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Gennaio 2012

Mamma e papà si trovano ancora a Denver e noi abbiano la casa tutta per noi ancora per un paio di giorni.

Evan è stranamente taciturno e rivolge a fatica qualche parola sia con me che con Peter, ancora non gli va giù del tutto la nostra relazione.

Ma ormai abbiamo deciso di tentare, sopportando i suoi silenzi. Spero che pian piano lui si adeguerà a tale scelta e se davvero ci vuole bene, come credo, forse ha solo bisogno di digerire la cosa con i suoi tempi.

Mando un messaggio a Peter.

Hai impegni questa sera?

XOXO. K

Non mi fa poi così tanto attendere la risposta.

Peter: Sono impegnato con te!

Hai qualcosa in mente?

Mi provoca.

Sarà una sorpresa...

Sorrido, so bene come giocare le mie carte

Dovrai solamente guidare

ed essere pronto ad uscire alle 20 ;-)

Sono sicura che questo suo lato intraprendente e spontaneo, che mi contraddistingue dalle altre ragazze, a Peter piaccia.

O almeno lo spero.

***

Indosso dei jeans strappati e un top nero che lascia la pancia e la schiena scoperte, sul braccio ho appoggiato il giubbotto di pelle nero, adatto per la moto, i capelli lasciati sciolti lungo le spalle. Eppure, il ragazzo di fronte è da togliere il fiato, mi attende appoggiato al veicolo con un sorriso rilassato e ampio.

«Sei bellissima, piccola K.» mi si arrossarono all'istante le guance, scommetto che le lentiggini sul mio viso stanno facendo capolino, non mi fanno impazzire ma so che Peter ne è diventato dipendente.

«Dove andiamo?» domanda prima di mettere in moto.

«Ti guido io, non temere... com'era? Fidati di me, no?» lo prendo in giro tirando fuori l'espressione che avevo usato lui prima del nostro appuntamento al lago.

Parcheggiamo all'esterno del locale che ho scelto, un piano bar in cui immagino non sia mai stato. Lo bacio sulla guancia, poi sussurro al suo orecchio ridacchiando. «Vedrai, ci divertiremo molto»

«Ma non abbiamo neanche l'età per bere» esclama.

«Non si viene qui solamente per bere, sai?» rispondo divertita.

Seduti al tavolo ordiniamo due bibite analcoliche e chiacchieriamo con leggerezza, posizionati uno di fronte all'altro, un po' troppo lontani per i miei gusti, ma è Peter ad avvicinare la sedia e mi abbraccia sopra la spalla.

Sono felice e spensierata, spero sia lo stesso per lui, il profumo che emana il suo corpo mi mandava su di giri.

Il locale inizia finalmente a riempirsi e il proprietario sale sul palco invitando i più coraggiosi ad esibirsi per intrattenere il pubblico. Peter ha una strana luce negli occhi e io non li abbandono per tutta la sera.

Vedrai cosa ho in serbo per te.

Dopo l'esibizione di un ragazzo che prova a divertirci con qualche barzelletta, il proprietario sale di nuovo sul palco e annuncia: «Mi hanno suggerito il nome di un ragazzo talentuoso al pianoforte, mi è stato anche riferito della sua enorme timidezza a riguardo... perciò, signori e signore facciamo un grande applauso di incoraggiamento per Peter Handerson.» Non vedendo alzarsi nessuno in sala, continua «Dove sei Peter? Forza... coraggio!» quando sente pronunciare il suo nome, Peter sbianca e mi rivolge uno sguardo tra il confuso e sorpreso.

Me in Your AbsenceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora