Capitolo XII

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JJ fece cadere sul letto di Kiara tutti i fogli contenuti nel plico che avevano rubato. Dopo essere scappati da casa Davis, erano andati direttamente nella villetta dei Carrera. C'erano documenti e foto della scuola andata in fiamme e di alcuni studenti.

Pope prese in mano una di queste «Guardate cosa c'è qui» disse passando la foto a JJ e Kiara.

L'immagine ritraeva un primo piano di Max mentre camminava con le sue cuffie nelle orecchie. La foto sembrava essere stata scattata senza che il soggetto ne fosse a conoscenza.

JJ controllò le altre fotografie. C'erano foto di Kelce e altri due ex studenti della loro scuola. Erano William Neeson e Alexandra Parker, altri due ragazzi che avevano perso qualcuno nell'incidente. William aveva dovuto affrontare la perdita del fratello gemello Derek e Alexandra aveva perso la sua fidanzata Lizzie. I due ragazzi erano partiti per il college l'estate stessa e non avevano più fatto ritorno in città. Avevano preferito seguire i corsi estivi piuttosto che rimettere piede a Kildare.

«Guardate qui, ci siamo tutti» attirò l'attenzione Kiara mostrando delle fotografie fatte di nascosto al loro gruppo durante le vacanze estive.

«Guardate» disse sfogliando animosamente le immagini «Rafe, Topper. Ci sei pure tu, JJ»

«Ci siamo tutti» le diede manforte Pope mostrando una fotografia che ritraeva lui e Sarah durante l'estate appena trascorsa.

«Che cosa aveva in mente Katy?» anche se JJ la fece ad alta voce quella domanda era rivolta unicamente a sé stesso. Buttò sul letto una foto che ritraeva John B e si mise una mano tra i capelli.

Pope prese in mano uno dei documenti e dopo averlo letto attentamente disse «È il documento che attesta che le uscite di emergenza erano a norma. Ma non ha senso. Se le uscite erano a norma, vuol dire che...»

«Non è stato un incidente» sussurrò Kiara «Aveva ragione Max. Qualcuno deve avere bloccato le porte per impedire che la gente si salvasse»

«Pensa che delusione sapere che il tuo tentativo omicida ha prodotto solo cinque vittime» disse sarcasticamente JJ «Però ancora non capisco perché spiarci»

Di colpo una consapevolezza strisciò nei sensi dei tre ragazzi e tra le pareti di casa Carrera.

«Katy sapeva chi è il colpevole»

Dopo un momento di buio pesto, si accesero di colpo le luci di emergenza dell'ospedale, che tinsero la scena di un rosso accecante.

«Che diavolo è successo?» chiese Rafe.

Il terrore nella sua voce era palpabile e Max non poteva dargli torto. Si tolse la flebo dal braccio e il sondino dal naso, poi provo a mettersi seduta pronta per alzarsi dal letto.

Rafe vide quella scena e la bloccò mettendole le mani sulle braccia «Che stai facendo, Max? Hai subìto un'operazione, non puoi camminare»

«Ho subìto un tentato omicidio, Rafe. Chi ti dice che non sia stato l'assassino a far saltare la corrente?»

Il ragazzo la guardò nel panico «E cosa suggerisci di fare?»

«Dobbiamo andarcene da qui. Presto, dammi una mano»

Rafe aiutò Max a mettersi in piedi e la aiutò a camminare verso la porta. Le ferite urlavano dal dolore sotto gli strati di garza che le avvolgevano, ma la ragazza non aveva intenzione di morire là dentro.

Il telefono squillò da sopra il comodino, facendo perdere un battito ad entrambi.

«Resta qui, lo prendo io»

Rafe prese di corsa il cellulare e rispose alla chiamata mentre il cuore di Max martellava dentro il suo petto.

«Pronto?»

«Rafe? Ho sbagliato numero, dovevo chiamare Max»

Quando la stanza venne invasa dalla voce di JJ, la ragazza sentì i suoi polmoni rilassarsi totalmente e appoggiò la schiena sulla porta chiusa.

«No, hai chiamato la persona giusta. Sono in ospedale con lei e temiamo che l'assassino sia qui con noi»

Ci furono attimi di silenzio poi la voce di JJ rispose «Arriviamo subito. Chiamiamo anche la polizia»

Prima di poter staccare la chiamata, Max sentì la porta aprirsi dietro di lei, facendole perdere l'equilibrio. La prima cosa che videro gli occhi terrorizzati della ragazza fu quella maschera infernale che continuava a tormentarla.

«RAFE, SCAPPA»

L'assassino corse velocemente verso la direzione del ragazzo e Rafe iniziò a correre verso la porta.

«Rafe, che diavolo sta succedendo?» gli chiese la voce di JJ per telefono.

«È qui! L'assassino è qui!»

Una forza lo tirò indietro e Rafe cadde a terra insieme al telefono, ormai troppo lontano per essere raggiunto.

La creatura infernale si avvicinò sempre di più a lui, sfoderando il coltello con cui aveva già ucciso Katy. Il ragazzo provò ad allontanarsi senza perdere di vista il killer, quando vide un cuscino volare nella sua direzione e colpire l'assassino.

Si girò a guardare dietro di sé e vide Max sulle sue gambe che si reggeva a mala pena con la spalla allo stipite della porta per non cadere. Aveva lanciato il cuscino per distrarre l'assassino e permettere al ragazzo di scappare. La persona mascherata si diresse verso di lei e Rafe provò ad alzarsi.

«MAX»

Le lacrime iniziarono ad inondare il suo viso. Si alzò in piedi e si gettò sulla figura mascherata, allontanandola dalla ragazza.

Iniziò a strattonarla dal mantello nero cercando di fargli cadere il coltello, ma il killer fu più veloce e Rafe sentì un dolore lancinante all'addome. La ragazza fissò intensamente quegli occhi acquosi che tanto le piaceva guardare e sentì come se piano piano si stessero spegnendo sotto il suo sguardo sgomento. L'assassino scappò via dalla scena del crimine e Rafe lanciò un ultimo sguardo tra il confuso e il terrorizzato a Max. Si accasciò a terra, mentre una macchia color cremisi si espandeva sulla maglietta del ragazzo e un rivolo di sangue usciva dalle sue labbra ormai bianche.

Play with fire || Rafe Cameron Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora