10/02/2015
Salii sull'autobus,e subito incontrai gli occhi di Michael. Capii che oggi non ci sarebbe andato piano. Nei suoi occhi leggevo rabbia, una rabbia forte, più forte di quando...basta.
Mi sedetti comunque al mio posto, magari mi sbagliavo.
Si, come no.
Si mise accanto all'uscita e mi fece un cenno quando fummo davanti casa mia.
Scesi dal veicolo e lui mi seguii. Camminai svelta fino al muro, il muro in cui di solito mi menava.
Mi ci schiacciai contro e chiusi gli occhi, non volendolo vedere mentre mi avrebbe picchiato.
Ma non sentii alcun impatto, se non quello delle sue labbra sulle mie.
-Sono dannatamente geloso.- sussurrò nel mio orecchio, prima di girarsi ed andarsene.
Rimasi lí a guardarlo andare via, uno stupido sorriso sulle labbra e un esplosione nel cuore.
-
-Cosa ti ha detto scusami?!- urlò la bionda dall'altro capo del telefono.-Elle, te l'ho già detto. "sono dannatamente geloso"- Ripetei ridendo.
-Allora...ti maltratta per cinque anni insultandoti, picchiandoti e... Infastidendoti- la ringraziai mentalmente per non aver specificato. -E poi ti dice che é geloso. Di cosa poi?-
Mi mordicchiai il labbro. -Potrei...potrei aver detto di essere fidanzata. E potrei...avergli mostrato le chat con uno che fingeva di essere il mio ragazzo.-
La immaginai chiudere gli occhi per non urlarmi contro e mantenere la calma.
-E chi é questo bel figlio di puttana?-
Mi mordicchiai più forte il labbro. -Potrebbe...sempre potrebbe, essere tuo cugino.-
La sentii orendere un bel respiro. Ci fu un minuto di pausa.
-COSA CAZZO TI É SALTATO IN MENTE? TI É PARTITO IL CERVELLO? MALDIVE? NON SI PRENDE UN PO' TROPPE FERIE IL TUO CARO CERVELLINO? E POI IO BO! MIO CUGINO CAPISCI? LUKE, CHE ABITA A YORK! SEI UNA PAZZA SCATENATA E INCORREGGIBILE-!-
Wow. Oggi ci é andata piano.
-Quel giorno mi avrebbe picchiata. L'ho stordito e non ha fatto in tempo a scendere. Chiamasi tattica.- Cercai di convincerla.
-Si chiama idiozia.- borbotta.
Mission failed. Game over.
-Ma almeno ho capito perché mi assila chiedendomi tue foto.-
Cominciai a tossire forte. -LUI COSA?-
-Si, mi chiede foto, abitudini, dubbi, paure. Ma io sono stata brava, gli ho detto solo della tua insensata paura del mare.- Dice, come se fosse la cosa più normale del mondo.
-Sei una cogliona. Nessuno deve sapere che ho paura del mare.-
Sospira. -Nessuno dovrebbe sapere nemmeno che fumi, ma il tuo alito ti tradisce bella mia.-
Mi sedetti sul letto aprendo il libro di storia. -Qui non stiamo parlando del fatto che io fumi. Non dirgli più niente, okay?-
La sentii sbuffare. -Si signor capitano. Ora vado a studiare, a domani.- Disse e attaccó.
Cercai di calmare il respiro. In fondo Luke non mi aveva dato motivi di imbarazzo. Anzi, non aveva mai messo in mezzo il mare, non avrei dovuto sentirmi così spaventata. Eppure il fatto che qualcuno in più sapesse una mia debolezza mi impauriva, perché é con le debolezze che si uccide una persona all'interno. É con le debolezze che una persona puó essere distrutta.

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From London, to York.
RomanceMichelle Miles, Londra, figlia del grande dottore Edward Miles. Ha 17 anni, e da 12 il padre continua ad ignorarla, e a usarla per fare bella figura con i colleghi. Luke Stevenson, York, figlio di una modesta famiglia, madre casalinga e fratello min...