Panic

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-Michelle?- chiese una voce dolce accanto a me.

La sua voce non puó essere dolce dopo più di dieci anni.

-Papà, stavo dormendo.- risposi acida.

-Michelle, dobbiamo parlare.- Mi girai dalla sua parte, guardandolo in faccia.

-Davvero papà? Non mi caghi per anni e ora dobbiamo parlare?- chiuse gli occhi e sospirò.

-Sapevo che avresti reagito così. Ma lasciami spiegare, ti prego.- supplicó, i suoi occhi incatenati ai miei.

Stetti zitta, e lui iniziò a parlare.

-Quando é morta tua madre...tu eri a pezzi. Ti vedevo distrutta, eri piccola, ma eri letteralemente distrutta. Allora ho pensato, e ho capito che ci stavi male perché alla mamma ci tenevi. Così ho pensato di allontanarmi da te, per evitare che tu ti affezionassi. Pensavo che così, una volta morto, tu non avresti sofferto. E credimi, a volte é stato difficile. Quando hanno cominciati a picchiarti. Quando Michael ti ha stuprata...quando hai iniziato a tagliarti. Credimi, ci sono stato male. Ma ho dovuto farlo.-mi misi a sedere.

-Quindi papà, il tuo modo per non farmi soffrire é stato farmi soffrire?- scosse la testa, colpevole.

-Ho sbagliato, lo riconosco. Ma ora sono qui, perché vederti con quel ragazzo, Luke, mi ha fatti ricordare una cosa. Quando ho sposato tua madre sapevo che sarebbe morta. Lo sapevo, ma non mi importava. Perché i momenti felici passati con lei avrebbero sovrastato la tristezza per la sua perdita. So che sarà difficile per te, ma per favore, permettimi di essere il padre che non sono stato.- La mia mano era tra le sue, mentre guardavo i suoi occhi riempirsi di lacrime.

-Papà, per me é difficile. Diamine,nonpuoi sparire per anni dalla mia vita e poi ricomparire magicamente!- Sentii gli occhi pizzicarmi.

Quindi hai anche amici ora?

Io non ho mai avuto amici.

Mio padre mi odia.

Tutti mi odiano.

Luke mi odia.

Elle mi odia.

Michael mi odia.

Jason mi odia.

Li ho delusi.

Ho deluso Michael.

Ho deluso Jason.

Ho deluso Elle.

Ho deluso Luke.

Tutti.

Tutto buio.

-

Mi risvegliai in una stanza bianca immacolata.

Ero sdraiata su un lettino di un ospedale.

Un infermiera gentile si avvicinó a me.

-Come ti senti Michelle?- mi morsi il labbro.

-Mi fa...mi fa un po' male la testa.- mormorai toccandomi la tempia.

Provai a mettermi seduta, ma la testa vorticó ininterrottamente.

-Hai avuto un attacco di panico.- Vidi qualcuno fuori dalla finestra, e riconobbi tre persone.

Mio padre, Elle e Luke.

-Posso ricevere visite?- il corpo di Luke si muoveva avanti a indietro per il corridoio.

-Certo. Faccio entrare prima il ragazzo giovane, o credo che finirà col fare a botte con un medico.- ridacchió ed uscì.

Poco dopo entró Luke super agitato.

Si avvicinó subito a me e mi prese la mano.

-Non farlo mai più- sussurró. Allora mi ricordai del fratello, di come lui aveva perso le speranze. Di come per lui fosse morto.

-Scusami...- sussurrai, sentendomi in colpa.

-Mi aiuti a sedermi?- chiesi timidamente. Lui si alzó dalla sedia su cui si era seduto e, molto cautamente, mi fece sedere.

Lo invitai a mettersi accanto a me, e non perse tempo.

-Allora?- Poggiai la testa sulla sua spalla e lui mi circondó il busto con un braccio, per poi baciarmi una tempia.

-Allora cosa?- mormorai.

-Perché hai avuto un attacco di panico?- prese la mia mano.

-Non...non lo so.- Mi morsi il labbro.

-Non mentirmi Michelle.- Sospirai. Non ero pronta a parlarne, non ero pronta.

Per qualche minuto ci fu silenzio.

-Mio padre mi ha chiesto di perdonarlo. Sono andata in confusione, una parte di me voleva perdonarlo, l'altra no. La mia mente ha cominciato a lottare con se stessa e...poi ho visti tutto nero.- Teoricamente non era un bugia, ma neanche tutta la verità.

Era un po' titubante ma annuì. -E or che pensi di fare?- Scossi la testa. -Non lo so. Credo...una seconda opportunità se la merita. Ma sarà difficile.- Annuì di nuovo, quando la porta si aprì ed entrò Elle.

-Porca vacca Michelle! E fortunatamente eri sul letto! Mi hai fatto prendere un colpo! E anche a Luke, zia lo ha dovuto accompagnare di corsa fino a qui! Non farlo di nuovo!- entró esasperata. SI sedette sulla sedia e la avvicinó al lettino.

-Oh, grazie Elle, sto bene. Sei gentile per aver chiesto come mi sento.- Alzó gli occhi al cielo.

-Quando la dimettono?- chiese Luke a Elle.

-Potrebbe tornare a casa oggi, ma devono farle alcuni esami.-

Annuii. -Odio gli ospedali- borbottai.

Entró un infermiera seguita da un dottore.

-Michelle, dobbiamo farle degli esami.- Annuii di nuovo.

Luke ed Elle uscirono, anche se contrariati, lasciandomi con i dottori.

From London, to York.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora