CAPITOLO UNDICESIMO - parte 1

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Il buio calò alla svelta nel bosco; gli uccellini smisero di cantare e perfino il vento cessò di soffiare, mentre il sole moriva all'orizzonte dietro alla cresta della piccola montagna.
Tutto intorno alla grotta regnava un silenzio innaturale, disturbato soltanto dal timido canto di qualche grillo. Il bosco pareva uno di quel luoghi magici descritti nelle fiabe, con il suo fascino silenzioso e struggente.
Natya teneva la testa appoggiata alla fredda roccia, e la sua spalla sfiorava appena quella di Toby.
Avrebbe voluto parlargli, aveva così tante cose da dirgli; ma le parole le si soffocavano in gola ogni tal volta che provava a tirarle fuori.
Era così strano averlo accanto, dopo tutto quel tempo. Dopo tutto quel vuoto.
Pian piano la piccola grotta venne interamente divorata dall'oscurità, e Natya senza pensarci troppo appoggiò con delicatezza la sua testa sulla spalla di Toby. Dapprima sentì i suoi muscoli irrigidirsi, pronti a reagire; poi pian piano si distesero, uno alla volta, lentamente.
Finì per addormentarsi così, sulla sua spalla, ascoltando il lieve fruscio del suo respiro.
Era così piacevole.
La stanchezza la fece cadere in un sonno profondo, che permise al suo corpo di recuperare le energie spese in quella folle giornata e concedette una tregua alla sua mente sottoposta ad uno stress quasi insostenibile per lei.
In piena notte, tuttavia, qualcosa disturbò il silenzio strappandola via dal suo sonno. Sentì un rumore che dapprima non riuscì ad identificare, e percepì dei movimenti.
Aprì gli occhi, ed anche se a causa nell'oscurità non riusciva a vedere quasi nulla capì subito che si doveva trattarsi di Toby.
Allungò una mano su di lui e si accorse che respirava forte, come se avesse corso a lungo. Il cuore nel suo petto batteva in modo irregolare, aveva il fiato corto e tremava come fosse terrorizzato da qualcosa.
-Toby?- disse spaesata portandogli una mano alla fronte. Non era calda, eppure il ragazzo stava sudando.
-Che hai, Toby?- chiese ancora, terribilmente preoccupata. Che cosa stava accadendo? Stava di nuovo perdendo il lume della ragione? Oppure aveva un qualche tipo di malattia?
Lui appoggiò la testa contro alla pietra fredda al suo fianco e continuò ad annaspare, portandosi le mani al petto. Si sforzò di fare uscire delle parole dalla sua bocca, con immane sforzo:
-Tranquilla... Ora mi passa- farfugliò.
Natya, agendo ancora una volta d'impulso, avvolse le braccia alla sua schine e lo strinse a sé. Poteva sentire chiaramente il suo cuore battere all'impazzata, il torace muoversi velocemente, e l'interno suo corpo tremare. Si accorse in quel preciso momento di essere letteralmente terrorizzata dall'idea di perderlo; non avrebbe mai potuto accettarlo, non adesso che le loro strade erano finalmente tornate a congiungersi.
La cosa durò forse un paio di minuti che parvero eterno, poi lentamente il ragazzo iniziò a calmarsi.
La prima luce dell'alba iniziava pigramente a salire, permettendo agli occhi di Natya di scorgere quantomeno il profilo di Toby.
-Stai bene?- chiese sorridendogli, seppur lui fosse voltato avanti, verso l'uscita della piccola caverna.
-Attacco di panico- esclamò lui con voce stanca -Mi mancano i medicinali-.
Natya sgranò gli occhi. -Hai bisogno delle medicine?- chiese, preoccupata.
-No- rispose lui -Solo che ormai ne sono dipendente-.
La ragazza tornò ad appoggiare la sua testa sulla spalla di lui, e puntò gli occhi verso l'alto in un punto indefinito. -Mi dispiace...- disse.
-Non voglio parlare- ribattè lui freddo.
La ragazza non riuscì a trattenere le lacrime che iniziarono a scendere sul suo volto, calde e bagnate. Si sforzò di non singhiozzare ed approfittò della luce fioca per nascondere a Toby quella stupida e ridicola reazione, ma era sicura che lui se ne fosse comunque accorto.
Quando la luce dell'alba giunse ad illuminare il bosco tutt'intorno, Natya spostò con accortezza alcune foglie e sporse fuori la testa, sincerandosi che nei paraggi non vi fosse nessuno. Solo allora l'ingresso della grotta ed uscì, seguita dal silenzioso Toby.
Era stata una notte lunga e terribilmente dura, ma era passata; e adesso, per i due giovani, era il momento di avventurarsi verso l'ignoto alla ricerca di una via d'uscita da quella insostenibile situazione.

Ticci Toby - P. 116 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora