«Il programma R? Ma è uscito di testa?»
Mihara s'era strappato di dosso la Capsula Shinobi ed era tornato visibile, nell'angolo dello studio accanto alla libreria. Se non gliene fossero rimasti così pochi, si sarebbe strappato via anche i capelli.
«Il...programma R...» ripeté Kallen, massaggiandosi gli avambracci. Sentiva la sua voce provenire da un punto che non era dentro di lei. Era come se stesse conservando la scena dall'alto, e la cosa non andava affatto bene. «Che cazzo è il programma R?»
Mihara sospirò. Allargò le narici e soffiò fuori l'aria, come un drago in un libro illustrato per bambini. Poi si passò una mano sul viso. Quando le sue dita si sollevarono, sotto i baffi aveva un sorriso affiliato.
«Dipende».
«Da cosa?»
Gli occhi a palla dell'uomo rotearono verso Kallen.
«Quanto vuole essere coinvolta la vecchia rivoluzionaria?»
Lei indugiò. Era così incredula della presa di posizione di Suzaku – che, assieme a quanto detto da Schneizel, le sembrava una dichiarazione di guerra bella e buona – che non sapeva cosa pensare. Guardò il proprio bracciale, poi la scrivania.
«Non lo so,» rispose, «fammelo scoprire».
«Quella che Zero ha annunciato non è una mossa diplomatica».
«E questo lo capivano anche i polli»,
«Lasciami finire,» replicò Mihara. Estrasse il fazzoletto dal taschino della giacca e si deterse il sudore dalla fronte. «Programma R. Programma Riarmo. Si tratta di uno stato di allerta per cui, per prima cosa, si controlla l'efficienza delle forze armate. Probabilmente, qui in Britannia molti verranno richiamati alla leva».
«Mh. Sei troppo agitato. Che altro c'è?»
«Non sono autorizzato a dirlo. Ho intenzione di tornare nella sala e parlare con il professor Asplund. È estremamente importante che io parli con lui».
«Il dandy? E ora che c'entra? Cinque minuti fa non lo odiavi?»
«Si tratta di vecchie questioni. Io avrei voluto seppellirle... e chissà, forse anche lui. Decidi che cosa vuoi fare, Kallen. Il tuo lavoro di bodyguard è finito».
L'unica che si sentiva seppellita era lei. Quella valanga di parole le era caduta addosso senza nemmeno darle il tempo di pensare.
Mihara aveva davvero intenzione di lasciarla in sospeso così, in una situazione chiara quanto una canzone dei King Crimson? Kallen incrociò le braccia e aggrottò la fronte.
«Sì, vecchio, ma se non mi spieghi niente...»
«È estremamente importante che tu decida adesso». C'era qualcosa di autoritario e urgente nelle parole di Mihara. «Fidati di me».
Cat's foot, iron claw. Neurosurgeons scream for more.
Era come se le stesse annegando il cervello. Le parve anche di sentire qualcuno fischiare, con delicatezza, come se stesse richiamando un micio. Kallen ignorò quell'allucinazione e fissò Mihara, che non diceva e non faceva nulla.
«Ehi, psst! Kallen!»
Lei aggrottò le sopracciglia e deglutì, sentendo la gola pizzicare. Forse non era un'allucinazione: c'era davvero qualcuno che stava socchiudendo la porta.
«Kal, sono io!»
Il sussurro di una voce che le pareva di non sentire da secoli. Oltre la soglia, vide i suoi capelli verdi e liscissimi, le sue spalle un po' incurvate, i suoi occhi sempre spalancati che sembravano in grado di fermare il tempo.
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Čerenkov my love
FanfictionUna fanfiction su Code Geass, ma soprattutto una storia di scienza e di arance. ✴ Sono passati cinque anni dallo Zero Requiem, atto di liberazione di una nazione intera, e ora Britannia trascina le sue vecchie ossa attraverso quello che è stato dich...