[008] non si mente alla mamma

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capitolo ottonon si mente alla mamma

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capitolo otto
non si mente alla mamma



                          SVEGLIARSI QUELLA MATTINA ERA STATA UN'IMPRESA difficile per Nathalie

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SVEGLIARSI QUELLA MATTINA ERA STATA UN'IMPRESA difficile per Nathalie. Avrebbe voluto passare tutta la giornata stesa sul suo letto accanto a Dustin, ma non poteva permettere che il dolore l'annientasse. Will era morto, ma anche se poteva sembrare una cosa insensibile, la vita andava avanti. Era così, e Nathalie lo sapeva, motivo per cui aveva deciso di recarsi a scuola nonostante avesse passato tutta la notte a consolare suo fratello e, silenziosamente, a piangere. Di conseguenza non aveva chiuso di nuovo occhio, eppure non le importava affatto: qualsiasi cosa pur di restare accanto a Dustin.

Sospirò afflitta, accarezzando lievemente i capelli di suo fratello che, dopo aver pianto tra le sue braccia tutta la notte, era crollato in un sonno profondo al suo fianco. Mai come in quel momento si era sentita così dannatamente fortunata di averlo lì con lei. Non voleva nemmeno immaginare come, invece, si sentisse Jonathan — o Joyce, addirittura. Le venivano i brividi al solo pensiero.

Nathalie si alzò lentamente dal letto, facendo attenzione a non svegliare Dustin, e, una volta riuscita nell'impresa, gli schioccò un dolce bacio sulla fronte, guardandolo con occhi lucidi.

Ancora non riusciva a crederci...

Istintivamente il suo sguardo andò a poggiarsi su una delle foto che aveva messo qualche anno prima sulla scrivania: raffigurava lei in mezzo a quei quattro marmocchi. L'abbracciavano e la stringevano forte, mentre Will le baciava teneramente la guancia.

Sorrise nostalgica davanti a quel ricordo felice: aveva sempre avuto un debole per il piccolo Byers, ed era risaputo. Adorava la sua dolcezza, la sua fragilità e la sua lealtà; il fatto che fosse totalmente buono e mettesse sempre gli altri al primo posto, spesso dimenticandosi di se stesso.

Nathalie rabbrividì mentre immaginava quel piccolo ragazzino da solo, impaurito e spaventato. Magari chiedeva aiuto, chiamava sua mamma. Che cosa orribile.

𝐒𝐓𝐀𝐍𝐃 𝐁𝐘 𝐌𝐄, steve harringtonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora