Una fanfiction su Code Geass, ma soprattutto una storia di scienza e di arance.
✴
Sono passati cinque anni dallo Zero Requiem, atto di liberazione di una nazione intera, e ora Britannia trascina le sue vecchie ossa attraverso quello che è stato dich...
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Irene good night, Irene good night, Good night Irene, good night Irene, I'll see you in my dreams. Oh, to dream Those impotent bones of extinction Flying graceful and free. None but the best 'Cause the man cannot rest 'Till he's finally beaten his "me". And the band played on As thehelicopters whirred, Drunk on the lawn in our nuclear dawn My senses finally blurred.
(Moxy Früvous)
«Devi fare una scelta, Nina. Puoi abbandonare la scienza per salvare il tuo cuore, oppure abbandonare il tuo cuore per consacrarti alla scienza».
Tic — Tic — Tic
«E lei al posto mio cosa farebbe, professore?»
Tic — Tic — Tic
«Io sono un sociopatico. Sono nato con un cuore abbandonato».
2018 a.t.b. Area 11. Sezione Sviluppo Tecnologico dell'Esercito di Britannia.
Aveva dimenticato di ragguagliare Cécile sulla modifica che aveva fatto alla formula di propagazione dell'errore nelle misure del flusso di energia delle armi del Lancelot. Quindi, dopo essersi infastidito per la propria disattenzione, Lloyd era tornato in laboratorio, senza togliersi il cappotto grigio e la sciarpa.
«Cécile,» esordì, ancora prima di poterla vedere dietro la sua postazione. Si interruppe immediatamente.
La ragazza, con espressione vuota, stava muovendo il mouse sull'asse delle ascisse di un grafico che avevano prodotto quella mattina. Il puntatore andava avanti e indietro, ma lei non sembrava concentrata su ciò che vedeva. I suoi gesti ricordarono a Lloyd le immaginarie azioni ripetitive a cui lui si dedicava per non impazzire, i mantra che risuonavano solo tra le sue tempie.
Le ciglia lunghe e curve di Cécile, su cui lei passava sempre il mascara nero, si erano appiccicate l'una all'altra. La luce fredda del computer svelava la verità sui suoi occhi lucidi e un po' arrossati, ai bordi dei quali il trucco scuro si era sbavato. Lloyd, senza preoccuparsi di non fare rumore, tirò a sé la sedia di plastica economica con cui erano stati costretti a rimpiazzare la poltroncina con le ruote defunta qualche settimana prima, un primo segnale dei tagli ai finanziamenti che erano stati decisi dal principe Schneizel. Si sedette con la schiena dritta e spostò le gambe magre entrambe da una parte.
«Perché piangi?» domandò.
Cécile, come accorgendosi in quel momento che i suoi sentimenti erano visibili al di fuori – cosa che peraltro accadeva abbastanza di rado – si passò il dorso dell'indice sull'occhio destro. Quando lo ritirò, era sporco di nero.
«Non... non è niente,» provò a dire.
Senza spazientirsi, e senza obbligarla a guardarlo, Lloyd tirò le labbra in un sorriso forzato.
