Capitolo I

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JJ amava ascoltare musica metal e dare fastidio ai suoi amici e spesso queste due cose si equivalevano. Quello sarebbe stato in primo giorno di scuola del suo ultimo anno di liceo e la sera prima aveva bevuto in compagnia dei suoi migliori amici Pope e John B e adesso dal suo telefono si sentiva a tutto volume un rombo di chitarra accompagnato da una batteria. Aveva cambiato la musica della sveglia apposta per dare fastidio ai due ragazzi e il piano era andato a buon fine.

«Sei un pezzo di merda» aveva biascicato stancamente John B, facendo ridere a crepapelle l'amico.

Si prepararono in fretta e ben presto si ritrovarono nel cortile del prefabbricato che avevano allestito a scuola dopo l'incendio dell'anno prima.

Una chioma dorata passò come una furia accanto a loro e Pope gridò «Sarah, non correre. Dio mio, dove la prendi tutta questa voglia di vivere?»

La ragazza appena arrivata strinse la mano di John, accostandosi al gruppetto. Loro due stavano insieme dalla prima superiore e i loro amici erano soliti prenderli in giro chiamandoli Marshall e Lily, come la coppia iconica di How I met your mother. E lo erano davvero. Affiatati, sempre insieme. I migliori a cui chiedere un consiglio d'amore se ne avevano bisogno.

«Si dà il caso che oggi sia l'ultimo primo giorno di scuola per noi e in quanto rappresentante degli studenti ho molto da fare» rispose la ragazza.

«È un vero peccato che tu non sia la rappresentate degli studenti» mentre diceva quelle parole, gli occhi di JJ si posarono su una figura mingherlina seduta in disparte.

«Lo diventerò» sentì mormorare dietro di sé, ma tutti i suoi sensi sembravano essersi spostati sulla ragazza.

Maxine Wether o come la chiamava lui Max. O almeno lo faceva quando erano ancora amici. La ragazza portava una felpa nera e le cuffie nelle orecchie e JJ si ritrovò a domandarsi se ascoltasse ancora le canzoni che le aveva fatto conoscere lui.

«Ci hai più parlato?» gli chiese la voce di John B.

JJ scosse la testa «Non da questa estate»

Si girò verso i suoi amici e li vide tutti e tre con lo stesso sguardo dipinto in volto: colpa e commiserazione.

«Io vado a parlarle»

«Per dirle cosa?» lo fermò per un braccio Sarah «Mi dispiace che tua sorella sia morta o mi dispiace essere stato un amico di merda?»

«Entrambe?» fece spallucce.

«JJ, lei si è voluta allontanare e io onestamente lo capisco. Lo sa che siamo qui per lei»

JJ si girò verso il punto dove aveva visto la figura minuta e silenziosa, ma non c'era più nessuno.

«E se non lo sapesse più?»

Entrati nell'edificio, Sarah si allontanò da loro per "svolgere cose da futura rappresentante degli studenti" come aveva detto lei.

Edificio nuovo, armadietti nuovi.

Tutti gli studenti avevano ricevuto un'email qualche giorno prima dell'inizio delle lezioni con il numero a loro assegnato, per evitare file inutili in segreteria. JJ andò dritto verso il suo nuovo armadietto, poggiò i libri e tenne solo quelli utili alla lezione imminente.
Lo richiuse e fece per allontanarsi, quando una voce lo richiamò. Le labbra di JJ si stesero in un sorriso sincero.

«Kiara!» esclamò abbracciando la ragazza davanti a lui «Come sono andate le vacanze?»

«Tutto bene, le Bahamas sono favolose»
Il sorriso timido della ragazza divenne una linea sottile «Come va con quella questione?»

Il ragazzo scosse il capo, sconsolato «Non ci ha più parlato dalla fine della scuola»

«È traumatizzata, JJ. Suo padre se n'è andato di casa e lei e sua madre adesso abitano vicino a dove sto io»

«Davvero?»

La ragazza annuì «L'altro giorno le ho viste disfare gli scatoloni. Quella casa doveva essere diventato un inferno»

Insieme si diressero verso l'auditorium della scuola dove si sarebbe tenuto l'annuale discorso di inizio anno da parte della preside.

Da lontano videro il loro gruppetto e JJ finì seduto in mezzo a Pope e Kiara, non il posto migliore per quanto lo riguardava.

Quei due avevano un passato complicato.

Dopo il classico discorso di benvenuto la preside Meyers disse «So che molti di voi sono ancora scossi per quanto accaduto qualche mese fa. Se qualcuno ne sentisse la necessità, la scuola fornisce un servizio psicologico per chi ne avesse bisogno. Purtroppo certi incidenti possono segnare nel profondo...»

«INCIDENTI?» il ragazzo si ridestò dal torpore che la voce della preside gli aveva causato. Una ragazza si era alzata in mezzo alla folla e JJ sorrise al pensiero che l'avrebbe riconosciuta ovunque.

«Signorina Wether, so che è ancora scossa per l'accaduto, ma la polizia ha detto...»

«Sono un branco di incapaci. Non è stato un incidente, lo sa meglio di me»

«Signorina Wether»

Ma Max si era messa in piedi sulla sedia e adesso si rivolgeva al pubblico della sala «Ci hanno dato una scuola nuova, ragazzi, non siete contenti? Chissà se questa volta hanno fatto i dovuti controlli oppure rischiamo di morire alla prima scossa di terremoto?»

«Signorina Wether, lei è in un brutto guaio»

«Quale versione le piace di più, preside Meyers? Incendio doloso o lei ha firmato le carte sbagliate?»

«Basta così! Nel mio ufficio, subito!»

Mentre Max si allontanava dall'auditorium, JJ fece l'unica cosa che gli venne in mente: si alzò in piedi ed iniziò ad applaudire. Dopo alcuni attimi di silenzio, vide fare lo stesso a Kiara, Pope e John, fino a quando ogni singolo studente si fu messo a battere le mani.
Con orgoglio vide anche Sarah, la sua amica santarellina, imitare i suoi gesti.
Max vide la scena e ne sembrò estasiata. Cercò con gli occhi la chioma bionda del ragazzo che aveva iniziato tutto quello e quando lo vide un sorriso si formò sulle sue labbra rosate.

Play with fire || Rafe Cameron Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora