17. Concerto

2.7K 86 94
                                    

Ehm... eccoci di nuovo qui ;)

Buona lettura ehehe,

Eva


«Secondo te cosa è più da zoccoletta, gonna corta con tacchi o pantaloncini con stivali alti?» Chiedo a Tanya, mentre tengo il telefono incastrato tra la guancia e la spalla.

«Dipende quanto tu voglia esserlo: tipo "ehi ti voglio limonare" o tipo "ehi sottomettimi e fammi quello che vuoi"?»

Lancio un'occhiata a camera mia, in cui regna il caos, e alla porta finestra che è stata temporaneamente riparata con un telo di plastica. È stato abbastanza complicato convincere Greta e Teo che io e Tanya da ubriache abbiamo infranto "per sbaglio" il vetro.

«Vorrei essere tipo "spero che gli atti vandalici di due giorni fa non c'entrino nulla con te"» le dico, mordendomi il labbro. Metto la chiamata in vivavoce e sento Tanya sospirare, «Tesoro, io penso che Vieri c'entri qualcosa. Non che sia stato lui, ma che sicuramente lui potrebbe sapere qualcosa che noi non sappiamo»

«Ecco vedi, in momenti come questi vorrei bloccarlo da tutte le parti e non cagarlo mai più» dico, ovvia, «poi però mi ricordo di quanto cazzo sia bono e carino e dolce...» continuo, sbuffando.

«Okay okay, abbiamo capito, dolce carino gentile, bla bla. Ma a noi interessa sapere chi ha fatto questa cosa. Era palesemente una minaccia, Eva. Non penso ci sia da scherzare»

Alla fine prendo un paio di pantaloni lunghi e li infilo, buttando il telefono sul letto, «Hai ragione, amo»

Dopo un attimo di silenzio lei dice «Scommetto che non metti nessuno delle due opzioni che mi hai detto»

Mi scappa una risatina, «Ormai mi conosci troppo bene»

Pensavo che entrare nel backstage di un concerto sarebbe stato molto più complicato, a maggior ragione senza nessun pass.

Invece sono arrivata semplicemente prima del concerto, ho detto il mio nome alla sicurezza e mi hanno fatta entrare senza problemi.

Sono tutti estremamente carini e disponibili, ma la cosa che mi stranisce di più e che si comportano come se sapessero già chi sono, anche se non so come questo sia possibile.

«Eva!», una ragazza bionda tatuata mi balza davanti, «Hai avuto problemi a entrare? È andato tutto bene?»

Io annuisco, «Si è andato tutto okay, nessun problema. Tu sei..?»

«Eleonora» risponde, stringendomi la mano «sono la stylist di Vieri»

Le sorrido, osservando di sfuggita il suo corpo interamente tatuato, «Beh, devo dire che fai veramente un ottimo lavoro»

Lei si porta una mano al cuore, «Grazie, mi diverto molto a vestirlo, è un bel soggetto»

E invece io vorrei divertirmi a svestirlo, ma vabbè.

Continuo a parlare con Eleonora, che si rivela essere molto simpatica e che mi tiene compagnia, dopo avermi fatto accomodare nel posto da dove guarderemo il concerto.

Non posso fare a meno di chiedermi però dove sia Vieri.

«Aveva ragione Vieri, sembri una ragazza splendida» mi dice Eleonora, scuotendomi dai miei pensieri.

Sento il cuore sciogliersi un pochino, «Ha detto questo?»

Lei rotea gli occhi sorridendo, «Quando facciamo le prove non fa altro che parlare di te... "a Eva piacerebbe questo, questo non so"» dice, imitando una voce maschile.

TOXICDove le storie prendono vita. Scoprilo ora