Due

540 12 0
                                    

Quella notte non chiusi occhio.
Dopo aver rivisto Pierre ed essere scappata via farfugliando cose senza senso ero terrorizzata all'idea che avesse capito tutto, tanto che mi alzai e andai in bagno a vomitare. Quando tornai a letto El cominciò a piagnucolare, così la presi in braccio e la coccolai cantandole una canzone, ma non si calmò perciò le diedi un po' di latte caldo. Non appena lo finì crollo tra le mie braccia così la rimisi nel lettino e tornai in bagno a sciacquarmi il viso; quando ripresi sonno erano le quattro passate.
Alla mattina fu El a svegliarmi; chiamava "mamma" aspettando una mia risposta, ma la verità era che avendo dormito poco e soffrendo il jet leg mi sentivo terribilmente sfinita, tanto che ci misi un po' ad accorgermi che stesse piangendo. Mi alzai di scatto sbattendo contro il comodino e la presi in braccio
<Sshh...sshh> cercai di calmarla un minimo prima di darle il suo cuccio
<Ecco, prendi questo> glielo infila in bocca e lei comincio a succhiarlo con foga, aveva fame; misi a scaldare un po' di latte e tritai all'interno dei Plasmon. La lasciai nel lettone a berlo mentre andai in bagno a lavarmi e indossai un completino bianco molto simile a quello da tennista, con tanto di berretto del medesimo colore e raccolsi i capelli in una coda bassa; spogliai la piccola e la pulii con delle salviette umidificate per poi farle un bagno. La lavai con cura e la vestii con un pantaloncino bianco e una maglietta rosa con un fiorellino ricamato sopra; le asciugai i capelli e le misi un cerchietto con un fiocco. Uscii dalla camera dopo aver coperto le occhiaie con del correttore e mi diressi di sotto per la colazione; optai per un cornetto al cioccolato e un cappuccino, poi con l'autista personale raggiunsi mio padre al circuito
<Toto, c'è una persona che vuole vederti> disse la sua assistente facendomi entrare nel suo ufficio
<Bella! Vieni entra, non mi aspettavo di trovarti qui; pensavo ci saremmo visti stasera a cena> entrai con in braccio El e lui si alzò subito venendomi incontro
<Ciao principessa> la piccola si allungò verso di lui afferrandogli un dito con cui iniziò a giocherellare mentre parlavamo
<Io- se vuoi ce ne andiamo, a me faceva piacere vederti prima ma se sei occupato posso->
<Non preoccuparti, ho sempre tempo per le mie due principesse> sul suo volto si dipinse un sorriso e io non potei non rimanerci più felice; mi sedetti al suo fianco e cominciammo a parlare di come fosse andato il viaggio, di come procedevano le prove libere e di quanto Lewis fosse forte in pista, fin quando qualcuno bussò alla porta
<Toto, mi dispiace interrompervi ma c'è del lavoro da fare, dovresti venire con me> un uomo sulla cinquantina sbucò solo con la testa e fece si che la conversazione tra me e mio padre finisse
<Si arrivo subito> guardò prima lui che se ne andò annuendo e poi me
<Mi dispiace Bella, continueremo stasera, adesso vai, è quasi ora di pranzo> disse controllando l'orologio poggiato sull'enorme scrivania; uscii salutandolo con un bacio sulla guancia e mi incamminai verso l'auto che ci riportò indietro

Varcata la soglia dell'hotel raggiunsi mia madre nel ristorante del medesimo, dove pranzammo con delle tagliatelle ai funghi porcini e salsiccia e delle verdurine grigliate. El mangiò delle pennette con del pomodoro fresco e qualche fettina di pesca. Quando tornai in camera chiusi le tende e la misi nel lettino per il riposino; io lessi "Cime Tempestose" per quasi la metà del pomeriggio, poi crollai. A svegliarmi questa volta non fu la bambina, ma un tamburellare continuo alla porta della mia camera; ancora assonata andai ad aprire e trovai il mio migliore amico in tutto il suo splendore
<Lewis, cosa ci fai qui alle...15:00 del pomeriggio?> avevo dormito per una quarantina di minuti scarsi
<La mia doccia ha qualche problema, posso usare la tua per oggi?> lo guardai dalla testa ai piedi, se avesse usato la doccia avrebbe fatto di sicuro casino ed El si sarebbe svegliata
<El dorme, sei pulitissimo non hai bisogno di una doccia, a stasera> gli chiusi la porta in faccia e tornai sul letto, ma il mio amico insistette per entrare
<Se svegli me o lei ti giuro che la prossima doccia te la fai con il colorante fucsia!> aprii di scatto la porta e lui si precipitò dentro ridendo sottovoce
<Sta tranquilla so essere piuttosto silenzioso-> urtò contro la sedia e questa cadette a terra con un tonfo; spalancai gli occhi e mi precipitai al bordo del lettino; El dormiva e non si era accorta di nulla, pericolo scampato. Lewis era corso in bagno chiudendosi dentro, al che mi avvicinai alla porta e sussurrai nera
<Questa me la paghi!> rise tappandosi la bocca e io tornai al letto, svegliandomi quando qualcuno stava di nuovo bussando alla porta
<Lewis! Ti giuro che se sei ancora tu-> mi bloccai quando riconobbi Pierre
<Posso entrare?> chiese piano, al che annuii e gli lasciai spazio. Si guardò intorno al lungo, poi si sedette sul letto e osservò la bambina dormire beata
<Non credevo avessi una sorella> sorella? Credeva davvero che fosse mia sorella? Era ubriaco o cosa?
<Pierre-> non mi lasciò parlare e incominciò un monologo sul fatto che non si aspettava di trovarmi qui e sulla piccola, sul fatto che non mi somigliasse molto ma al tempo stesso avesse i miei capelli e il mio nasino, al che mi ritrovai costretta a farlo
<Pierre è mia figlia> mi fissò a lungo stando in silenzio, poi mi fece cenno di continuare
<Mia e di-> no, no, non dovevo farlo, avrei mandato a monte tutto
<Di?> anche lui sembrava spaventato, ma mai quanto me, tanto che andai nel pallone e lo cacciai a forza dalla camera
<Di nessuno, esci di qui Pierre, non so cosa tu sia venuto a fare ma è ora che tu te ne vada> lo spinsi fuori e chiusi bruscamente la porta facendo svegliare di soprassalto El che iniziò a piangere
<Sshh, sshhh, mamma è qui, va tutto bene> le ripetevo cullandola tra le mie braccia. Si calmò solo dopo che le diedi il ciuccio e le promisi che avremmo fatto una passeggiata. Le infilai le scarpine e aprii il passeggino, la legai e andammo verso l'ascensore. Scrissi un messaggio a mamma dicendole che saremmo tornate entro le 19:00 e gettai il telefono nella borsa, promettendo di calmarmi e passare del tempo all'aria aperta con mia figlia. Passeggiamo a lungo e incontrammo persino un gregge di pecore, poi tornammo indietro e ci preparammo per andare a cena con mamma e papà in un ristorante.
Tornammo in hotel che erano le 23:50, ci salutammo e ognuno tornò nella sua stanza per riposarsi, l'indomani sarebbe stato un giorno importante per papà e io volevo esserci, perciò mi struccai, mi cambiai e dopo aver messo a nanna El spensi la lucina sul comodino e crollai sfinita

La mattina mi alzai verso le 9:30 e dopo essere scesa a fare colazione, io ed El andammo con l'autista al circuito per assistere alla gara. Entrai nel box della Mercedes con la piccola nel passeggino e salutai papà con la mano; stava parlando con dei meccanici e non volevo assolutamente disturbarlo, sapevo quanto fosse importante per lui il suo lavoro. Mi guardai intorno e raggiunsi Lewis che si stava infilando la tuta
<Come sto?> chiese facendo una giravolta
<Sei bellissimo> gli dissi ridendo, poi continuai avvicinandomi e giocherellando con le sue treccine
<Promettimi di stare attento> la preoccupazione ogni volta che scendeva in pista cresceva sempre più
<Promesso> mi diede un bacio sulla mano e carezzò la gamba della bambina prima di scomparire; la sua promessa la mantenne, fin troppo, tanto che vinse lui quel Gran Premio facendo esplodere di gioia tutti, ma in particolar modo papà. Quando Lewis fece la sua entrata trionfante nel box venne accolto da abbracci e applausi, poi papà disse al settimo cielo
<Dobbiamo festeggiare, stasera!> era davvero contento, Lewis per lui era una certezza, una garanzia in pista oltre che un amico fidato
<Non esagerare Toto, sto solo facendo il mio lavoro> disse con modestia ridendo
<È deciso, stasera si festeggia!> esclamò dopo avergli messo un braccio attorno al collo; nel box scoppiò un urlo generale che fece avvicinare anche altri piloti per complimentarsi con il vincitore

Pierre's pov:
Ci incamminammo verso i box della Mercedes per complimentarci con Lewis quando vidi Bella applaudire e sorridergli; mi fermai immediatamente e posai gli occhi su Arthur al mio fianco: dopo la confessione di Bella avevo capito tutto
<Ei amico...tutto bene?> Arthur mi si avvicinò posandomi una mano sulla spalla
<Si, certo> annuì e riprese a camminare; non potevo permettere che la vedesse
<Ei, non credo sia il caso> lo fermai per un braccio e lui sembrò non capire
<Perché?> cazzo! Spostai lo sguardo da una persona all'altra individuando Bella e la piccola
<Beh, prima di tutto è pieno di gente> spostò lo sguardo verso le persone, soffermandosi su Bella che era di spalle, così lo presi per il mento e gli girai il viso verso il mio
<E poi abbiamo tutto il tempo per complimentarci con lui, perché farlo proprio ora?> risi nervosamente e lui sembrò più confuso di prima, poi cedette
<Va bene, come dici tu> si staccò dalla mia presa e si incamminò nella direzione opposta ai box della Mercedes; sospirai e lo raggiunsi correndo: per ora l'avevo scampata ma lui non era stupido, dovevo trovare il modo di parlare con Bella e convincerla a confessare tutto, infondo Arthur se lo meritava

sei sempre stata tu Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora