-Prologo-

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Il 1987 era ormai un ricordo, come un ricordo stava per diventare anche l'afosa estate del 1988, con settembre ormai alle porte e l'anno sabatico che molti di noi si erano prefissati prima di intraprendere chi il college in altri stati e chi il lavoro.

Siamo ormai maggiorenni, diplomati ma non ci sentiamo ancora pronti a lasciarci alle spalle la nostra città, le nostre vite e la nostra amicizia per affrontare un futuro sì ricco di nuove esperienze ma in cui saremo soli contro il mondo; un futuro in cui il noi come lo conosciamo non esisterà più, ma sarà un indeterminato punto di domanda.

E così si era deciso, o meglio avevano deciso, che avremmo passato un tot di tempo ( indefinito ) on the road, girando in lungo e in largo il Midwest e il Nord facendo sosta laddove vi erano eventi interessanti e si era già programmata la sosta per alcune città dove avrebbero suonato i Guns come gruppo spalla degli Aerosmith, ma questo solo per le città di Rutherford e Columbiae solo come tappa conclusiva della nostra lunghissima Gita.

Io, dal canto mio, avevo accettato volentieri spinta da mia madre che negli ultimi tempi aveva notato un lento miglioramento, finalmente un ritorno alla vita.
E così infatti era successo.
Tornare a parlare con conoscenti e amici e uscire, e divertirsi mi aveva riportato lentamente a galla; ma se da un lato ero tornata ad essere la ragazza di una volta, quella solare che amava uscire e divertirsi e che amava la compagnia ( o almeno ci provavo) dall'altro lato mi ero inevitabilmente allontanata da quel che avevo cominciato ad amare ma che reputavo negativo, da quel che sapevo sarebbe divenuta nel tempo una ossessione: Izzy.

Avevo messo definitivamente distanza tra me e loro, limitandomi ad andare ad ascoltarli nei locali, nascosta tra la folla lontana dalle prime file anche se puntualmente qualcuno di loro mi riconosceva.
All'inizio era stato doloroso vedere lo sguardo corrucciato di Slash che, da dietro i ricci, mi fissava quando i suoi occhi incontravano la mia figura, anche se col tempo quello sguardo si era fatto via via più lontano e freddo, fino a non soffermarsi quasi più su di me come se mi avesse relegato nel dimenticatoio.

Differente era stato con Izzy.

Non che gli avessi spezzato il cuore, quello no. Il cuore in mille pezzi era il mio.

Penso che lui si sia sentito solo ferito, pugnalato nel suo orgoglio, nel suo essere maschio e nel suo essere perennemente al centro delle mille mila fantasie femminili. Per un verso penso che si sia sentito usato, un balsamo per lenire le mie ferite più intime... e forse così sarà pur stato, non so! Non mi son mai soffermata a pensare a questo aspetto della nostra breve pseudorelazione, se così si poteva chiamare.

Dopo quella notte di circa un anno fa passata in camera mia, dopo avergli confidato tutto, erano seguiti altri due o tre incontri furtivi tra le mura della mia stanza, tutti finiti con dolci coccole e qualche innocente discorso senza però oltrepassare alcuno dei limiti che mi ero prefissata.

Non ero pronta per il sesso, come lui non era pronto a un rapporto senza di esso ma aveva accettato di buon grado il ruolo da amico e confidente. Il ruolo da amante senza però esserlo per davvero, anche se però sapevo che quel che non gli davo io lui lo prendeva altrove, tra una esibizione e l'altra o tra una lezione di chitarra e una visita di aitanti ragazze presso la Hell House.

Che fosse stato questo a farmi erigere un muro tra noi?

Probabilmente sì, come probabile era stato che per tornare a essere me stessa dovevo liberarmi di qualsiasi cosa mi portasse a ricordare, a essere debole. E lui, contro ogni pronostico, mi faceva sentire debole. Mi faceva sentire piccola e vulnerabile. Non ero più io.

Così avevo iniziato a cancellare le lezioni di chitarra, evitando di entrare in quella casa. Avevo iniziato a evitare I lunghi maggiormente frequentati dai ragazzi e se suonavano cercavo di tenermi più lontana possibile.
Avevo rimandato al mittente pass per il backstage del Whisky e non mi ero più affacciata alla finestra della mia stanza, quando I sassolini impattavano contro il vetro.

Ero stata categorica.
Ero stata forte.
Ero tornata ad essere la Ashley che gli altri conoscevano, almeno in apparenza.

