Capitolo XXIII

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Dopo la discussione alla mensa, i quattro ragazzi si erano fiondati nel parcheggio della scuola ed erano saliti in fretta e furia sulla macchina di Kiara, dritti verso l'ospedale.

JJ sedeva nel posto del passeggero accanto all'amica e stava provando ripetutamente a chiamare Max al cellulare, ma non rispondeva nessuno.

«Non può essere Sarah, ragazzi, non tornerebbero troppe cose» stava dicendo John B.

«Ascolta, nemmeno a me piace l'idea, ma è l'unica che abbiamo»

JJ guardava insistentemente la foto che aveva messo Max come immagine del profilo, mentre Pope litigava con il suo migliore amico nei sedili posteriori. Ritraeva lei e Tara da piccole, indossavano lo stesso pigiama natalizio e posavano sotto un albero di natale. La sua amica l'aveva messa poco dopo l'incendio in cui aveva perso la sorella e da allora non l'aveva più cambiata.

«Ha ragione John B, c'è qualcosa che non torna» disse zittendo i due ragazzi.

«Grazie!» esclamò John B.

«Che idea ti è venuta in mente?» Kiara gli lanciò un veloce sguardo prima di riportare gli occhi sulla strada.

«Ci deve essere sfuggito qualcosa» cominciò «Cancelliamo tutto, ripartiamo dall'incendio. Chi avrebbe voluto uccidere Tara tanto da dare fuoco alla scuola intera?»

«Forse Rafe. Insomma, Tara era l'unico ostacolo alla sua relazione con Max» ipotizzò John B, ma JJ scosse la testa.

«No, improbabile. Se c'è una cosa che so su Rafe Cameron è che è totalmente egoriferito, non gli interessa degli altri. Poteva volere bene a Tara, ma non gli importava minimamente la sua opinione su di lui e Max»

«Vorrei anche ricordarvi che sta morendo. Non può essere lui l'assassino» aggiunse Kiara.

«Certo, non possiamo dare la colpa al ragazzo in coma, ma a sua sorella sì. Ma come ragionate?»

A quelle parole, JJ ritornò a guardare la fotografia che ritraeva Max e Tara da piccola abbracciate sotto l'albero di natale.

«E se avessimo sbagliato tutto?»

«Che intendi dire?»

«Vi ricordate perché Billy e Stu uccidono la madre di Sidney?»

Vide Pope boccheggiare dallo specchietto retrovisore mentre una consapevolezza si faceva posto sul suo volto « La madre di Sidney e il padre di Billy erano amanti»

Kiara si girò a guardarli con occhi sgranati «Non stai suggerendo quello che penso»

JJ annuì «Tara non era la prima vittima, era la carnefice. Ha appiccato l'incendio per uccidere Max»

«Ma non ha senso! Tara è morta nell'incendio»

«Può non aver calcolato tutti i rischi che correva e ci ha rimesso lei»

John B prese parola «Avrebbe tutto più senso. Ecco perché non trovavamo un movente per uccidere Tara, non ce ne sono, in compenso c'era il movente per uccidere Max»

Pope si intromise «Va bene, Tara appicca l'incendio, ma non ne esce viva. Chi sta continuando la sua opera e perché?»

JJ tornò a guardare la fotografia e con il pollice accarezzò il dolce viso di Max. Un'idea gli illuminò il viso «Vi ricordate perché uccidono il personaggio di Drew Barrymore all'inizio?»

«Se sento nominare ancora una volta Drew Barrymore-»

«Stava con Stu» esclamò il ragazzo zittendo tutti all'interno dell'abitacolo «Ma l'aveva lasciato per un altro. Ora, se l'assassino è nella cerchia di amici della prima vittima e non bisogna mai fidarsi dei fidanzati... Chi era il ragazzo di Katy o meglio ancora, chi è il suo ex?»

Tutti e tre si voltarono a guardarlo «Topper!»

«Risposta esatta! Se Tara è la nostra Billy Loomis, Topper è il nostro Stu»

Appena arrivarono davanti all'ospedale, videro l'edificio attorniato da una folla spaventata. Scesero dall'auto e si diressero verso la prima figura familiare che riuscirono ad individuare.

«Shoupe» JJ chiamò a gran voce il vicesceriffo «Che sta succedendo?»

«Ma voi non dovreste essere a scuola?» domandò guadagnandosi un'occhiataccia dal gruppo di adolescenti «C'è un allarme bomba, abbiamo fatto evacuare tutti i pazienti, compresi quelli in rianimazione»

«Perché sento che non mi stai dicendo tutto?»

«JJ, tra di noi il poliziotto sono io» sbuffò l'uomo «È saltata la corrente, ci sono due persone bloccate dentro l'ascensore... Una di queste è Max ed è ferita»

«State facendo qualcosa per farli uscire, no?»

«Non è così facile, stiamo aspettando gli artificieri. Fino a quando non si scongiura la presenza di una bomba non possiamo fare nulla»

JJ fece un respiro profondo e chiese la stessa domanda che aleggiava nella mente dei suoi amici «Hai detto che una delle due persone nell'ascensore è Max, chi è l'altra?»

«Non sono autorizzato a darvi queste informazioni, vi ho detto della vostra amica-»

«Chi è l'altra persona?»

L'uomo sbuffò seccato, ma rispose «Topper, Topper Thornton. È stato lui a chiamare per dire che Max è ferita»

I quattro ragazzi si scambiarono uno sguardo di terrore.

Dentro l'ascensore stava iniziando a mancarle il respiro, mentre dal suo stomaco continuava ad uscire davvero troppo sangue.

«Topper, aiutami» aveva sussurrato con l'ultimo filo di voce che le era rimasto. Il ragazzo si girò verso di lei e appena la vide in quelle condizioni le si accovacciò accanto.

«Cosa posso fare?»

«Prova...prova a tamponare la ferita»

Max chiuse inavvertitamente gli occhi per pochi secondi e un urlo di dolore le uscì dalle labbra quando sentì la lama di un coltello trapassare il suo fianco già sanguinante.

Guardò con paura e sconcerto il ragazzo davanti a sé, mentre questo sfilava la lama dal suo corpo.

«Non preoccuparti, Max, non è un punto vitale. Non morirai, non subito almeno»

La ragazza provò ad articolare qualche parola, ma dalla sua bocca uscirono solo pochi suoni sconnessi. Vide Topper prendere il cellulare e comporre il numero di emergenza.

«Sì, esatto! Siamo bloccati nell'ascensore, la mia amica è ferita, perde troppo sangue. Fate presto» disse dopo aver spiegato la situazione all'operatore di turno in quel momento.

Quando riattaccò, le dedicò uno sguardo vittorioso «Piccola e dolce Max, non stai capendo molto, vero?» si accovacciò di nuovo accanto a lei «Vedi, c'è un allarme bomba, probabilmente hanno già sgomberato l'edificio. Ma non possono toccare gli impianti elettrici. Prima dell'arrivo degli artificieri, sarai già morta dissanguata. Ho provato a darti una mano, ma i medici hanno perso troppo tempo. Tu sei morta e io sono l'ennesimo ragazzo traumatizzato dal serial killer di Kildare»

«Perché l'hai fatto?» sussurrò mentre provava a tamponare con le proprie mani la ferita che le aveva appena procurato Topper.

«Dovresti saperlo meglio di me che per amore si fanno pazzie»

Play with fire || Rafe Cameron Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora