XV

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Percorro in silenzio la scala che dal reparto notte scende nell'ampio salone immerso nelle tenebre e, stringendomi nelle spalle, mi avvio verso la porta d'ingresso.

Libero il chivistello e lentamente giro la chiave facendo attenzione a non far troppo rumore, e al terzo giro di serratura la maniglia scatta sotto la pressione della mano. Sgattaiolo all'esterno richiudendo la porta alle spalle e stringo nel palmo il mazzo di chiavi; passo la mano libera lungo il cotone leggero che mi avvolge il braccio e rabbrividisco alla fresca carezza della notte.

Rapida percorro il perimetro della casa fino a giungere dove fino a qualche minuto prima avevo intravisto Izzy. Mi fermo accanto alla pattumiera e stretta nel mio stesso abbraccio perlustro con sguardo attento lo spazio deserto attorno.

- Izzy...- sussurro cercando di capire dove diavolo si sia cacciato.

- Sei sparita...-

Mi volto e lo trovo immobile contro la parete, a qualche passo dalla saracinesca che conduce al garage. Si accende una sigaretta, sbuffando sopra la testa la nuvoletta di fumo e mi raggiunge scostandomi con dita delicate una ciocca ribelle, che danza molesta contro la pelle della guancia.

Mi é mancato.

Mi é mancato da impazzire e prima che possa rendermene conto le sue labbra sono sulle mie, in un bacio che sa di disperata urgenza.

Il suo sapore mi stordisce e solo ora mi rendo conto che non é ubriaco lercio, solo maledettamente brillo. Mi stacco dal suo abbraccio e percepisco quello sguardo che tanto amo su di me. Sospiro in preda a mille pensieri, a mille ricordi mentre la voragine nel petto si espande sempre più.

Chiudo gli occhi e poggio la guancia contro il suo petto stringendo le dita della sua mano sinistra attorno alle mie.

- Hey...- sussurra liberando i polmoni dal fumo, ma non voglio staccarmi; non sono pronta a tutto questo.

- Non puoi stare qui, Iz-

- E perché no?-

- Perchè non puoi-

Mi solleva il viso, facendo leva con pollice e indice da sotto il mento, e cerca il mio sguardo sebbene io sia restia a qualsiasi tipo di contatto visivo. Il pollice scivola sul labbro inferiore, lento e l'altra mano scende delicata fino ai reni, spingendomi a lui.

Ed é un attimo. Scatto indietro, liberandomi dal suo abbraccio e mi volto dandogli le spalle.

- Perché sei qui?- domando cercando di riprendere il controllo delle emozioni e me lo trovo alle spalle, le labbra pericolosamente vicine alla gola che sfiorano l'orecchio.

Sono pietrificata. So che lui non mi farebbe mai del male, ma il panico inizia a farsi strada gelandomi sul posto mentre il cuore rischia di schizzare dal petto.

- Sei sparita e Slash é una tomba quando provo a chiedere di te... e io dovevo vederti - dice girandomi attorno e piantandomi le mani sul spalle - Non sei più venuta per suonare; non sei più venuta al pub con I tuoi amici...-

Le difese che ho cercato malamente di costruirmi attorno si sgretolano e mi ritrovo a dover lottare contro il desiderio di abbraccio e al tempo stesso di mandarlo via, più lontano possibile da me.

- Ash... aiutami a capire- dice.

- Cosa vuoi tu da me?- gli domando e questo volta lo guardo in viso, reggendo il suo sguardo serio e mi trovo a trattenere il respiro almeno finché lui non scende con lo sguardo sulle mie labbra serrate.

- Io voglio te, Ash. E ti voglio da impazzire! Cazzo, stai diventando un chiodo fisso ormai, e...- umetta le labbra e torna a guardarmi negli occhi - Voglio te ora. Voglio te nella mia vita e non me ne frega un cazzo se me la farai sudare, io voglio te al mio fianco - conclude accennando un piccolo sorriso.

Sono praticamente frastornata. Congelata sul posto.
Non so cosa rispondere e non so come comportarmi.
Se solo mi avesse fatto questo discorso settimane fa, ora sarei già nuda tra le sue braccia.

Asciugo una lacrima traditrice che scivola lenta lungo la guancia lo stringo poi forte a me, affondando il viso contro l'incavo del suo collo. Ho bisogno di lui, ora più che mai.

- Rimani con me ora? Ti voglio accanto -
mormoro respirando a pieni polmoni il suo odore, mentre altre lacrime fanno capolino bagnagli la spalla.

- Ovvio-

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Non so quantizzare quanto tempo sia passato, ma sentirmelo accanto, steso sul letto che si prende cura di me con delicati baci e impalpabili carezze mi ha, seppur per un breve attimo, riportato alla vita.

Stretta nel suo abbraccio mi lascio baciare, mentre la sua mano accarezza lenta la curva fisiologica della schiena fin sopra il gluteo. I suoi baci sono diversi da quelli che ricordo. Sono delicati, come ali di farfalla e privi di qualsiasi tipo di malizia. Sono dolci, lenti... a modo suo mi sta rispettando.

Se solo sapessi anche tu... sospiro e torno a nascondere il viso nell'incavo del suo collo sorridendo tra me e me.

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I tenui raggi solari che filtrano dalle imposte illuminano la stanza, ridestandomi da un sonno stranamente rigeneratore. Percepisco un corpo contro il mio, che mi abbraccia e stringe a sé, un corpo che ben riconosco e godo del calore che sprigiona contro il mio. Percepisco le gambe intrecciate alle mie e le braccia che mi avvolgono e sorrido al ricordo delle ore passate con lui tra le lenzuola che profumano della sua pelle.

Guardo l'ora lampeggiare dalla sveglia sul comodino e decido di liberarmi definitivamente dal suo abbraccio, non prima di aver speso qualche minuto a osservarlo.

I lunghi capelli neri coprono parte del volto ancora addormentato e mi trovo a spostarli per aver libero accesso ai tratti del viso. È bello, bello per davvero ed io ora mi trovo a domandarmi quanto tutto questo possa essere reale.
Raggiungo la scrivania e, presa carta e penna, appunto due frasi per il chitarrista addormentato nel mio letto, che lascio poi sul comodino, accanto al pacchetto di sigarette, alle chiavi e ai soldi che lui aveva sistemato prima di stendersi con me. Lo guardo un'ultima volta ed esco dalla stanza per infilarmi in doccia.

Di una cosa sono certa, Izzy può girare liberamente per casa oggi senza che a mia madre prenda un colpo nel vederlo sbucare da dietro un angolo. Almeno fino alle quattro del pomeriggio.

Emergo dalla coltre di vapore che satura il bagno, avvolta in un candido telo da doccia con I capelli strizzati in cima alla testa, bloccati da un mollettone nero, e la pelle ancora gocciolante e bollente di doccia. Sistemo bene il telo, assicurandolo al lato del corpo e torno in camera dove Izzy, in piedi accanto alla finestra aperta, osserva il panorama esterno fumando in silenzio una sigaretta. Volta il viso e I suoi occhi incontrano I miei.

- Buongiorno-

- Buongiorno a te, baby- risponde e prende un nuova boccata di fumo dalla sua Marlboro rossa.

Sorrido ma il mio gesto ha stranamente l'effetto contrario su di lui. Si acciglia e lesto mi raggiunge puntando lo sguardo ormai serio su di un punto preciso del mio viso.
Sta guardando il livido che mi marchia la guancia e la ferita al di sotto del labbro. Possibile che ieri non se ne fosse accorto?

- Cosa ti è successo?- dice sfiorando il vecchio ematoma con l'indice.

- Nulla. Sono caduta -

- No, non é vero...-

- Sono caduta, Iz-

Serra la mascella e si acciglia, ma me la da vinta pur non credendomi. Mi sposto e vado verso il comò dove, aperto un cassetto, faccio per pescare l'intimo.

- Mmm... sei perfida, lo sai?- dice ridacchiando e raggiunge il comodino prendendo le sue cose e infilandole nelle tasche dei jeans. - Passa a casa nel pomeriggio. Ora ho lezioni da fare...- si volta con un sorrisetto di scusa - ho una nuova alunna, penso qualcuna di tua conoscenza e arriverà tra quaranta minuti - dice e raggiuntami mi stringe a sè baciandomi possessivo. - E riguardo questo livido, io non to credo...-

Rimango immobile, con le braccia strette ai fianchi e sulle labbra il suo sapore.
Ha una nuova allieva...
Un pugno dritto allo stomaco.

Appetite For Destruction - Izzy. Gnr Novel - IN AGGIORNAMENTODove le storie prendono vita. Scoprilo ora