Almeno finché lui se ne era andato in tour qualche tempo dopo, durante l'agosto di quello stesso anno, del 1987, lasciando un vuoto enorme per tutti i mesi successivi; ed era strano perchè finché lo avevo qui con me, a Los Angeles, combattevo i miei demoni per tenerlo lontano ma una volta partiti per il tour, pian piano la sua mancanza si era fatta strada, accentuata dalla fama che stavano avendo in giro per l'America.

Sì, ero diventata più forte ma sapevo di desiderarlo ancora nonostante avessi ripreso a uscire con Tom da mesi ormai portando la nostra relazione a un piano più fisico. Izzy era sempre presente nella mia testa e il suo ricordo continuava a bussare ogni qual volta mi lasciavo andare all'abbraccio del sonno. Era solo questione di tempo. Era solo questione di giorni.

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- Finalmente sei dei nostri Ash! Vedrai, ci divertiremo!-

Sorrido buttando a terra la sigaretta fumata quasi fino al filtro e poggio entrambe le mani sullo sportello chiuso del lato guida della macchina di Tom, chinandomi per guardare oltre il finestrino abbassato quasi del tutto.

La macchina é più che al completo, ospitando ben quattro persone dietro e lasciando, come di consuetudine, il lato passeggero libero per me... come ai vecchi tempi.

- Sali dai che andiamo - dice lui ingrandando la marcia, quasi a volersi sincerare che non possa avere ulteriore tempo per ripensarci.

Salgo sistemando il vestitino nero lungo le cosce e stringo in grembo lo zaino di jeans carico fino a scoppiare, di tutto ciò di cui una ragazza necessita per passare qualche giorno on the road; della borsa non mi curo e la lascio cadere tra i piedi. Mi spiego verso Tom e lo saluto come si deve, un dolce bacio sulle labbra.

Eh sì, alla fine siamo tornati a essere quello che eravamo stati o almeno ci stiamo provando perché io ho bisogno di un amico, di un confidente e un amante che mi capisca e mi voglia per quello che sono, e lui, beh lui non smette di ricordarmi quanto mi ami e che deficente che è stato in passato...

- Dove é il punto di ritrovo?- chiedo lanciando alle mie spalle lo zaino che capisce in pieno Linda.

- Ci vediamo direttamente al negozio. Vedrai che roulotte abbiamo affittato... una figata!- risponde la mia amica che nel frattempo sistema lo zaino dietro di sé, lanciandolo a sua volta nel portabagagli già pieno di borse e sacche da viaggio.

- Sarà una vacanza memorabile e... qualcuno ha una sigaretta che le mie sono nello zaino là dietro?-

Affondo la mano nella borsa ai miei piedi e afferro il pacchetto di Marlboro, che poi passo a Pam alle mie spalle non prima però di averne presa una per me. La porto alle labbra e la fiammella di un accendino mi compare proprio sotto al naso.

- Poi mi fai fare un tiro, però- dice Tom attendendo che la sigaretta prenda fuoco a contatto con il piccolo accendino che regge nella mano.

Aspiro un paio di volte ed espiro una generosa nuvoletta al di fuori del finestrino aperto, umettando poi le labbra mentre osservo il cielo farsi sempre più limpido, libero dalle poche velature che l'afa regala.

- Ricordarmi quale é il primo stop, per favore - chiedo guardandolo in viso e passandogli il cilindretto tra indice e medio -

Tom porta la sigaretta alle labbra e mette in moto, regalandomi un sorrisino quasi colpevole

- In qualche zona del Kansas -

Lo guardo a bocca aperta, come se avesse detto chissà quale atrocità ma effettivamente alle mie orecchie questa suona come una pugnalata tra le scapole. Avremmo dovuto fare quasi un giorno di auto per arrivare nel nulla del Kansas.

Da pazzi!

Mark si sporge tra i nostri due sedili, picchiettando sulla spalla dell'amico che lo guarda dallo specchietto retrovisore.

- Eh no. Io direi di fare più pause in ogni singolo stato. Mica stiamo facendo la staffetta... intanto arriviamo alla nostra bella casa su ruote e poi buttiamo giù tutti insieme un itinerario- conclude battendo il palmo sulla spalla del ragazzo e torna a sedere dietro.

- E tu ridi?- mi domanda Tom piccato e gli tolgo la sigaretta dalle labbra, stampandogli un bacio sulla guancia prima di tornare a guardare avanti.

Sarà una vera avventura... una pazza avventura all'insegna del vero On the road

Appetite For Destruction - Izzy. Gnr Novel - IN AGGIORNAMENTODove le storie prendono vita. Scoprilo ora