Tutto era iniziato qualche giorno dopo che Tara aveva scoperto di Max e Rafe. Mai avrebbe pensato di provare un dolore così forte. Sua sorella l'aveva tradita, aveva spezzato quel legame indissolubile che dovrebbe esserci tra consanguinei, tra due persone che erano cresciute insieme. Odiava ammetterlo, ma in quei giorni li aveva immaginati insieme, mentre facevano le stesse cose che aveva fatto anche con lei mentre erano fidanzati. Portarla fuori a cena, baciarla ogni volta che ne sentiva la necessità e a quei pensieri desiderava ardentemente morire, ma ancor di più voleva vederli divisi, voleva vederli soffrire come avevano fatto soffrire lei.
Quel giorno era da sola nel teatro della scuola mentre cercava di memorizzare le battute per l'audizione che si sarebbe tenuta la settimana successiva. Era passata un'ora dalla fine delle lezioni e Tara aveva approfittato della scuola vuota per esercitarsi con la recitazione.
Mentre leggeva il copione giocava con il suo ciondolo a forma di T, gesto che riusciva sempre a calmarla.
Dal nulla sentì dei rumore venire da fuori la porta del teatro e facendosi coraggio si alzò per andare a controllare. Uscì fuori dal corridoio e si girò da entrambi i lati, ma non vide nessuno. Stava per ritornare dentro per riprendere le sue cose quando un urlo la fece saltare in aria.
Sentì una risata familiare mentre con gli occhi chiusi cercava di riprendere fiato.
«Scusa, Tara, ma è stato troppo divertente» le disse Topper, uno degli amici di Rafe Cameron nonché fidanzato storico di Katy Davis.
«La prossima volta che vuoi ridere, evita di farmi prendere un infarto»
«Cosa ci fai qui a quest'ora?»
«Mi serviva un posto dove provare la parte per lo spettacolo, tu invece di nuovo in punizione?»
Topper alzò le spalle «Lo sai com'è la Stevenson, non apprezza il mio umorismo»
Dopo averla guardata negli occhi per qualche secondo le chiese «Posso rimanere con te? Non mi va di pulire i pavimenti»
Tara sbuffò, poi gli fece segno con la mano di seguirla.
Da quel pomeriggio, i due ragazzi avevano preso l'abitudine di vedersi quotidianamente anche se in gran segreto. Da prima si vedevano solo come amici, ma poi la scintilla era scattata e Tara si ritrovò a pensare che mai nella vita si era sentita così con qualcuno, neanche con Rafe. E nella sua mente pensò anche di essere una grande ipocrita perché stava facendo ad un'altra ragazza quello che Max aveva fatto a lei. Forse era così che si era sentita sua sorella per tutto quel tempo. Tra l'incudine e il martello, tra il senso di colpa e il piacere.
Ma la ferita bruciava ancora e quando vide sua sorella in atteggiamenti intimi con il suo ex ragazzo, nonostante Max continuasse a dire che tra loro non c'era stato più nulla dopo quel giorno, una rabbia profonda nacque dentro di lei.
«Dio mio, quanto la odio» disse a Topper quando si furono allontanati da quella scena per lei incredibilmente spiacevole.
Tara prese una sigaretta dal pacchetto che portava sempre con sé.
«Quanto, con esattezza?» la ragazza lo guardò stralunata.«Quanto la odi, Tara?» insistette il ragazzo.
La ragazza accese la sigaretta e guardò con insistenza la fiamma che stava corrodendo il materiale tossico. Come Max aveva corroso lei.
«Tanto che vorrei vederla morta»
Era stato facile architettare un piano per ucciderli, soprattutto era stato facile trovare un modo per farlo sembrare un incidente. Si occuparono di sprangare dall'esterno le uscite di sicurezza e Tara diede appuntamento a Max nel teatro, che si trovava all'ultimo piano dell'edificio ed era fatto prevalentemente in legno. Si nascose dentro un'aula vuota e attese che la sorella arrivasse all'appuntamento. Quando la vide entrare nel teatro e chiudersi la porta alle spalle, Tara fece scoccare la serratura chiudendo sua sorella lì dentro. Non aveva molte possibilità di uscirne viva.
Contando sulla confusione che si sarebbe creata, i due ragazzi dopo aver appiccato l'incendio iniziarono a correre verso l'esterno e fu lì che Tara vide Rafe intento a provare ad aiutare un ragazzino del primo anno che era rimasto incastrato sotto una trave.
Senza guardarsi indietro, corse verso il suo ex ragazzo e lo aiutò a tirare fuori la matricola occhialuta.
«Dove vai?» le chiese il biondo vedendola scappare verso le scale.
«Devo trovare Max!» gridò, assalita dal suo senso di colpa che le aveva fatto capire di cosa si era resa complice.
Quella fu l'ultima volta che Rafe vide Tara.
La ragazza era corsa verso il teatro e sbloccò la porta, sperando che sua sorella capisse di poter scappare da quell'inferno. Prima di vederla in salvo, si mise a correre giù per le scale, mentre le fiamme la inseguivano come stava facendo il suo senso di colpa.
Topper non aveva preso per nulla bene la decisione di Tara di lasciarlo indietro per salvare la sorella che avrebbe voluto vedere morta fino a qualche attimo prima.
Aveva sviluppato un odio profondo per la ragazza. Era tutta colpa sua se Tara era morta. E questo suo odio era diventato talmente insostenibile che quando capì che ormai Katy era arrivata ad un punto di svolta nelle sue indagini non ci pensò due volte a seguirla e ucciderla. E mentre lo faceva pensava a Max e a quando avrebbe voluto fare lo stesso con lei.
«Era vicina alla soluzione, mi aveva chiesto un aiuto con le indagini. Non è stata abbastanza intelligente da capire che sono stato sempre e solo io» finì di raccontare Topper.
«Sei stato tu a candidarmi. Sapevi che Sarah avrebbe dato di matto e avrebbero incolpato lei»
«Ma che brava»
«Ma se volevi solo me perché uccidere anche Katy e Kelce? Perché provare ad uccidere Rafe?»
«Non li guardi i video di true crime? Tutti surrogati dell'unico vero obiettivo» disse accarezzandole la guancia ormai madida di sudore.
«Mi sono chiesto perché tu potevi avere la tua seconda occasione. Perché meritavi di vivere più di Tara se sei stata proprio tu a distruggerla?»
Si alzò la manica della maglietta e mostrò una ferita ormai in via di guarigione lungo l'avambraccio «Mi hai lasciato un bel souvenir, Max, te lo concedo»
«Perché ti sei ridotto così, Topper?»
Il ragazzo sorrise appena, ma non c'era felicità nel suo volto, solo rabbia «Come avresti reagito se l'amore della tua vita fosse morto? Se l'unica cosa che ti rimane è un corpo irriconoscibile a cui non si può nemmeno dare un volto?» la guardò negli occhi e per un momento rivide Tara in lei «Come avresti reagito se Rafe fosse morto in quell'incendio?»
La ferita si faceva sempre meno dolorosa e questo non era un bene. Il suo cervello stava cercando di proteggerla dal dolore durante i suoi ultimi attimi di vita. Le iniziò a mancare il fiato e la vista cominciò ad appannarsi, mentre nella sua mente un miscuglio di immagini si ripeteva all'infinito.
Rivedeva i visi dei suoi amici, gli occhi blu come il mare di Rafe e il sorriso contagioso di JJ. Le sue palpebre diventarono di colpo pesanti e una forza estranea la trascinò via dentro la sua mente, pronta per sprofondare nell'oblio.
Non arrivò a sentire dei colpi forti sulla porta dell'ascensore e la voce di JJ gridare il suo nome.
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Play with fire || Rafe Cameron
FanficL'intera cittadina di Kildare viene scossa da un terribile incendio che ha ucciso ben cinque persone. Per Maxine Wether, che ha perso in questo modo la sorella Tara, quell'incendio non sembra avere nulla di accidentale. Le cose inizieranno a farsi...