Touch, sweet touch,
You've given me too much to feel.
Sweet touch,
You've almost convinced me I'm real.
I need something more...
I need something more.(Daft Punk)
Occhi grandi e sguardo smarrito; giorni bui e luminose notti di stelle. Questo era ciò che spettava a C.C. sin da quando ne aveva memoria. Se si potesse, poi, avere memoria dell'eternità era qualcosa che ancora si chiedeva.
Nel momento in cui aveva posato gli occhi su di lui aveva visto, come per la prima volta, l'alba. Un'impressione che tingeva il cielo chiaro: il sole aveva attraversato il suo corpo di cristallo.
Aveva cercato di scacciare sin da subito, con il familiare calore del sesso, le emozioni che Lelouch le aveva fatto nascere. Da principio ci era riuscita: il suo tocco le aveva dato il piacere che s'era programmata di ricevere, lei aveva trovato il riposo nel letto dove lui l'aveva stretta. Dapprima da vergine inesperto e, nelle notti seguenti, con sempre più vigore, fino a diventare quasi rude.
All'apparenza, in lui non c'era nulla di diverso dagli altri. E come tale lei continuava a trattarlo. Lo guardava con l'atteggiamento altezzoso che negli anni aveva perfezionato: mento sollevato, occhi languidi che scivolavano sotto le ciglia come pesci dorati. Quando voleva mostrargli che era una vera stronza lo provocava, contestava le sue scelte e ciò in cui credeva. Nei primi tempi si dispiaceva di non potersi trovare in pubblico, perché sapeva che quell'atteggiamento lo eccitava. Glielo leggeva negli occhi, e sapeva che lo avrebbe eccitato ancora di più se non l'avesse potuta possedere subito.
Tutto, in Lelouch, profumava di una vendetta che lei trovava sinceramente divertente.
Poi, una mattina, C.C. si era guardata allo specchio. Si era passata le dita con delicatezza sul corpo, s'era accarezzata la cicatrice sotto al seno sinistro. Era scesa fino all'inguine, sfiorandosi il ventre e il monte di Venere. Non le erano ancora arrivate le mestruazioni quel mese.
Si era trovata banale, dopo aver vissuto un migliaio di vite.
Si era chiusa in bagno e aveva fatto pipì sul test di gravidanza.
*
«Now for ten years we've been on our own,» canticchiava una voce dolce tra le quattro mura di una stanza, «and moss grows fat on a rolling stone».
La ragazza, distesa a pancia in su, si strinse a Cheese-kun – il pupazzo di Pizza Hut che s'era guadagnata con innumerevoli bollini – voltò la testa per appoggiare la guancia al cuscino e sorrise, le gambe che dondolavano come quelle di una bimba su un'altalena.
«But that's not how it used to be».
Tutte le volte che si sentiva triste perché Lelouch non c'era più, cantava le canzoni che a quel tempo passavano alla radio. Aveva lottato per un mondo nuovo e se n'era andato con un sorriso determinato, sapendo che le avrebbe dato una nuova vita.
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Čerenkov my love
FanfictionUna fanfiction su Code Geass, ma soprattutto una storia di scienza e di arance. ✴ Sono passati cinque anni dallo Zero Requiem, atto di liberazione di una nazione intera, e ora Britannia trascina le sue vecchie ossa attraverso quello che è stato dich...