11 mesi dopo,
7 giugno 2015KATNISS' POV
È tutto buio nella mia testa.
C'è solo il vuoto totale.
Mi fanno male le ossa del corpo e faccio fatica a capire dove sono. Non ricordo niente di quello che è successo nelle ultime ore, è come se non le avessi vissute affatto.
Cerco di aprire gli occhi, mi fa male la testa e la luce che entra prepotente nella stanza non mi aiuta di certo.
Metto a fuoco ciò che mi circonda: sono in una camera da letto. Le pareti bianche fanno riflettere ovunque la luce del sole.
Poi sento delle mani che mi accarezzano i capelli e mi rendo conto di non essere sola.
"Piccola, finalmente ti sei svegliata." Quella voce, quell'accento portoghese.
All'improvviso mi sento sporca e spogliata completamente ed una strana sensazione divora lo stomaco.
Cosa ci faccio nello stesso letto di Neymar?
Mi alzo a sedere, coprendo il mio corpo con un lenzuolo; anche se sono vestita, non voglio farmi vedere da lui.
"Piccola, che c'è?" Chiede apprensivo.
"Cosa mi hai fatto?" Mi alzo dal letto di scatto e mi guardo intorno cercando di capire dove sono.
"Tranquilla, ieri sera siamo andati a festeggiare la vittoria della Champions e tu hai alzato troppo il gomito così ti ho portato in albergo con me." Spiega ma qualcosa nella mia testa mi dice che non è la verità, lo capisco dalla sua espressione.
"Dove sono adesso?" Incalzo ancora.
"Sei in un albergo di Berlino." Lo dice come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
"Devo andare adesso, devo andare da Manuel."
"Non puoi guidare in queste condizioni, devi prendere del Brufen perché avrai sicuramente mal di testa e poi devi mangiare qualcosa. Adesso tu ti fai una doccia mentre io ti procuro dei vestiti." Si alza anche lui dal letto e noto con disappunto che indossa solo un paio di boxer verdi.
"Okay..." Acconsento così me ne potrò andare prima.
Lui si riveste ed esce dalla camera, lasciandomi così da sola.
Vado in bagno ed osservo la grande doccia che lo occupa per metà.
Ho davvero bisogno di farmi una doccia fredda, mi aiuterà contro la sbronza di ieri sera (a detta di Neymar).
Mi sfilo la maglietta ed i pantaloni della tua, questi vestiti non sono miei.
Scuoto la testa pensando a cosa possa essere successo la sera prima.
Entro nel box e l'acqua tiepida mi da subito sollievo ai muscoli indolenzitiRimango per un bel po' sotto il getto d'acqua. Esco perché sento Neymar rientrare in camera e chiamarmi.
Avvolgo il mio corpo in un asciugamano dato in dotazione dall'hotel ed esco dal bagno.
"Qui ci sono i tuoi vestiti che ieri sera ho portato in lavanderia e qui c'è una spremuta, un toast e qualche pastiglia per il mal di testa." Prima indica i vestiti puliti appoggiati sul letto e poi il vassoio sul comodino.
Mi avvicino riluttante alla pigna di vestiti lavati e cerco l'intimo.
Torno in bagno per cambiarmi e successivamente per mettere il resto, cioè un paio di jeans ed un top di pizzo semitrasparente.
"Dove sono le scarpe?" Chiedo a Neymar.
Indica i piedi del letto, dove ci sono le mie scarpe col tacco bianche.
"La borsa?" Domando poi, in risposta mi indica la sedia vicino alla finestra.
Mi avvicino e ci frugo subito dentro, in cerca del telefono che fortunatamente ha la batteria al 57%.
Ci sono un paio - anzi - un sacco di messaggi da parte di Manuel e molte chiamate perse sempre da lui.Come sta andando?
Inviato alle 20.33Ha vinto il Barça :(
Inviato alle 23.05Amore tutto okay? Perché non rispondi?
Invitato alle 23.15Mi sto preoccupando :/
Inviato alle 23.23Dove sei? Che stai facendo?
Inviato alle 0.12Ti prego, rispondi alle chiamate.
Inviato alle 0.44Ho capito: sei arrabbiata con me perché non sono venuto. Buonanotte piccola, ti amo.
Inviato alle 0.59Alzo gli angoli della bocca in un sorriso sincero. Manuel è così premuroso. Gli digito in fretta la risposta spiegandogli che ieri sera non ho guardato il telefono ma omettendo della mia sbronza.
"Neymar, adesso devo andare!" Gli dico prendendo la mia borsa ed infilando le fastidiose scarpe con il tacco.
"Prima fai colazione!" Mi guarda severo.
"Okay, papà." Gli rispondo ridacchiando. Ingurgito il sandwich e bevo in fretta il succo.
"A proposito, dov'è Davi? Ieri sera mi avrebbe fatto piacere vederlo..." Gli dico, mentre mi ripulisco la bocca dalle briciole.
"L'ho lasciato con mia madre e Rafaela che non sono potute venire a Berlino." Mi spiega mentre si cambia.
"Quando posso tenerlo io?" Domando, ho davvero voglia di passare del tempo con mio figlio.
"Non so, quando torni a casa?"
"Credo domani o dopo perché devo mettermi sotto con lo studio, ho la maturità quest'anno."
"Va bene, te lo porto il prima possibile, studentessa liceale."
Ridacchio per il ridicolo soprannome che mi ha affibbiato e poi lo saluto.
Esco dalla camera e, dopo aver preso l'ascensore, raggiungo il parcheggio sotterraneo.
La mia Porsche è parcheggiata vicino alle Ferrari gialla di Neymar.
Prendo le chiavi dalla borsa ed apro la macchina.
Prendo poi il telefono, l'applicazione Mappe mi aiuterà ad arrivare a Monaco. Butto le mie robe sul sedile posteriore e parto.
Sono le 9 di mattina e se tutto va bene dovrei arrivare là tra 5 ore e 19 minuti.
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A TRUE LOVE STORY NEVER ENDS 2 || M. Neuer & J. Lawrence
Fanfiction•2º LIBRO• ❝L'unica certezza che avevo era l'amore di Manuel. Sapevo che lui era tutto ciò di cui avevo bisogno. Manuel era una costante della mia vita e avrei lottato per tenerlo stretto a me. Non l'avrei mai lasciato andare. E avrei fatto di tut...