Dicembre 2011
La compagnia di Steven è piacevole, al ballo ero stata bene. Tenerlo per mano e ballare con lui, mi ha fatta sentire a mio agio, ma forse niente di più.
Cosa non va in me?
Non sento quella scintilla. So bene di cosa parlo, l'ho provata sulla mia pelle e l'ultima volta è stato quando, invece, ho ballato tra le braccia di Peter.
Perché gli ho dato la possibilità di avvicinarsi di nuovo così tanto a me? Forse perché non so dirgli di no.
Mi ha anche sussurrato all'orecchio quella canzone.
Ha ammesso in qualche modo che non sarebbe mai riuscito ad andare avanti senza di me, è stata una confessione? Si tratta della verità?
Ho bisogno di sentirmelo dire e sul serio questa volta. Condividiamo le stesse quattro mura, eppure ci fosse mai stata una volta in cui mi avesse cercata per un confronto, un chiarimento. Questi dubbi mi stanno logorando dentro.
Tornata a casa, dopo un giorno intero al Peck park con Matt e John, ho fretta di studiare per il test di Narrativa di domani. Nel vialetto trovo Peter che sta lucidando la vecchia moto di papà. Strano.
«Che fai?» gli domando incuriosita, lui si alza dalla sua posizione accovacciata. «Tuo papà mi ha detto che se la sistemo, posso usarla, che ne dici?» aggiornandomi. Poi, si allontana dalla moto, come per osservarla meglio.
«Dico che sono sorpresa, non l'ha mai lasciata a nessuno di noi. In realtà ero io l'unica a desiderare di guidarla un giorno. Quindi, penso tu sia fortunato.» Peccato non avere ancora la patente.
«Non mi sento così tanto fortunato ultimamente» annuncia alzando gli occhi per incrociare i miei, ma non ho la forza di guardarlo e quindi continuo a fissare la moto.
«Ti andrebbe di farci un giro?» mi propone con quel suo sorrisetto arrogante e furbo che mi fa sentire le farfalle nello stomaco.
«Devo studiare...» concludo in tono secco, non voglio dargli false speranze.
«Giusto» farfuglia lui.
Mi volto e lo lascio ancora una volta solo.
***
Non riesco a dormire, continuo a pensare alla dolce e sussurrante voce di Peter nelle mie orecchie, al ballo nascosto, alla moto, al suo sorrisetto furbo di oggi pomeriggio e al suo sguardo triste la sera che l'ho rifiutato. Prendo il cellulare e le cuffie rotte e faccio partire la canzone che mi ha dedicato, è diventato un chiodo fisso, spero di trovare una qualche reale ispirazione ascoltando le parole e la leggera melodia scanzonata, ma le cuffie decidono di non funzionare affatto.
Sono le 2:19 e non ho sonno, devo bere dell'acqua e magari farmi una tisana calda. Non appena scendo dalle scale a piedi scalzi intravedo una luce accesa sul retro della casa, sembra ci sia qualcuno a bordo piscina. Così mi avvicino.
È Lui.
Il cuore mi si ferma per qualche instante e poi riprende a battere con più vigore di prima. È troppo tardi per nascondermi e far finta di nulla, Peter mi ha vista.
Forse c'è qualcosa che potrei chiedergli.
Mi siedo al suo fianco e i nostri corpi si sfiorano impercettibilmente.
Infilo anche io i piedi a bagno e un brivido percorre il mio corpo, questa azione e questa posizione mi ricordano il nostro ultimo vero confronto, quando lui mi aveva liquidata con delle scuse, in realtà erano delle giustificazioni più che sensate data la situazione, ma io non avevo voluto sentire ragioni.
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Me in Your Absence
RomanceKate Flaming pensava di essersi lasciata alle spalle i ricordi dell'adolescenza, le giornate tra i banchi di scuola e il suo primo grande amore: Peter Handerson, il migliore amico di suo fratello maggiore. Da qualche anno è tornata a vivere a Los An...