Mansfield, 24 Agosto 1988 - Parte 2-

57 3 1
                                    

Costeggio l'alta recensione cercando di sbirciare oltre I container e le rulotte, scrutando da ogni singolo spiraglio in cerca di quel che mi ero ripromessa più e più volte di evitare: sagome o volti che mi tornassero ben familiari.

I palmi sudano copiosi e il cuore galoppa all'impazzata nella gabbia toracica, che par faticare a tenerlo imbrigliato mentre nello stomaco la voragine pare risucchiare gli altri organi vicini.

Sto ridotta una merda.

Mi volto per valutare di quanto mi sono allontanata e sì, ho percorso un bel tratto lasciandomi dietro anche quella cinta di prefabbricari in lamiera. Mordo il labbro e avanzo di qualche altro passo arrestandomi proprio laddove la vista sul palco é migliore sebbene la posizione mi da solo libero accesso visivo alle parti antistanti le quinte... l'unica cosa che vedo chiara é la zona esterna del backstage.

- Wow- mormoro mentre osservo rapita tutto il grande lavoro che vi è prima del concerto, nella zona degli addetti al lavoro; un via vai continuo di tecnici mi passa trafelato davanti agli occhi e nessuno pare notarmi per il momento.

Mi avvicino ancora di qualche altro passo e intreccio le dita alle maglie metalliche della rete, arrivando quasi a schiacciare il corpo quando da uno dei prefabbricati a qualche decina abbondante di metri da me, emergono Steven Taylor e Joe Perry entrambi vestiti con comodi Jeans e canotte che lasciano scoperte le pallide braccia a tratti decorate da vistosi tatuaggi.

- Porca troia- impreco con un filo di voce e rimango a bocca aperta nel vederli così... così dannatamente normali mentre ridono e parlano tra loro, rivolgendo l'attenzione oltre la porta del container ove il mio sguardo non arriva.

Ed è un attimo. Steven solleva il volto oltre le spalle di Joe beccandomi lì immobile, aggrappata alla rete mentre cerco di mangiarli con gli occhi.
Gli Aerosmith davanti a me!
Ride e con un gesto del volto indica la mia presenza agli altri e, in men che non si dica, divento oggetto di attenzione.

Sorrido vergognandomi come mai prima e quando anche Joe mi rivolge un saluto seguito da una sorriso da infarto, fanno capolino da dentro il prefabbricato anche altri due giovani mentre il chitarrista degli Aerosmith si avvicina alla recinsione con passo sicuro.
Ma non é lui che guardo.
No.
Non è lui che fisso, impietrita sul posto e con il fiato bloccato in petto.

Izzy, fermo contro la lamiera della porta, mi guarda da capo a piedi con espressione indecifrabile in viso, e in risposta le gambe diventano gelatina incapaci di muoversi e, allo stesso tempo, di garantirmi equilibrio.

- Hey, che fai lì tutta sola?-

- Eh?- volgo lo sguardo verso l'avvenente uomo a pochi passi da me, cercando di tornare coi piedi per terra e batto un paio di volte le palpebre per ridarmi quel briciolo di contegno che l'altro mi ha strappato via di dosso.

- Che ne dici che oltrepassare questa rete e unirti un pò a noi?-

Torno rapida con lo sguardo su Izzy che, dopo un ultima fredda occhiata, mi da le spalle e si incammina con Steven verso il palco, scomparendo dalla visuale appena Joe mi si piazza davanti.  E vaffanculo a lui, sì... - Ok. Mi farebbe sì piacere!- rispondo tornando a guardarlo con un sorriso stampato in volto e lava liquida nelle vene.

- Aspettami qua, ti prendo un pass. Poi vai al cancello in fondo, é un ingresso secondario- indica con l'indice una cancellata alla mia destra, gremita di uomini della security, prima di scomparire dentro il container dal quale era uscito poco prima Izzy.

-----------

- Allora? Qual'è il tuo nome - mi domanda mentre, spalla a spalla, raggiungiamo il luogo dove ci siamo visti una decina di minuti prima.

Appetite For Destruction - Izzy. Gnr Novel - IN AGGIORNAMENTODove le storie prendono vita. Scoprilo ora