«Avete trovato nulla, ragazzi?» chiese Kiara mentre usciva dalla piccola cabina armadio di Katy Davis. L'idea di essere nella camera di una persona morta le metteva i brividi. E sapere il modo in cui era successo non aiutava per nulla, soprattutto dovendo mettere le mani sulle sue cose personali.
Pope uscì da sotto il letto della ragazza e scosse la testa «Non c'è nulla qui»
«Già, nemmeno qui» disse JJ chiudendo con forza un cassetto.
«Forse abbiamo fatto un buco nell'acqua» continuò Kiara «le vostre supposizioni erano sbagliate»
«Per te è sempre colpa nostra» le rispose Pope.
«Non sono io quella che crede di essere in un film horror»
«Sento della tensione sessuale, volete che vi lasci soli?» chiese JJ mentre continuava a cercare. Doveva esserci qualcosa per forza, se veramente Katy stava indagando sull'incendio doveva aver messo da qualche parte le prove che aveva raccolto.
«A proposito di questo, tu invece come sei messo? Pensavo che con Max di nuovo tra noi ti saresti dichiarato e invece le probabilità che attentassero alla sua vita erano più alte di vederti finalmente felice con lei» gli disse la sua amica.
«La fai facile tu! Hai Pope che ti va dietro da sempre, spetta solo a te decidere»
La stanza si riempì di imbarazzo, ma Kiara doveva togliersi il vizio di parlare a vanvera su questioni che non la riguardavano, soprattutto quando teneva sulle spine un bravo ragazzo come il suo amico Pope.
«Sai essere veramente stronzo, JJ»
«Ho imparato dalla migliore»
Aprì l'unico cassetto che gli era rimasto da controllare e vi trovò solo una foto incorniciata che ritraeva una giovane donna, che somigliava molto a Katy, con una bambina piccola in braccio.
«Kiara, tu che sei una ragazza, occuperesti un cassetto solo per una fotografia?»
La ragazza lo guardò confusa e si avvicinò al comodino dove stava rovistando il ragazzo. Prese la cornice tra le mani e un'espressione triste si dipinse sul suo volto.
«È la professoressa Davis» disse accarezzando la fotografia.
«Era una donna meravigliosa e una brava insegnante» Kiara guardò Pope mentre il ragazzo diceva quelle parole e si ritrovò ad annuire.
«Che strano» disse JJ mentre controllava il cassetto. Fece scorrere due dita sul legno e la base si mosse impercettibilmente. Fece ancora più pressione e riuscì a fare scorrere l'asse sotto la sua mano, rivelando uno scomparto nascosto. Davanti a loro c'era un plico sigillato.
Sentirono la porta d'ingresso aprirsi e i tre ragazzi si scambiarono un'occhiata spaventata. D'istinto JJ prese il plico e lo infilò dentro lo zaino, sfilò delicatamente dalle mani di Kiara la fotografia e la rimise a posto, chiudendo il cassetto. Poi fece segno ai suoi amici di seguirlo. Aprì la finestra della stanza e controllò che non ci fosse nessuno che potesse vederli. Fece uscire Pope e insieme aiutarono Kiara a saltare sul prato che circondava la casa. Diede un ultimo sguardo alla stanza e saltò dalla finestra.
Max era rimasta da sola in compagnia di sua madre per tutto il pomeriggio. Non aveva ancora ricevuto notizie dal suo gruppo di amici e aveva paura che fosse successo loro qualcosa.
Ella l'aveva lasciata da sola per un po' di tempo. Sua figlia l'aveva convinta a tornare a casa e darsi una rinfrescata visto che aveva passato tutta la notte in ospedale lavorando e pregando che sua figlia uscisse viva dalla sala operatoria.
Qualcuno bussò alla sua porta facendola trasalire, ma i suoi nervi si distesero quando vide il viso familiare di Rafe fare capolino nella sua stanza.«Disturbo?»
La ragazza scosse la testa. Era da tanto che non vedeva il fratello della sua amica Sarah e in tutto quel tempo aveva sperato di poter ritornare al rapporto che avevano prima che succedesse tutta quella storia. Prima della morte di Tara.
«Ho saputo cos'è successo e volevo sapere come stavi»«Come hai fatto ad entrare?»
«Essere il figlio di Ward Cameron ha i suoi vantaggi»
Ward Cameron, ossia un ricco imprenditore e uomo più influente delle Outer Banks. Con un padre del genere era ovvio che Sarah e Rafe sarebbero cresciuti ambiziosi e senza remore per quanto riguardava il loro futuro. Non avrebbero permesso a nessuno di mettersi in mezzo nella ricerca del successo e per questo comportamento Rafe aveva spezzato il cuore a Tara.
I loro sguardi erano incatenati. I suoi occhi neri si mescolavano a quelli cerulei del ragazzo che aveva di fronte. Il mare e il suo abisso.
«Come stai?»
«Una favola, mai stata meglio» scherzò la ragazza indicando il sondino che aveva nel naso e che la aiutava a respirare.
Rafe spezzò il silenzio che si era venuto a creare dicendo «Ascolta, io vorrei parlare di quello che è successo tra di noi, insomma...»
«No, ti prego. È imbarazzante»
«Lo so, lo è anche per me. Soprattutto dopo quello che è successo»
«Non avremmo dovuto»
«No, Max, non è vero. Io non amavo più Tara, sapevi che stavo provando a lasciarla da tempo»
«E questo mi giustificherebbe dall'essere stata col suo ragazzo?»
Rafe strinse le labbra «Non giustifica nessuno dei due, ma che colpa ne abbiamo... io che colpa ne ho se mi sono innamorato di te?»
Le lacrime iniziarono a scendere dagli occhi di Max come un fiume in piena. Aveva represso i suoi sentimenti per così tanto tempo che credeva di averli solo immaginati, che nulla di tutto quello che aveva fatto soffrire sua sorella fosse vero.
«Lei è morta odiandomi» disse in un sussurro.
Il ragazzo aprì la bocca pronto per risponderle quando la luce andò via, lasciandoli completamente al buio.
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Play with fire || Rafe Cameron
FanfictionL'intera cittadina di Kildare viene scossa da un terribile incendio che ha ucciso ben cinque persone. Per Maxine Wether, che ha perso in questo modo la sorella Tara, quell'incendio non sembra avere nulla di accidentale. Le cose inizieranno a farsi...