Capitolo IX

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Durante la pausa pranzo nessuno di loro fu in grado di mangiare qualcosa, erano ancora tremendamente scossi da quello che stava succedendo nella loro cittadina ormai non più così tranquilla.

«Come mai i poliziotti che erano con lei non si sono accorti dell'intruso?» stava chiedendo Pope ai due ragazzi che avevano passato la notte in ospedale con l'amica.

«Dicono che hanno controllato tutta la casa prima di lasciarla sola, ma probabilmente l'assassino si era nascosto bene. Comunque hanno chiamato i soccorsi appena Max ha iniziato a gridare e ad accendere le luci di tutta la casa. Hanno dovuto buttare giù la porta, era bloccata da dentro, così il killer ha avuto il tempo di scappare» spiegò Kiara.

«Almeno è quello che hanno detto a sua madre» sentenziò sarcasticamente JJ.

Stavano parlando di comprare un mazzo di fiori per Max prima di andare a trovarla in ospedale, quando Sarah li raggiunse al loro tavolo come una furia.

«Sapete chi è tornato in città?» chiese sedendosi accanto a John B.

I suoi amici la guardarono confusi.

«Rafe me lo ha appena detto per telefono, Kelce è tornato»

«Kelce?» chiese Kiara confusa.

«La sua famiglia si è trasferita ad Atlanta, se non sbaglio» continuò John B.

«Già, un'altra famiglia distrutta da quel maledetto incendio»

Kelce era sempre stato un ragazzo popolare, la classica persona che piaceva letteralmente a tutti perché oltre ad essere un ottimo sportivo, sapeva mettere a proprio agio la gente. Era un amico di Rafe e si erano diplomati insieme l'anno prima, avevano in piano di andare nello stesso college ad ottobre, ma poi era successa la tragedia che aveva scosso tutta la città di Kildare. Riley era un ragazzino di quattordici anni, occhialuto e taciturno, ed era il fratello minore di Kelce. E una delle cinque vittime dell'incendio.

I piani per il college erano sfumati, Kelce era entrato in una terribile depressione e i suoi genitori non sopportavano più l'idea di vivere in un paesino dove chiunque sapesse la tragedia che avevano subito.

«Perché è tornato?» chiese JJ.

«Rafe dice che è qui solo per qualche giorno. Non sa cosa fare col college, lui non vorrebbe andare più e mio fratello vuole provare a convincerlo»

Pope aggrottò la fronte formando un'espressione perplessa «Non è strano che sia tornato ora con quello che sta succedendo a Kildare?»

«Che intendi dire?»

«Andiamo, sembra che le nostre serate cinema a vedere film horror non vi abbiano istruito a sufficienza. Io ci vedo uno schema»

«Spiegati meglio, Pope. Non riesco a seguirti»

Se Kiara non aveva ancora capito, JJ aveva appena avuto un'illuminazione.

«Andiamo immediatamente in ospedale, penso di avere capito cosa sta succedendo» disse prendendo velocemente il suo zaino e correndo verso l'uscita della mensa.

Quando arrivarono in ospedale, trovarono la loro amica finalmente sveglia anche se con un sondino nel naso per permetterle di respirare meglio.

L'aggressore doveva aver colpito dei punti vitali.

«Ciao, ragazzi» disse la signora Wether «Ti lascio con i tuoi amici, tesoro. Non fatela stancare troppo»

Quando Ella fu uscita dalla stanza, JJ iniziò a parlare a macchinetta «Ho una teoria su quello che sta succedendo»

Max lo guardò stralunata, ma gli fece segno di continuare.

«L'assassino è collegato all'incendio»

«Perché lo pensi?» chiese Sarah.

«Perché Katy e Max non hanno proprio niente in comune se non la stessa tragedia nel loro passato»

«Hanno perso qualcuno nell'incendio» metabolizzò Kiara.

«Esatto! E indovinate chi è tornato in città dopo mesi»

«Chi è tornato in città?» chiese confusa Max.

I suoi amici le risposero all'unisono «Kelce!»

«Scommetto quello che volete che è collegato alla faccenda» continuò JJ.

«Ma Kelce è arrivato solo stamattina» fece notare Sarah.

«No, noi sappiamo che lui è in città da stamattina. È una cosa totalmente diversa»

«Ti sta sfuggendo un particolare, JJ» iniziò Pope «Max è ancora viva e può identificare il colpevole»

«No, non posso farlo»

I suoi amici la guardarono confusi, stanchi di non capirci più niente di quella situazione.

Max prese un respiro profondo e iniziò a parlare «Aveva una un mantello nero e una maschera di halloween addosso»

«Come in Scream!» dissero all'unisono Pope e JJ.

«Non era Ghostface, ma sì, proprio come Scream»

«Ricordami cosa è Scream?» sussurrò Sarah al suo ragazzo.

«L'abbiamo visto questa estate. Il film con Courtney Cox»

La bionda annuì ricordando finalmente di che pellicola stessero parlando i suoi amici «Monica di Friends! Va bene, ci sono»

«Non è così assurdo, abbiamo tanti sociopatici in giro per il paese che si ispirano ai film horror»

«Pope, sei un cazzo di genio» gridò JJ «Se è vero che si ispira al film, possiamo anticipare le sue mosse»

«Possiamo farlo?» chiese scetticamente Kiara.

«Sì, miscredente, possiamo. Ma insomma non vi rendete conto? Sidney, la protagonista, nel primo film sopravvive all'aggressione in casa sua e così fa Max» disse JJ.

«Non aveva intenzione di ucciderla, non subito almeno» disse John B, l'unico che riusciva a seguire il discorso delirante dei suoi due migliori amici.

Pope annuì «Per l'assassino, Max è la protagonista del suo film»

Play with fire || Rafe Cameron Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora