Natya abbassò lo sguardo, imbarazzata.
-Non devi scusarti... Sei mio amico, e...-.
Toby la guardò in silenzio per una manciata di secondi, con le mandible serrate. -La pensi così?-.
Lei sollevò la testa ed assunse un'espressione confusa. -Che intendi?-.
-Mi ritieni ancora tuo amico?- chiese lui.
In quell'istante calò un pesante silenzio. Natya sentì il suo cuore accelerare e battiti e sorrise lievemente per scacciare la tensione. -Sì. Certo-.
Toby distolse lo sguardo. -Non ti capisco- ribattè, girandosi di spalle e riprendendo a camminare.
-Perché? Lo trovi così strano?- chiese lei, riprendendo a seguirlo.
-Non ho voglia di parlarne-.
Natya taque, ma per lei fu come ingoiare un ago. La feriva quel suo modo freddo di rivolgersi a lei, il tono di voce aggressivo e scontroso che talvolta usava.
Nonostante ciò, la ragazza sapeva di non poter pretendere molto da lui, considerando gli orribili soprusi che aveva subito negli ultimi tre anni, rinchiuso come un cane in una gabbia.
Mentre pensava a questo, nella sua mente comparve ancora il ricordo più recente di Toby, imprigionato in quella camicia di forza;si sentiva maledettamente in colpa per non essere arrivata prima, sentiva che tutto il dolore che quel povero ragazzo aveva dovuto sopportare era stato in parte stato causa sua.
Camminarono in silenzio a lungo, finché non raggiunsero nuovamente la città da cui erano fuggiti soltanto un giorno prima.
-Toby?- esclamò ad un certo punto la ragazza, dopo aver riflettuto a lungo in totale silenzio. -Posso farti una sola domanda?-.
Lui si voltò indietro e annuì vagamente, riprendendo a camminare subito dopo.
-Perchè tre anni fa...- farfugliò, con insicurezza - Perché l'hai fatto?-.
Toby smise immediatamente di camminare e piantò i piedi per terra, non appena le sue orecchie udirono quella frase. Abbassò lo sguardo sui suoi piedi, con capelli penduti sulla fronte sudata e gli occhi socchiusi in un ghigno di malcelata sofferenza.
Rimase così, immobile, dando le spalle a Natya. Poi alzò il volto di scatto, e guardò la ragazza dritta negli occhi.
Lei rabbrividì.
I suoi occhi erano vuoti, cattivi, il suo sguardo era così cambiato che a malapena rusicva a riconoscerlo.
Un brivido le attraversò interamente il corpo, come una scossa elettrica dal collo fino alla punta dei piedi.
Toby aprì lentamente la bocca ed insipirò, come stesse per dire qualcosa.
Ma non disse nulla.
Si girò nuovamente di schiena e riprese a camminare, adesso più lentamente.
Solo diversi metri dopo, senza tornare a voltarsi indietro, pronunciò una breve frase con un tono stanco ed affranto. -Non sono pazzo- disse.
Natya restò in silenzio, ma dentro di sé avrebbe voluto morire.
Che stupida, perché gli aveva fatto proprio quella domanda?...
Alle tre del pomeriggio, i due giovani salirono sullo stesso treno che aveva condotto Natya dalla città fino all'ospedale psichiatrico. Avendo solo pochi spiccioli in tasca, non poterono far altro che sperare di non incontrare nessun controllore a bordo.
E fortunatamente così fu.
Toby, seduto accanto al finestrino, teneva lo sguardo basso per evitare di essere riconosciuto. Non sapeva se i telegiornali stessero parlando della sua fuga dell'ospedale, e voleva evitare spiacevoli inconvenienti.
Natya era seduta accanto a lui, con la testa appoggiata allo schienale e gli occhi chiusi. Era stanca e terrorizzata a morte da quella complicata situazione; sapeva che non sarebbe potuta tornare a casa per un bel pò di tempo, perché quasi certamente vi avrebbe trovato una pattuglia ad aspettarla.
Si chiedeva quale sarebbe stata la pena per aver causato la fuga di un paziente dal reparto psichiatrico. Forse non sarebbe nemmeno stata messa in galera, ma chi poteva saperlo?
E poi, se anche si fosse lasciata interrogare dalla polizia, che avrebbe detto riguardo a Toby?
No, non potevano rischiare tanto.
Sospirò lentamente, ed allungò le gambe per rilassare i muscoli. Ad occhi chiusi riusciva a sentire la presenza di Toby accanto a sé, e solo questo bastava per tranquillizzarla.
Non poteva descrivere la gioia che provava nel saperlo lì con lei, nel sentire il suo odore ed il fruscio del suo respiro.
Si disse che comunque sarebbe andata, mai più sarebbe stata disposta ad abbandonarlo.
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Ticci Toby - P. 116
FanfictionWritten in 2015 ______ -Voglio che tu sia felice, voglio vederti sorridere; perché solo così tornerò ad essere felice anch'io-. Natya ha perso completamente la memoria a seguito di un trauma subito tre anni prima, ma un giorno nella sua mente inizi...