16. Fuga

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Hola, ecco il nuovo capitolo, spero vi piaccia ;)

Eva


«Eva, stai di nuovo fumando in camera?»

Salto in aria quando sento la voce di Greta, e butto la sigaretta fuori dal balcone proprio mentre spalanca la porta di camera mia.

«No, scherzi?!» E sarei convincente se solo non l'avessi detto con una voce terribilmente stridula.

«Non mentirmi Evangelina, tua mamma non sarebbe per niente contenta se lo sapesse!» mi risponde, mettendosi le mani sui fianchi. Il suo accento tedesco fa suonare il tutto molto più minaccioso.

Roteo gli occhi, «Se lo sapesse...» ripeto, facendole l'occhiolino.

La nostra governante non coglie il mio messaggio subliminale e mi fissa con quel tipico sguardo che dice "mi aspettavo di più da te".

Mi avvicino verso di lei, sfoggiando la mia migliore faccia da cucciolo, «Sono stressata, lasciami fare»

«C'entra quel Villacoso

Mi scappa una risata, «No» dico, scuotendo la testa.

Lei mi fissa sospettosa, «Dimmelo guardandomi nelle palle degli occhi»

Sbuffo, e guardandola nelle palle degli occhi le ripeto, «Non c'entra Villacoso»

Mi punta l'indice contro accusandomi, «Tu menti» Dice, trionfante. Dopo pochi secondi è come se avesse una illuminazione, «Ecco perché sei tornata prima dalla casa in montagna! Che hai combinato?» chiede, già contrariata.

«Niente»

Il suo sguardo inquisitorio analizza ogni minima espressione del mio volto, «Hai finito di dire cavolate alla donna che ti ha visto crescere, Evangelina?»

«Greta, ti prego, lo sai che mi chiamo solo Eva» le ricordo, «e non fare leva sul ricatto emotivo»

«Ma mi riesce così bene...»

La guardo di sbieco, socchiudendo gli occhi. «Fin troppo bene»

Le scappa una risatina, che alleggerisce di molto l'atmosfera. So che tutte queste domande derivano dal fatto che le interessa davvero come sto.

«Va bene, topolina, lascio perdere. Ma se hai bisogno di me io sono di là a mettere a posto la cucina, tuo fratello ha di nuovo razziato la credenza. La cena sarà pronta tra poco»

«Grazie Greta»

La guardo uscire dalla mia camera, non senza lanciarmi un ultimo sguardo indagatore.

«Ma-» dice, ripiombando in camera mia e facendomi rischiare ancora una volta un infarto, «nel caso in cui servisse, i miei cugini Hans e Gunter sanno come far fuori un cadavere»

Scuoto la testa, «Non penso servirà, ma grazie lo stesso»

Lei mi fa l'occhiolino, dopodiché esce definitivamente da camera mia.

Okay, quindi diciamo che si, sono fuggita dalla casa in montagna: io e Teo siamo tornati questo pomeriggio.

Non vado fiera della mia scomparsa senza preavvisi, ma avere Vieri così vicino mi ha confuso abbastanza, ancora di più dopo quello che è successo stamattina in piscina, e vorrei del tempo per pensare.

Non credo che se ne sia accorto, fino ad adesso, ma per sicurezza ho fatto promettere a Teo e Tanya di dire che ero tornata a casa per ragioni importantissime.

Quindi adesso sono a Milano, con un caldo allucinante e nessuna voglia di vivere.

Chiudo l'anta del balcone, dato che la mia sigaretta è andata a farsi benedire.

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