Capitolo 6

418 25 0
                                    

7 mesi dopo,
12 gennaio 2015

KATNISS' POV
Volete sapere come è andata poi la vacanza con Manuel? Una merda.
Abbiamo litigato quasi sempre e poi non siamo stati neanche molto insieme perché lui ogni tanto prendeva e spariva per qualche ora. E più di una volta è tornato a casa che puzzava di alcool e di fumo. Ho cercato di non badare a queste piccole divergenze che c'erano tra di noi però, dopo cinque sere consecutive che tornava ad orari impossibili ed era davvero fatto, io non ce l'ho fatta davvero più.
Per i restanti 12 giorni, perché tra l'altro siamo dovuti rientrare prima per via della premiazione del Pallone d'Oro, non abbiamo fatto altro che litigare al mattino ed ignorarci completamente fino alla sera quando ritornavamo nel nostro appartamento e, dopo aver discusso ancora, ci davamo alla pazza gioia con una sessione notturna di sesso selvaggio.
Non mi posso lamentare perché Manuel è un ragazzo fantastico però ogni tanto - quando è particolarmente stressato - è meglio ignorarlo perché si arrabbia per ogni piccola cosa.

Comunque siamo ritornati dalle Maldive l'undici al posto che il trenta gennaio ed adesso siamo in un albergo di Zurigo.
Sono contentissima per Manuel perché è tra i tre finalisti ed è un onore per un portiere però vorrei che lui condividesse la sua gioia con me perché è davvero troppo distante.
"Amore?" Cerco di chiamarlo visto che è da una buona decina di minuti che sta cercando di allacciarsi la camicia, senza successo perché è ancora tutta aperta e riesco a vedere la sua pelle pallida brillare nell'oscurità della stanza perché ci sono solo le lampade dei comodini accese. Tranquilli, non brilla come Edward Cullen!
"Manuel?" Lo richiamo perché ha deciso di ignorarmi.
Silenzio, ancora.
Mi alzo dalla cassettiera su cui sono seduta e mi avvicino a lui.
Gli metto le mani sulle guance e porto il suo viso vicino al mio.
"Manuel, ti amo." Gli dico ed appoggio le mie labbra contro le sue. Non risponde al bacio e si limita a rimanere fermo davanti a me.
"Manuel, amore mio, sono solo tua. Ricordatelo. Anche se durante la vacanza abbiamo litigato e ho passato più tempo con Neymar e suo figlio che con te, non vuol dire che io non ti ami. Manuel, io sono solo tua. Tua e di nessun altro. Ti appartengo dal primo giorno in cui di ho visto 7 mesi fa." Gli dico accarezzandogli le guance.
Forse mi sono dimenticata di dire che sfortunatamente - in un certo senso - il nostro vicino di appartamento era Neymar da Silva Santos Jùnior e con lui c'era suo figlio di quattro anni, Davi Lucca.
Ho passato un sacco di tempo con lui ed il figlio perché Manuel non era mai con me. Mi sono divertita con loro però avrei preferito non incontrarli.
"Manuel, non dici niente?" Chiedo e ormai le lacrime che sto trattenendo da giorni rischiano di rigarmi il volto.
"Katniss. Perdonami." Dice chiudendo gli occhi e capisco che anche lui è distrutto.
"Quello sempre. Non riuscirei mai ad immaginare la mia vita senza di te perché tu sei la mia vita e non avrebbe senso viverla senza di te. Però ti supplico di dirmi cosa ti è successo durante la nostra vacanza." Una lacrima scende silenziosa lungo la mia guancia e lui appoggia le labbra su di essa per scacciarla via.
"È colpa mia. La seconda sera che eravamo in albergo ho visto che ridevi e scherzavi con Neymar." Colgo chiaramente il disprezzo nella sua voce quando pronuncia quel nome. "Io ti ho visto con lui e sembravi così presa da quella testa calda. Eravate perfetti insieme e ti giuro che non ci ho visto più dalla gelosia. Volevo andare da lui e spaccargli la faccia, avrei voluto minacciarlo però tu saresti stata lì e avresti di sicuro inizia a piangere perché stavo picchiando il tuo amante e-"
"Non è il mio amante." Gli tiro una sberletta leggera sul braccio.
"Lo so però in quel momento avevo davvero paura che ti scopasse così davanti a tutti. Poi lui ha preso suo figlio in braccio ed è andato in camera. Ho deciso di andarmene sennò ti giuro che gli avrei fatto davvero male. Ho deciso di andare ad ubriacarmi e già che c'ero ho fumato della Marijuana."
"Ma sei cretino? Cosa cazzo ti salta in mente? Manuel, tra me e Neymar non c'è stato niente. Avresti potuto rimanere con noi ma no, tu devi sempre fare il geloso e possessivo. Io amo solo te, quanto volte te lo devo ripetere? Non è che se parlo con un ragazzo vuol dire che automaticamente abbia dei rapporti sessuali con lui.
Adesso che abbiamo chiarito - più o meno - facciamo pace e per questa sera facciamo la coppia felice?" Gli dico appoggiando la testa sul suo petto.
"Sì, amore. Scusami, lo so che sono un cretino." Sospira ed allaccia le braccia intorno ai miei fianchi.
"Tu sei il mio cretino." Chiudo gli occhi ed inalo il suo profumo che mi fa sentire come se fossi a casa.
"Ti amo più della mia vita." Dice Manuel e mi prende il viso tra le mani. Mi bacia dolcemente come non faceva da settimane e con tanta fatica mi sfila il vestito bianco che ho addosso.
Guarda il mio corpo seminudo e dice con gli occhi pieni di lussuria. "Amore, abbiamo ancora mezz'ora prima di uscire e vorrei farti stare bene, quindi... Sdraiati sul letto." Dice lentamente ed ogni volta che sento la sua voce vorrei davvero fargli ripetere il mio nome all'infinito perché non c'è suono più bello.
Mi sdraio sul letto e lui si stende sopra di me.
Lascia una scia di piccoli baci che partono da sotto il mio lobo ed arrivano appena sopra il mio seno.
Con la sua mano inizia a palparmi una tetta ed i miei capezzoli si induriscono sotto il suo tocco delicato. Mi ruba un piccolo bacio sulle labbra e mi dice con voce piena di piacere che sono fantastica.
Manuel allarga le mie gambe in modo da potersi posizionare tra di esse. Lentamente le sue mani arrivano fino all'elastico dei miei slip gialli.
Li toglie lentamente e poi infila un dito dentro la mia intimità bagnata dal piacere.
Gemo quando sento il suo dito freddo contro la mia pelle calda e gli dico di non fermarsi.
Si muove lentamente dentro di me e stuzzica il mio clitoride; poi infila un altro dito e il piacere aumenta.
"Manuel, ti voglio dentro di me." Sussurro tra un gemito e l'altro, gli occhi sbarrati dal piacere.
"Piccola non c'è abbastanza tempo." Dice tranquillamente e poi con un rapido gesto di fionda sulla mia intimità e sostituisce le dita con la sua morbida e vellutata lingua. Inizia a picchiettare l'entrata del mio sesso e poi la affonda dentro il mio corpo tremante. Gli tiro i capelli e gli spingo la testa più a fondo, più vicino al centro del mio piacere.
I suoi movimenti sono lenti e circolari.
Lenti e circolari dentro la mia intimità che vorrebbe di più.
I suoi colpi iniziano a farsi più veloci e disperati.
Capisco che anche lui vuole di più ma la mancanza di tempo c'è lo impedisce perciò ancheggio contro la sua bocca e lui sembra gradire.
La sua lingua è una dolce tortura nella mia intimità bagnata e quando finalmente raggiungo l'apice lui si alza dal mio sesso. Appoggia la testa vicino alla mia.
"Amore, dopo finisco il mio lavoro." Mi dice e mi premia con un bacio.
Si alza e mi lancia il vestito che era rimasto sul pavimento poi continua a vestirsi.
Con molta lentezza mi alzo dal letto e mi rimetto gli slip ed il vestito bianco.
Infilo un paio di scarpe rosse col tacco, giusto per dare un tocco di colore al mio outfit e poi aiuto Manuel ad allacciarsi la giacca e la camicia.
Lo guardo sognante e gli dico: "Manuel, sei bellissimo."
I suoi capelli biondi sono tutti scompigliati e gli danno l'aria di uno che si è appena dato da fare.
"Amore, tu sei bellissima." Risponde e mi da un bacio a fior di labbra.

+

"Il vincitore del Pallone d'Oro 2014 è..." L'annunciatrice di ferma per creare un po' di suspance.
Nella mia mente si ripetono solo due parole: Manuel Neuer.
Deve assolutamente vincere lui perché si è dato tanto da fare come portiere ed è anche diventato il migliore al mondo.
Manuel, Manuel, Manuel...
"Cristiano Ronaldo!" Dice poi la ragazza che ha in mano il microfono con un piccolo urletto di eccitazione.
Qualcuno applaude, qualcuno fischia ma il più contento sembra essere Ronaldo che si avvia tutto sorridente verso il palco per ricevere l'ennesimo premio.
Guardo Manuel, non sembra essere sorpreso e nemmeno deluso. Cerca di sorridermi.
"Fa niente, mi basta essere stato inserito nella formazione ideale FIFA."
"Amore tu sei e rimarrai il mio campione. Chissene frega di quella testa calda di Ronaldo e di quello stupido premio." Gli dico sorridendo e poi lo bacio, fregandomene degli sguardi che ci lancia la gente e dello sguardo di un ragazzo in particolare cioè Lionel Messi.
Mi ha detto più volte che si è preso una cotta per me ed io ero tipo: Cosa? Sei sposato e hai un figlio!
"Campione, adesso torniamo in albergo!" Dico tirando una piccola pacca sulla coscia del mio uomo che ridacchia.

A TRUE LOVE STORY NEVER ENDS 2 || M. Neuer & J. LawrenceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora