«Non pensavo si sarebbe presentato anche Schneizel, signore» commentò Cécile. Si fermò di colpo e abbassò lo sguardo, le mani che stringevano il bicchiere da cocktail, come se avesse detto qualcosa di inappropriato. «Oh...»Il principe era passato davanti a loro e aveva accennato un mezzo inchino, con il capo e un braccio. Cécile si era ricordata della prima volta in cui lo aveva incontrato, e lui le aveva rivolto il baciamano. Era rimasta folgorata dal suo aspetto, proprio come quando si vede un lampo nel cielo notturno e l'immagine rimane impressa nelle retine.
Lloyd la rassicurò con un gesto conciliante.
«Non ti preoccupare, Cécile». Ben consapevole che, immersi in quel flusso di gente che dispendiava sorrisi smaglianti, i suoi discorsi non sarebbero stati ascoltati, continuò a voce piuttosto bassa: «Beh, in quanto – 'sera – guardia personale di Zero, trovo che si sia riservato una buona poltrona».
La donna aggrottò le sopracciglia e, seppur con discrezione, scandagliò con lo sguardo tutta la sala. Erano poche le facce che non riconosceva, e di sicuro per la buona parte si trattava di partner – o accompagnatori – dei soliti noti.
«Non lo trovo giusto,» disse.
Lloyd scrollò le spalle.
«È politica, non deve essere giusta».
Lo sguardo di Cécile si perse tra le gocce di cristallo di un lampadario.
«A volte mi sembra che la classe dirigente sia rimasta sempre la stessa,» commentò. Immaginava di osservare i loro volti e i loro abiti nei frammenti sfaccettati, di cercare un senso nella ripetizione. «Tutti hanno festeggiato la caduta delle casate di Britannia, ma...»
«Una volta governavano il mondo, ma adesso c'è il loro nome sulle penne con cui votiamo, no?» replicò lui, guardandola e abbassando ancora la voce. «Il potere cambia. Il fatto che gli aristocratici de iure non lo detengano più non significa che non si ricordino come s'indora la pillola».
Anche se lo sfarzo della sala sembrava tatticamente pensato per far sì che gli ospiti rifuggissero le conversazioni impegnate, Cécile rifletté su quelle parole. Ci rifletté davvero, con l'indole che le era propria: non tanto quella di un Maggiore dell'esercito quanto quella di uno scienziato, nonostante avesse sempre, volontariamente, lasciato quell'oneroso titolo al signor Lloyd. Non lo aveva mai visto come un rinunciare alla propria conoscenza, oppure uno sminuirsi, ma piuttosto come un ripartirsi il lavoro. Nel laboratorio dove avevano pressoché convissuto, sotto l'ampia chioma dell'albero di Britannia, ad un certo punto avevano sviluppato un rapporto strano, in cui lui era tutto mente e lei tutto cuore.
Nel bel mezzo di quel periodo erano inciampati in Suzaku.
Alla fine della guerra, quando avevano avuto il permesso di gettare le loro maschere – lo scienziato pazzo e l'amorevole assistente – se le erano tenute, per sicurezza, ancora un po'. Poi i loro caratteri erano migrati verso nuove definizioni.
E così, Lloyd era diventato, nel calderone confuso di tutti coloro che si stavano affacciando a un panorama intellettuale un po' più libero, la figura del "Quindi-lei-pensa" nelle discussioni da salotto.
Cécile, invece, sentiva di essere ancora qualcosa di indefinito.
Fu riportata alla realtà dal rumore dei cubetti di ghiaccio che tintinnavano sulle pareti del bicchiere semivuoto di Lloyd, come bracciali sul polso di una signora.
«Quindi lei pensa che la rivoluzione non abbia cambiato niente?» gli chiese.
«Loro hanno le stesse trame, ma la gente comincia ad accorgersene. E questo, alla fine, cambia tutto».
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Čerenkov my love
FanfictionUna fanfiction su Code Geass, ma soprattutto una storia di scienza e di arance. ✴ Sono passati cinque anni dallo Zero Requiem, atto di liberazione di una nazione intera, e ora Britannia trascina le sue vecchie ossa attraverso quello che è stato dich...