Quando Toby si svegliò, il sole era già alto nel cielo.
Sollevò la schiena di scatto, volgendo uno sguardo al fascio di luce che penetrava dagli innumerevoli buchi presenti nel muro, e realizzò di aver dormito più del dovuto.
Natya lo sentì muoversi e varcò la soglia della stanza, restando poi ferma a guardarlo con un lieve sorriso impresso sulle labbra.
-Quanto ho dormito?- chiese lui, stropicciandosi gli occhi.
-Non so, credo sia circa mezzogiorno- rispose lei, avvicinandosi a passo lento.
Solo allora Toby notò che stringeva qualcosa in mano. Era una busta di carta.
-Ho comprato qualcosa da mangiare, con gli ultimi spiccioli che mi rimanevano...- disse porgendoglielo -Hai fame?-.
Il ragazzo la guardò con faccia stranita, poi abbassò lo sguardo per osservare meglio la busta. In effetti stava morendo di fame, non metteva niente sotto ai denti da più di tre giorni.
-Dai, prendila!- insistette Natya sorridendo -Io ho già mangiato la mia parte-.
Alla fine, dato che Toby non si decideva ad afferrarla, la poggiò a terra accanto al materasso e tornò nella stanza accanto, cosicché lui avrebbe potuto mangiare in pace, senza imbarazzo.
Tornò solo dieci minuti dopo, e Toby aveva già finito, e si apprestava a raggiungerla. Si era trattato solo di un pò di pane e qualche frutto, ma quello era stato probabilmente il pasto più decente che avesse fatto negli ultimi tempi; all'ospedale, gli veniva data della roba che probabilmente non avrebbe voluto mangiare neanche un cane.
-Grazie- le disse tenendo lo sguardo basso, mentre il suo collo si contraeva in un tic improvviso. Pareva avere ancora una certa difficoltà a rapportarsi con lei, nonostante tutto.
Natya sorrise, era davvero tenero -Va meglio?-.
Lui annuì.
-Se posso fare qualcosa per te dimmelo, ok?- disse ancora.
Lui chinò il capo e fece passare una mano tra i capelli, poi annuì nuovamente con un rapido movimento della testa....
La giornata trascorse lenta all'interno della vecchia abitazione in rovina, di attività da poter fare ce n'erano davvero poche, ma dovevano attendere l'arrivo del buio per potersi spostare più furtivamente e raggiungere il vecchio appartamento dei genitori di Toby.
Non c'era un motivo specifico per cui il ragazzo volesse tornare in quel posto, o se c'era non lo aveva detto a Natya; ma lei era ugualmente felice di seguirlo, di accompagnarlo in una cosa che per lui sembrava essere molto importante.
Uscirono dalla casa in rovina alle unici e mezza della sera.
L'aria era fresca e pungente, ed il buio inghiottiva ogni angolo che non fosse a portata dei lampioni della strada. La città era deserta, fatta eccezione per qualche barbone o ubriacone sparso quà e là, ed aveva un aspetto piuttosto malinconico.
Imboccarono la strada statale che passava davanti al palazzo di Natya, dato che la casa in questione era poco distante ed era affacciata sulla medesima strada.
Quando passarono lì davanti, Natya volse lo sguardo in alto, verso le finestre illuminate; immaginò mamma lì dentro, e magari c'era anche papà. Sperava che stessero bene ed in cuor suo sapeva che era così, anche se probabilmente erano entrambi distrutti da ciò che era avvenuto. Abbassò lo sguardo ai suoi stessi piedi che si muovevano ritmicamente, e cercò di liberare la mente dalle preoccupazioni adesso inutili.
In poco tempo, proseguendo il loro cammino lungo il parciapiede, giunsero ai piedi del palazzo all'interno del quale Toby aveva vissuto con la sua famiglia. Il ragazzo lo guardò per un millesimo di secondo, poi si diresse subito verso il portone principale. Era chiuso, e non aveva più la chiave, ma conosceva bene quella porta e sapeva quanto fosse delicata: bastò una spallata data nel punto giusto e con decisone, e questa si spalancò. Nulla sembrava essere cambiato in quei tre anni; non avevano neanche aggiustato la serratura.
I due salirono le scale in silenzio, e giunti davanti alla porta d'ingresso al terzo piano, Toby estrasse dalla tasca dei pantaloni un mazzetto di chiavi che crearono un tintinnio in quel corridoio silenzioso.
Natya sgranò gli occhi.
-Le avevi ancora?- disse sottovoce.
-Sì, erano al rifugio. Ho perso solo quelle dall'ingresso al piano terra...-.
Infilò la chiave nella toppa senza esitare.
-Spero non abbiano cambiato la serratura- farfugliò.
Per fortuna, la chiave fece ruotare il meccanismo ed un a serie di click confermanono l'apertura.
Il ragazzo spinse lentamente la porta di legno con la mano destra, e lanciò lo sguardo all'interno, dove lo spazio era sommerso da un buio impenetrabile.
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Ticci Toby - P. 116
FanficWritten in 2015 ______ -Voglio che tu sia felice, voglio vederti sorridere; perché solo così tornerò ad essere felice anch'io-. Natya ha perso completamente la memoria a seguito di un trauma subito tre anni prima, ma un giorno nella sua mente inizi...