-Tranquillo, è tutto finito- disse Natya stringendo ancora forte a sé il corpo tremante di Toby.
Ma in realtà non era affatto tutto finito. Toby fu nuovamente investito da un forte attacco di panico, troppo ravvicinato a quello precedente per essere sopportabile. Natya si spaventò a morte non appena si accorse che il ragazzo non riusciva più a far entrare aria nei polmoni; aveva portato le mani alla gola, con il volto paonazzo.
Lei cercò di calmarlo come poté, lo strinse e gli parlò per tutto il tempo, con le mani che le trermavano come foglie. - Va tutto bene- gli ripeteva. - Stai calmo, va tutto bene-.
Furono minuti d'inferno per entrambi; il terrore era entrato nel corpo del ragazzo scavando fino alle ossa giocando con tutti i suoi ricordi peggiori, accrescendo sempre più il dolore nel suo petto.
Non appena Toby riprese a respirare più lentamente, Natya si alzò in piedi di colpo e gli diede un bacio sulla fronte, prima di correre in bagno alla ricerca di una qualunque medicina che potesse avere un effetto calmante. Era buio e non riusciva a vedere quasi niente, così rovesciò a terra l'intero contenuto del mobiletto dei medicinali. Erano tutti scaduti, e forse non sarebbe stata una grande idea farglieli assumere, ma aveva troppa paura di quello che sarebbe potuto succedere se invece non avrebbe fatto qualcosa.
Trovò una scatola di ansiolitici in pasticche, la aprì e ne prese due.
Tornò correndo da Toby che era ancora immobile sul letto, con la schiena appoggiata al muro e lo sguardo basso. Respirava ancora con affanno ed aveva le guance bagnate dalle lacrime; il suo corpo era attraversato da brividi e tremori. Stava così male che non era più in grado di parlare.
Lei si avvicinò di fretta e premette sulla sua bocca la mano con cui reggeva le pasticche; in quelle condizioni non gli fu facile ingoiarle senz'acqua.
Natya tornò ad abbracciarlo subito dopo essersi assicurata che le avesse inghiottite entrambe, accarezzandogli la testa con tenerezza.
Questa volta Toby impiegò molto più tempo del solito per riuscire a calmarsi; tuttavia, dopo circa cinque o dieci minuti la tensione si allentò.
Restarono lì abbracciati per un sacco di tempo, nessuno dei due era più in grado di capire quanto durasse un ora o un minuto; ma ad un certo punto, entrambi esausti, finirono per accasciarsi sul letto senza mai sciogliere l'abbraccio che li univa.
Solo diverso tempo dopo Toby sollevò la testa, e si rese conto che il cielo aveva già iniziato a schiarirsi; l'alba era vicina. -Dobbiamo andare via da qui- disse.
Lei sollevò la schiena, frastornata.
Scesero dal letto stirando gli arti e si incamminarono lungo il corridoio, ma subito dopo Toby si fermò.
-Prendiamo delle coperte- disse, indicando la stanza dei suoi genitori. Entrò e si diresse verso il grande armadio che dominava la stanza, aprì una delle ante e passò a Natya due coperte e due cuscini. Poi richiuse il grosso mobile, e lanciò un'ultima occhiata a quella stanza che probabilmente non avrebbe visto mai più.
Uscirono dall'appartamento in silenzio, richiudendo a chiave la porta d'ingresso, e si incamminarono giú per le scale ripercorrendo la strada a ritrovo, in direzione della casa abbandonata.
Il cielo scuro sopra alle loro teste iniziava a colorarsi delle primissime luci del mattino, assumendo una tonalità più chiara e pittoresca.
Giunti di nuovo al riparo nella vecchia casa abbandonata, Tiby distese le coperte ed i cuscini appena recuperati sopra al vecchio materasso, poi si voltò verso Natya.
-Non sarà un granchè, ma meglio di niente- disse, sollevando le spalle.
-Va benissimo- rispose lei, sorridendo.
Il ragazzo emise un pesante sospiro. - So che sarebbe stato più logico rimanere là ma... Non so se ce l'avrei fatta a...-.
-No, davvero- lo interruppe lei -Andrà benissimo-.
Natya era ormai davvero molto preoccupata. Non sapeva come avrebbe potuto comportarsi, né come aiutarlo a stare meglio. Aveva sempre immaginato che il passato di Toby non fosse stato dei migliori ed aveva anche intuito che avesse dei problemi familiari, ma soltanto adesso si rendeva conto di quanto fosse stata grave la situazione. Quel ragazzo aveva sofferto da sempre; prima per i maltrattamenti del padre, poi per i bulli a scuola, per poi trovarsi scaraventato in un maledetto manicomio.
La sua vita era stata un inferno. Come lo si poteva biasimare per il suo comportamento talvolta scontroso?
Strinse i pugni e trattenne il respiro. Se avesse potuto prendere tutto quel dolore e trasmetterlo a sé stessa, lo avrebbe fatto.
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Ticci Toby - P. 116
FanfictionWritten in 2015 ______ -Voglio che tu sia felice, voglio vederti sorridere; perché solo così tornerò ad essere felice anch'io-. Natya ha perso completamente la memoria a seguito di un trauma subito tre anni prima, ma un giorno nella sua mente inizi...