversi minuti che non riesce a sviare i placcaggi, chiama schemi fin troppo intuibili dagli avversari, i quali anticipano ogni loro mossa.

Perché è così deconcentrato? Dovrebbe essere una grande occasione per farsi notare e ottenere la tanto agognata borsa di studio.

«NOOOO. Ancora?» John alla mia destra sferra un urlo che mi fa sobbalzare. «Peter non è in sé stasera!» dice rivolgendosi a me.

«Ci stanno facendo il sedere a strisce!» Non è da lui dire parolacce e neanche in questa situazione si scompone. Ma da quando John è diventato un fanatico di Football? Anche lui si è lasciato trascinare in questo delirio insieme a me e ne sono felice.

***

Perdiamo la partita, incomprensibilmente, visto che potevamo vincerla ad occhi chiusi. Decido su due piedi di raggiungere gli spogliatoi per consolare il mio ragazzo, deva sentirsi giù di morale e in colpa per quanto successo.

Aspetto che la maggior parte dei suoi compagni esca, compreso Matt, il quale è talmente sconfortato che non mi chiese nemmeno cosa ci faccia in quel corridoio.

Me in Your AbsenceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora