Capitolo 4

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6 mesi dopo,
19 dicembre 2014

MANUEL'S POV
"Katniss? Stai bene?" La osservo preoccupato perché da quando è qui con me sembra strana, quasi assente.
"Oh, io? Sì, sì, sto bene." Cerca di fare un sorriso ma capisco subito che è forzato.
"Cosa ti è successo?" Domando attirandola a me. I suoi bellissimi occhi azzurri si riempiono di lacrime che le cadono lentamente sulle guance.
"I-io non ho nien-te." Singhiozza.
"H-ho paura." Aggiunge poi balbettando ed appoggia la testa sul mio petto.
"Katniss, ci sono qua io con te: non devi avere paura."
"Manuel, ho paura di deluderti. Quando ci siamo parlati al telefono eri così distante da me."
"Ero geloso - anzi - sono geloso. Katniss, ho paura anch'io. Ho paura di perderti."
"Ci sono sempre per te, ricordatelo." Dice ed avvicina il suo viso al mio. Appoggia il mento sulla mia spalla e mi accarezza i capelli con dei movimenti lenti. Io la stingo a me per non perderla.
Ci sdraiamo sul letto e ci addormentiamo così: uno tra le braccia dell'altra. Ero davvero stanco perché prima di venire a casa mia, Katniss è venuta alla mia partita e con lei al mio fianco vinco sempre perché il premio più bello è lei.
La partita era contro il Mainz 05 e abbiamo vinto 2 a 1.

+

La mattina mi sveglio e sono ancora abbracciato alla mia piccolina. La sua pelle è caldissima a contatto con la mia e le sue piccole manine sul mio petto sono una dolce tortura.
Oggi ho pensato che magari possiamo andare a fare un giro in montagna. Ho proprio voglia di fare una passeggiata mano nella mano mentre siamo contenti perché stiamo insieme.
Le sveglio dolcemente lasciandole una serie di baci sul mento e sul collo.
"Hey tesoro, svegliati." Le dico sussurrando. Lei grugnisce in un modo poco femminile.
"Non rompere la palle, Manuel." Nasconde la testa sotto il cuscino.
"Dai amore, voglio portarti in un posto molto speciale in cui ci andavo sempre da piccolo." Alzo il cuscino e le accarezzo i morbidi capelli mori.
"Manuel quando tu eri piccolo abitavi a Gelsen - il resto non me lo ricordo - quindi come cazzo facevi a venire qui a Monaco tanto spesso da considerare il posto in cui vuoi portarmi un luogo della tua infanzia." La sua voce è bassa e dolce ma sono più che sicuro che sia arrabbiata per motivi a me conosciuti. Comunque il suo ragionamento non fa una piega.
"Intendo dire che è il posto in cui andavo quando sono arrivato qui a Monaco nel 2011, Schatz." Le spiego, lei intanto non si è ne ancora alzata mentre io sono già vestito da almeno un quarto d'ora.
"Dai Katniss, sbrigati."
"Okay, okay, adesso mi alzo. Però mi devi preparare la colazione." Si gira e mi guarda facendo gli occhioni da cucciolo. Io naturalmente non le resisto.
"Va bene." Sospiro sconfitto.
Lei sorride in risposta e si alza dal letto. Apre l'armadio dove ho dentro i miei vestiti e, dopo aver messo in disordine tutto quello che c'è all'interno, tira fuori una mia maglietta gialla. Poi prendo un suo paio di blu jeans ed entra in bagno per cambiarsi.
Io ne approfitto per andare in cucina e prepararle la sua colazione preferita: latte (senza caffè perché sennò dopo mi diventa nervosa) e pane e Nutella perché lei - ed anch'io - la adoriamo.
Dopo qualche ora - in realtà sono venti minuti perché Katniss è un bradipo alla mattina, ma questi sono piccoli particolari - entra in cucina e il cuore mi si blocca perché lei è davvero stupenda. Sorride raggiante ed un suo piccolo sorriso basta ad illuminare tutta la stanza.
La mia maglietta le è un po' grande, giusto un pochino, e si è anche presa una mia felpa blu.
"Quando la smetterai di fregarmi tutti i vestiti, Katniss?" La rimprovero.
"Amore, io adoro fregare i tuoi vestiti!" Dice sorridente e si avvicina a me.
Mi abbraccia mettendo la sue piccole braccia attorno al mio busto. Poi alza la testa e mi bacia dolcemente. La prendo per i fianchi e la faccio sedere sul bancone della cucina; le apro un po' le gambe e mi posiziono tra esse.
"Hey, fermati Manuel, non così di prima mattina." Mi soffia sulla labbra.
"Eh, va bene. Però stasera sì, ho davvero bisogno di farti diventare mia." Le rispondo ed appoggio ancora le mie labbra sulle sue. Ci baciamo dolcemente ancora per qualche minuto e poi lei scende dal bancone ed inizia mangiare come un piccolo maialino rosa. Certe volte vi stupisce però io adoro questo suo modo di fare, non le importa cosa pensa la gente di lei. E questa è davvero una cosa fantastica perché non se la prende per ogni minima cosa - il più delle volte - perché se ogni tanto le dici qualcosa, anche di insignificante, lei si arrabbia.
"Sei pronta per andare?" Le chiedo ed allungo un dito per pulirle una macchietta di Nutella che ha sull'angolo della bocca.
"Sì." Risponde pigolando lei, con la mia maglietta gialla addosso sembra davvero un pulcino.
La prendo in braccio in stile sposa e la porto verso il garage di casa mia. Con un braccio la tengo attaccata al mio corpo mentre con l'altro cerco di aprire la portiera dalla mia Audi nera.
Appoggio Katniss delicatamente sul sedile della macchina e poi, dopo essere salito anch'io, metto in moto e partiamo.
"Allora dov'è il posto misterioso di cui mi hai parlato prima?" Domanda prendendomi una mano che le avevo posato precedentemente sulla coscia.
"Non te lo dico ma sono sicuro che ti piacerà un sacco." Rispondo accarezzandole il dorso della sua mano.
Ha davvero la pelle morbida e setosa.
"Okay, spero solo che non sia un campo da calcio perché, anche se lo adoro come sport, oggi ho davvero voglia di fare qualcosa insieme a te." Poi si lancia in un monologo in cui parla di quanto le piaceva quando eravamo in Brasile perché stavamo insieme tutti i giorni anche se non eravamo fidanzati e così.
Io sorrido ed annuisco ma in realtà non la sto ascoltando perché sono completamente distratto. Ieri ho ascoltato una canzone bellissima e ho questa melodia piacevole che si ripete all'infinito nella mia testa.
Con la cosa dell'occhio guardo Katniss che è ancora assorta dal suo discorso e credo che abbia cambiato argomento.
"Manuel, ci sei?" Mi chiede risvegliandomi dai miei pensieri.
"Eh? Cosa?" Le domando confuso.
"Ti ho chiesto se ti ricordavi che settimana scorsa facevamo i 6 mesi di fidanzamento."
Cosa? Oh Mein Gott, si è accorta che ho fatto finta di dimenticarmi quella data.
"Sì, certo che mi ricordavo. Però volevo fare qualcosa di più carino che andare fuori a cena come fanno tutti quindi ho deciso che festeggeremmo in ritardo e il mio regalo sarà..." Creo un po' di suspance. "... una sorpresa!"
"Sai che a volte sei proprio strano, Manuel? Da quando si festeggiano le ricorrenze con una settimana di ritardo? Io ti ho preso un regalo che scommetto che ti piacerà tanto!"
"Cioè?" Le domando curioso.
"Un paio di guanti Adidas con scritto sopra Manuel & Katniss." Risponde sorridendo. Poi prende la borsa e ne tira fuori un pacchetto verde.
"Ecco, tieni amore." Dice porgendomi il mio regalo.
"Piccola, sto guidando."
"Lo posso aprire io, allora?"
"Certo."
Kantiss apre il pacchetto e ne fa uscire un paio di guanti Adidas uguali a quelli che ho già. Però i suoi sono più belli perché sui polsini al posto di aver scritto il mio nome e cognome c'è scritto Manuel & Katniss.
"È un regalo fantastico, tesoro." Le prendo una mano e la porto alla mia bocca baciandola. Poi riporto le nostre mani intrecciate sulla sua gamba. "Sono sicuro che ti piacerà anche il mio regalo."
"Non vedo l'ora di vederlo." Dice rigirandosi la mia mano grande nella sue piccoline.
"Hai ancora il braccialettino che ti ho regalato il secondo giorno in cui eravamo in camera assieme a luglio." Dice in soprappensiero.
"Non l'ho mai tolto." Le rispondo e poi mi distraggo un secondo a guardare le sue dita che giocano con il mio braccialetto che è composto da un cordino nero ed un piccolo ciondolo con il segno dell'infinito.
Lei sorride e dice: "Sai, è importante per me. È stato uno degli ultimi regali che mi ha fatto il mio padrino prima di morire."
"Grazie per averlo dato a me." Le rispondo sorridendo.
"Manuel, nell'istante stesso in cui ti ho conosciuto, ho sentito che in te c'era qualcosa di cui avevo bisogno. Ma non era qualcosa. Eri tu. " Mi dice.
Alla stronzetta piace citare le frasi dei libri? Allora lo farò anch'io.
"Mi sono innamorato così come ci si addormenta: prima piano piano, e poi tutto in una volta."
"Che frase fatta!" Risponde con finto disgusto.
"Anche la tua lo era, Katniss." Cerco di difendermi.
Poi scoppiamo a ridere come due cretini.

