Missione di soccorso

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Passai delle ore insieme a Sally, per poi arrivare alla sperata conclusione, che l'unica cosa, capace di infettare gli esseri viventi era quel siero.
Ci sentiamo più tranquille, avevamo temuto di aver creato un virus infettivo, capace trasmettersi da una persona all'altra.
La madre di Sally, era contenta che ci fossimo riappacificate, i miei genitori concordavano con lei e mi lasciano dormire da Sally, anche se invece di divertirci insieme, come pensavano loro, studiavamo le possibili soluzioni al nostro problema gattastrofico...
Nei giorni seguenti Sally documentava i cambiamenti che aveva avuto il mio corpo, in modo da poter studiare il processo di mutazione e contrastarlo.
Ovviamente non volevamo che ci fossero imprevisti e decidemmo di testare le nostre cure tramite delle simulazioni, che, purtroppo non andavano mai a buon fine.
Il terzo giorno di quella settimana, Sally ed io decidemmo di aver bisogno di aiuto, così telefonò a due amiche, di cui si fidava molto.
Io non avevo ancora avuto dei particolari cambiamenti, oltre l'aver sviluppato un udito molto sensibile, ma fortunatamente non avevo delle orecchie feline come quelle della mia amica...
Stavo guardando fuori dalla finestra, pensando, quando sentì nuovamente un rumore molto forte, ero consapevole che il rumore potesse essere molto lontano, ma mi spaventata lo stesso, poi tesi l'orecchio per sentire di più ed allora udì una ragazzina che strillava.
Afferrai dalla scrivania una delle riproduzioni della maschera di Little Cat (che avevo comprato ad una fiera), non so come mi venne il coraggio, in quel momento mi sentivo in dovere di fare qualcosa, mi lanciai fuori dalla finestra, scivolando giù per il palo della luce fortunatamente presente, ad un certo punto, persi l'equilibrio e caddi perdendo la presa, mi ritrovai inspiegabilmente in piedi, ma non mi feci troppe domande, svoltai l'angolo, la bambina mi guardò come se fosse felice di vendermi, ma un ragazzo, che la stava tirando fino a qualche secondo prima, si diresse verso di me con aria minacciosa, avevo paura ma la maschera sul viso mi faceva sentire in dovere di aiutare la piccola, sentì una spinta di sicurezza mai provata e afferrai la ragazzina fuggendo ero più agile grazie al siero e abbastanza forte da portarla in braccio, più la guardavo più mi sembrava Marlene.
Il ragazzo continuava a seguirci finché non si getto su di me per bloccarmi, la ragazzina fuggì ed io per liberarmi persi la maschera, prima di scappare.

Briggitte e la scuola degli eroiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora