Fire boy

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"E tu chi sei?!?" Dissi nascondendo il Busto sotto il lenzuolo leggero, "ecco è u po difficile da spiegare... mi crederesti se ti dicessi che sono un supereroe?"
"Altroché se ti crederei!" Aspetta un minuto non posso certo svelare la mia identità! "Poi salutami super girl miraccomando!" Dissi con fare scherzoso, probabilmente ero troppo ossessionata dalla marvel in quel periodo... ma funzionò lo stesso.
"Cosa ti porta da queste parti fire boy?" Dissi ridendo "fire boy? Sai mi piace come nome" mi disse lanciandomi una frecciatina, "comunque sul serio perché sei a casa mia?!?" Questa volta il mio tono è leggermente alterato, dopotutto c'era un ragazzo, che non conoscevo , nella mia camera ed ero in pigiama, per giunta nel letto, arrossì lievemente a questi pensieri "Allora... ehm..." Si guardò intorno, come per studiare la mia camera, si fermò quando raggiunse una mensolacon le statuette delle winz di Marlene "... fatina... ti posso chiamare fatina?" Rido all'affermazione "solo se ti posso chiamare bimbo fuoco" scoppiaì in una fragorosa risata e se non mi avesse tappato prontamente la bocca, i miei genitori ci avrebbero sentiti di sicuro.
In quel momento mi resi conto che eravamo rimasti imprigionati l'uno nello sguardo dell'altro, da quando ci eravamo avvicinati, sarei rimasta così per sempre ma arrossì, lui se ne accose e distolse lo sguardo rapidamente allontando la sua mano dal mio viso.
"Ehm... devo... dovrei... a-andare" Disse prima di varcare la soglia della finestra ancora semi aperta, feci per fermarlo ma lui era già sparito, lasciando dietro di sé solo il ricordo ed un foglietto, con la scritta - Ritornerò presto fatina mia - è quasi magico come quattro paroline messe in croce ti facciano rivivere un intero momento, sentivo che quel ragazzo era speciale, non era sicuramente come JJ o Sally, lui era qualcosa di più.
Mi rimboccai le coperte ripensando a lui, chissà perché era scappato così all'improvviso, avrei voluto seguirlo a tutti i costi, ma la mia identità me lo impediva, avrei voluto rincorrerlo, dirgli il mio nome, ma non so perché rimasi in mobile, come se non potessi controllare il mio corpo, forse semplicemente non era ancora il momento giusto, si probabilmente era così, ma perché capitavano tutte a me? Non me lo spiegherò mai.
Tirai su col naso in quei giorni avevo un leggero raffreddore, afferrai un fazzoletto mi ripulì e mi stesi nuovamente sul letto, poi chiusi gli occhi, per addormentarmi.

Briggitte e la scuola degli eroiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora