6/05/2015
Io e Luke ci vedevamo in videochat quasi ogni giorno.
Certo, ognuno aveva i propri impegni, io il corso di arte e lui gli allenamenti, ma appena potevamo ci vedevamo.
Per la vacanza papà aveva pensato anche ai suoi esami.
Ormai ero abituata al fatto che mi preparasse la colazione, che mi portasse a scuola, che mi venisse a riprendere, che mi portasse anche fuori ogni tanto.
Conosceva davvero i miei gusti, mi aveva comprato un anello, era semplice, alto, di ferro. Era semplicemente meraviglioso.
Mi aveva comprato degli acchiappasogni, che avevo appeso in camera mia.
All'inizio c'era imbarazzo, in ogni cosa, ma ormai ci stavamo un po' abituando entrambi.
Scossi la testa e continuai a dipingere.
La professoressa richiamò l'attenzione della classe.
-É stato finanziato, da un genitore, un'uscita per il corso d'arte. Andremo in un importante galleria d'arte...a York.-
Papà.
Sorrisi istintivamente, avrei fatto una sorpresa a Luke.
Michael mi guardò terrorizzato, ma lo ignorai bellamente.
-Partiremo tra due giorni, alle 14.00 qui davanti scuola. Puntuali.- disse prima di scansarsi dalla porta e farci uscire.
-
8/05/2015
Eravamo arrivati a York da qualche ora. Ci avevano obbligato a mettere i vestiti nell'armadio, poi, verso le 16.00 saremmo potuti uscire, dovendo rientrare vero le 19.00-19.30.
Uscii velocemente dall'hotel, dirigendomi da un taxi.
Arrivai a casa di Luke, ma quando aprirono la porta ci trovai Marie.
Sentivo un vuoto nel petto, un enorme vuoto nel petto. Lo stesso vuoto che sentii quando morì la mamma.
-Michelle? Cerchi Luke, vero?- sorrise, quando io annuii.
-É al parco qui dietro.- sorrise di nuovo, e la ringraziai, andandomene.
Girai a destra e vidi l'entrata del parco.
Più mi avvicinavo, più il vuoto cresceva, insieme al battito del mio cuore.
Un passo.
Tum.
Due passi.
Tum Tum.
Tre passi.
Tum Tum Tum.
Il cuore minacciava di esplodermi nel petto quando raggiunsi l'entrata.
Vidi subito un gruppo di ragazzi, di circa la mia età, giocare in un campo.
C'era anche Luke.
Segnò un gol.
Quello che vidi subito dopo mi fece perdere l'equilibrio.
Mi appoggiai a un albero, facendo peró muovere le foglie, provocando un rumore tale perché lui mi notasse.
Era corso sugli spalti, per festeggiare.
Aveva preso una ragazza, e l'aveva baciata.
Non si preoccupó dei suoi compagni, corse verso di me.
Io ero ancora appoggiata all'albero, con i passati che guardavano straniti il mio sorriso scomparire, mentre le lacrime prendavano il suo posto.
Mi ripresi non appena vidi Luke a pochi passi da me.
-M-michelle io...- mi asciugai le lacrime, tentando di darmi un contegno.
-Tanto sapevo che non sarebbe durato tanto. Troppe cose belle insieme, qualcosa doveva finire male.- cercai di sorridere, ma alcune lacrime scendevano lo stesso.
-No Michelle aspetta, io...- Scossi la testa, piangendo. -No Luke.- Mi girai, e correndo me ne andai.
Tornai in albergo, a piedi, seguendo l'istinto.
Mi sentivo vuota. Non sapevo davvero come sentirmi. Non sapevo cosa fare.
Sapevo che qualcosa sarebbe andato male, era vero, ma speravo andasse con mio padre. Se avessi dovuto scegliere un unica sicurezza nella mia vita, avrei chiesto lui.
Ma a quanto pare non era lo stesso, mi aveva tradito. Sapevo che sarebbe successo, ma faceva male. Faceva tanto male.
Mi gettai sul letto scossa dai singhiozzi, quando sentii due mani mettermi seduta.
Quello che vidi mi sorprese, tanto che smisi di rsspirare.
Michael, con un espressione preoccupata.
-Michelle, che succede?- chiese, passando le dita sulle mie lacrime.
Lì per lì non ragionai, avevo assolutamente bisogno di un abbraccio, così strinsi il suo corpo tra le mie braccia. Lui ricambió, stringendomi più forte.
-Luke...- riuscii a sussurrare. Annuì, come se lo sapesse, e mi strinse ancora di più.
-Solo l'amore può produrre tanta sofferenza quanta felicità.- E mi accorsi che aveva ragione, che l'amore spaventava proprio per questo. Puó renderti felice, come puó distruggerti completamente.
E aveva doppiamente ragione, perché per Luke la mia non era più solo attrazione.
Lo amavo. E ammetterlo, in quel momento, fece male. Ma era la verità.
-Perché mi stai aiutando Michael?- Chiesi, staccando la presa su di lui.
-Perché sono stato un coglione. Non solo con te, ma tu non te lo meritavi. Vorrei essere tuo amico, stavolta sul serio.- Ero troppo stanca per ragionare, così annuii.
-Ora, amica Michelle, vuoi dirmi che é successo?- Gli raccontai cosa era successo.
Sorrise rassicurante. -Ascolta Michelle, un bacio non prova nulla. Magari é vero, ti ha tradito, ma non é sicuro. In più era euforico per il punto, sarà stato troppo preso. Fai bene ad essere arrabbiata, ma prova ad ascoltarlo.- scossi la testa.
Sospiró. -Okay, mi sto zitto e ti abbraccio, ho capito- sorrisi leggermente.
Una ragazza entrò dalla porta. Erano passate circa due ore. -Michelle c'é, umh, un ragazzo per te. Volevo entrare per forza, stava per picchiare il professore che ci ha accompagnato, ma alla fine ha acconsentito che ti scendessi tu.-
Luke.
-Digli che sto dormendo.- buttai lì. Non volevo vederlo. Avevo smesso di piangere, non volevo ricominciare.
Prese un grande respiro e alzó gli occhi al cielo, poi uscì.
-Allora fammi pensare, ti sei addormentata perchè...hai la febbre, quindi domani non puoi uscire e...io resto con te per assisterti.- Michael é geniale.
-Okay. Sarà meglio che finga di dormire.- gli baciai una guancia. -Grazie Mick-
Sorrise e scese dal mio letto. -Buonanotte, Michelle. Sarà meglio che vada a farmi picchiare da Luke, almeno si calma un po'.- uscì dalla stanza, lasciandomi col dubbio. Scherzava, no?
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From London, to York.
عاطفيةMichelle Miles, Londra, figlia del grande dottore Edward Miles. Ha 17 anni, e da 12 il padre continua ad ignorarla, e a usarla per fare bella figura con i colleghi. Luke Stevenson, York, figlio di una modesta famiglia, madre casalinga e fratello min...