"Allora, ti piace il posto dove ti ho portata?" Domando a Katniss cingendole i fianchi con le mie braccia muscolose.
"È fantastico!" Risponde sorridendo e guardandosi attorno meravigliata. L'ho portata nel posto che preferisco in assoluto a Monaco cioè un grandissimo bosco dove in mezzo scorre un fiume e c'è una magnifica cascata. Adesso io e lei siamo davanti ad essa e stiamo guardando l'acqua cadere nel letto del fiume. Ci avviciniamo di più e una serie di schizzi d'acqua ci colpisce in faccia. Prendo Katniss tra le mie braccia e la bacio dolcemente. Poi ci sediamo sull'erba morbida e restiamo accoccolati. Le nostri mani sono intrecciate e il suo corpo è vicinissimo al mio.
Chiacchieriamo per un po' e poi le dico che la voglio portare a vedere la sua sorpresa per il nostro anniversario.
Camminiamo per qualche minuto immersi nella natura e poi arriviamo davanti ad una casa che ha l'aria di essere abbandonata da qualche anno.
"Hai deciso di restaurare questa casetta?" Mi domanda Katniss alzando un sopracciglio.
"No amore, la sorpresa è dentro." Le dico e le faccio cenno di seguirmi all'interno. "Ho chiesto a Robben, visto che era in zona, se poteva portare qui il tuo regalo e lui ha accettato quindi adesso se sali al piano superiore troverai una scatola."
Lei, con uno scatto, sale le scale e poco dopo la sento urlare di gioia.
Con calma salgo anch'io e la trovo con la piccola Catnip tra la braccia.
Catnip è un cucciolo femmina di Pastore Tedesco di appena due mesi che ho comprato la settima scorsa, proprio il 12 dicembre.
"Manuel, è bellissima! Come si chiama?" Mi domanda prendendo in braccio il cagnolino.
"Catnip, per il nome devi ringraziare la mia super fantasia perché ti giuro che non riuscivo proprio a trovare un nome adatto ad una creaturina così bella. Poi ho deciso di darle un nome simile al tuo ed alla fine è uscito Catnip."
"È davvero un pensiero dolcissimo." Dice lei e si avvicina a me. Ci baciamo intensamente ed intanto Catnip cerca di leccare i nostri visi.
Il resto del pomeriggio passa con noi che giochiamo con la nostra cagnolina.

+

Alla sera io e Katniss ci addormentiamo sul divano di casa mia con Catnip che sonnecchia tra le nostre braccia.

A TRUE LOVE STORY NEVER ENDS 2 || M. Neuer & J. LawrenceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora