15/04/2015
Rimasi seduta accanto a Elle, tremando.
Mi avrebbe interrogato, ne ero sicura.
-MILEZ!- Cavolo, la S non la Z non era difficile da capire!
-Mi parli dell'argomento assegnato per oggi- Temporeggiai, avviandomi il più lentamente possibile verso la cattedra.
-Bé,per oggi ci aveva assegnato da pag. 413 a 420. Ovviamente si parla di un fatto importante accaduto molto tempo fa, o non sarebbe nel libro di storia giusto?- Feci una risata nervosa.
La porta si aprì, rivelando il mio salvatore, con un sorriso idiota sulle labbra.
-Salve, sono qui per Michelle, la preside ha detto che posso venirla a prendere e...oh ciao cugina- salutò Elle.
Che diavolo ci faceva Luke lì? Sarebbe dovuto venire tra una settimana!
La prof controlló le carte e, riluttante, mi lasció andare.
Appena chiusero le porte gli saltai praticamente in addosso.
-Ciao anche a te.- rise nei miei capelli.
-Credo di avere la febbre- sussurrai. Lui mi strinse a sé.
-Dalla tua temperatura pare proprio di sì. Vieni, andiamo a casa.- prese la mia mano e mi portó fuori scuola.
-Che ci fai qui?- chiesi alla fine.
-Ho un torneo a Londra e ho pensato di fare un salto da te. Ovviamente non salta la mia visita il 24- Camminiamo per un po' mano nella mano.
-Siamo arrivati- indicai la villa che troneggiava davanti a lui.
-Oh mio Dio- sussurró entrando. Tipico.
Lo portai velocememte in camera mia, o avrebbe perso tempo ad osservare tutto.
-É bella casa tua- disse infine, sedendosi sul letto.
-Si, diciamo- Presi il libro di storia dallo zaino.
-Mi aiuti a studiare?- Un po' mi dispiaceva sprecare il nostro tempo insieme a studiare, ma non potevo essere bocciata.
Rise. -Per quanto ho sentito hai molto bisogno di aiuto per studiare- gli feci una smorfia e mi sedetti sul letto.
Lui si sedette dietro di me avvolgendomi la vita con le braccia e poggiando la testa sulla mia spalla.
-Mi sei mancata.- sussurra sul mio collo, facendomi venire i brividi.
Chiusi il libro. -Facciamoli dopo i compiti.-
-Bene, toccava a te- mi inidica. -Il gioco, ricordi?- scoppiai a ridere.
-Va bene. Io ho preso lezioni di pianoforte e ho preso lezioni di batteria.- Pianoforte, lo avevo sempre amato come strumento.
-Pianoforte.- Annuii. -Bene, tocca a me. Perché hai paura del mare?- Tasto delicato. Molto delicato.
Mi strinse la mano, per darmi forza. -Non ora...prima devo farti conoscere mia madre.-
Lo presi per mano e lo portai in giardino.
-Dove stiamo...- si bloccó quando vide una tomba.
-Lei é mia madre, Roxanne Miles.-
Mi sedetti davanti alla tomba, con ancora la sua mano stretta.
-Io...- si sedette accanto a me, sul prato.
Non lo sapeva nessuno, a tutti dicevo che seguiva sempre mio padre. Lui era il primo.
-Aveva una malattia ai polmoni e...e non sono serviti i soldi a salvarla.- Si soffermó a guardare la foto.
-Era bellissima.Ti somiglia molto.- Guardai il volto sorridente di mia madre. Aveva i capelli neri, come me, ma due occhi blu felici.
-Non lo so. Vorrei tanto somigliare a lei.- Mi strinse la mano.
-Siete entrambe bellissime. E forti.- Poggiai la testa sulla sua spalla.
-La mia paura del mare. Vedi, mia madre si é fatta cremare, perché il suo sogno era vedere tutto il mare. Così le sue ceneri sono state sparse in mare. Ho paura dei ricordi.-
Annuì comprensivo. -Ti avrebbe adorato, comunque.- sussurrai, quando mi aiutó ad alzarmi.
Non riuscivo a credere che fosse qui. E guardandolo confermai il messaggio di Facebook. Si, mi piaceva.
Ritornammo in camera.
-Hai la febbre, dovresti dormire-mi fece poggiare la testa su di lui, e piano piano mi addormentai.
-
Non so cosa sognai, ma so che appena mi svegliai capii di starmi innamorando di lui.E lui doveva saperlo. -Luke...- Giró la testa verso di me. -Michelle, io ora devo andare. Il mio treno parte tra poco.-
Annuii e mi alzai. -Ti accompagno.-
-
La stazione era piena di persone.-Sei stato qui solo un giorno?- Gli strinsi la mano. Era calda, familiare.
-Il torneo lo abbiamo perso.- rise. Il treno arrivó.
-Io devo andare.- Fece per girarsi, ma lo bloccai.
Feci combaciare le nostre labbra per un secondo.
E anche se duró poco,sentii tutto il mondo sparire, perché era lui il mio mondo.
-Ciao.- sussurrai. Lui si giró, muto, e salì sul treno.
-
Stalker: Perché?
Michelle: Perché cosa?
Stalker: Il bacio dico
Michelle: Non lo so
Stalker: Non puoi baciarmi
Michelle: Perché?
Stalker: Perché quel bacio per me vale qualcosa
Stalker: Per te no
Michelle: Come fai ad esserne così sicuro?
Michelle: Il messaggio che ti ho inviato su Facebook, quello che non ti é arrivato, non era sul tuo regalo.
Stalker: Sono sceso dal treno
Stalker: ora ne parliamo a voce.
Michelle: Non é difficile da capire Luke
Michelle: Credo di essermi innamorata di te.
Stalker: E allora vengo e ti bacio come sogno di fare da mesi
Michelle: Risali sul treno, tanto torni tra qualche giorno.
Stalker: Okay
Stalker: Ma tanto non mi scappi
Michelle: Ma tanto non voglio scappare
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From London, to York.
RomanceMichelle Miles, Londra, figlia del grande dottore Edward Miles. Ha 17 anni, e da 12 il padre continua ad ignorarla, e a usarla per fare bella figura con i colleghi. Luke Stevenson, York, figlio di una modesta famiglia, madre casalinga e fratello min...