[029] partorire è meno complicato di guidare

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capitolo ventinove partorire è meno complicato di guidare

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capitolo ventinove
partorire è meno complicato di guidare


                          SEDUTA DIETRO AL BANCONE A SCANNERIZZARE LIBRI, Nathalie non faceva altro che pensare al fatto che fra pochi minuti sarebbe finita la sua mezza giornata e sarebbe andata in spiaggia con Steve

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SEDUTA DIETRO AL BANCONE A SCANNERIZZARE LIBRI, Nathalie non faceva altro che pensare al fatto che fra pochi minuti sarebbe finita la sua mezza giornata e sarebbe andata in spiaggia con Steve. Quando glielo aveva proposto, non ci aveva neanche pensato, ma poi, quella mattina, aveva messo a soqquadro la casa per andare alla ricerca del bikini perfetto. Si era così resa conto di averne alcuni parecchio discutibili, ma, in assenza di tempo per comprarli, aveva optato per uno semplice color blu elettro. Era sempre stato il suo preferito, forse perché era un colore che la stava bene, o forse perché era l'unico normale in mezzo a tanti bikini con numerose fantasie — Claudia spesso dimenticava che oramai fosse grande.

«Me lo dai quel libro o vuoi tenerlo?» una voce stridula la destò dai suoi pensieri.

Solo in quel momento Nathalie si rese conto di essere ancora a lavoro e di tenere quel libro fra le mani da buoni cinque minuti. Questo era evidente che avesse portato gran noia alla ragazzina, che la guardava con un cipiglio, masticando rumorosamente la sua gomma.

«Certo, scusa» si limitò a dire, passandole il libro e lo scontrino.

«Amen» mormorò lei, poggiando i dollari sul bancone.

«E chiudi quella bocca quando mastichi. Non sei una capra» borbottò Nathalie, ricevendo un dito medio in risposta.

Quando la ragazzina andò via, la Henderson tornò a tamburellare le dita sul bancone, non smettendo di guardare l'orologio in maniera ossessiva. Un minuto.

Era parecchio ansiosa, a dirla tutta: insomma, andava pur sempre in spiaggia con il ragazzo che le piaceva, e sperava davvero con tutta se stessa che non flirtasse con nessuna davanti ai suoi occhi. Come minimo lo avrebbe riempito di botte.

Nel momento esatto in cui le lancette puntarono sulle dodici, Nathalie balzò in piedi. «Ehi, Jamie, turno finito. Tocca a te!» urlò alla sua collega, che sfogliava distrattamente una rivista.

𝐒𝐓𝐀𝐍𝐃 𝐁𝐘 𝐌𝐄, steve harringtonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora