Capitolo XXVI

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Max quel giorno era tornata a casa con il sorriso sulle labbra e niente sembrava in grado di farlo sparire. Era andata in spiaggia per passare un po' di tempo in totale tranquillità ed era tornata a casa con due nuovi amici.

JJ e John B sembravano simpatici e l'avevano invitata ad una festa per il sabato successivo. Voleva essere al meglio di sé e quando vide sua sorella fare avanti e indietro tra il salone e il bagno, mentre il suo fidanzato Rafe la guardava con fare annoiato, le venne in mente un'idea.

«State uscendo?» chiese al ragazzo sedendosi accanto a lui sul divano.

«Max, non importunare l'ospite» la rimproverò giocosamente Tara tornando in salone vestita di tutto punto.

«Bel vestito» si complimentò la sorella minore.

«Grazie»

«A proposito...»

«Non ti presto niente»

«Ma tra un paio di giorni ho una festa e tu hai buon gusto» la supplicò facendo gli occhi dolci «Diglielo anche tu, Rafe»

«È vero, hai buon gusto. Non ti piacerebbe condividerlo con la tua sorellina?» disse scompigliandole i capelli.

Tara li guardò con fare fintamente seccato «Siete due delinquenti. Va bene, ma lo scelgo io. Torno subito»

Mentre la maggiore saliva le scale, i due complici si diedero il cinque. Erano diventati amici subito dopo che Rafe e Tara si erano messi insieme e il ragazzo la aiutava sempre in queste situazioni, come se fosse la sua sorellina minore.

«Quindi hai una festa, eh? Devi farti bella per qualcuno?»

«Non ti ci mettere anche tu, ti prego. Il patto tra noi non era solo videogames e cinema?»

Rafe alzò le mani in segno di resa «Non parlo più»

Quel sabato, Rafe tornò a casa Wether. La camera della più giovane della famiglia era aperta e non poté evitare di ammirare Max mentre si guardava allo specchio con addosso il vestito che le aveva prestato Tara.

«Ti sta bene»

Max sussultò «Ti sembra il caso di arrivare di soppiatto così?»

Rafe rise alla sua reazione e la ragazza tornò a specchiarsi.

«Mi sta bene davvero?»

«Più che bene, sembri un sogno» Rafe era rimasto incantato dalla bellezza della ragazza e la sua bocca si era mossa senza chiedere il permesso al cervello. Si schiarì la voce e spezzò l'imbarazzo che si era venuto a creare «Sicura che non vuoi che venga a controllare la situazione con questo ragazzetto?»

«Non c'è nessun ragazzetto»

«Allora perché sei arrossita?»

Perché c'era un ragazzetto.

JJ era veramente carino e il modo in cui l'aveva trattata in quei pochi giorni in cui si conoscevano l'aveva fatta sentire speciale. Stava per andare al liceo, aveva voglia di innamorarsi e voleva anche lei una storia d'amore come quella di sua sorella.

Il primo anno di liceo era iniziato solo da qualche mese e Max si era fatta la nomina di piantagrane. Ma non ci poteva fare nulla, era come se nel suo cervello non esistesse un filtro che le impedisse di dire tutto quello che pensava, soprattutto davanti ai professori. Ma contro ogni aspettativa, questo suo lato ai suoi compagni di scuola era piaciuto e più volte le avevano chiesto se l'anno successivo avrebbe voluto candidarsi come rappresentante, anche se a lei non importava poi molto di quella carica o di fare politica in generale.

Play with fire || Rafe Cameron Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora