Corri!

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Quella mattina, Evelyn si era svegliata presto o per meglio dire non era riuscita a chiudere occhio per tutta la notte. Quindi alle sei e trenta del mattino aveva deciso di prendere la sua auto e vagare per le strade di Hawkins con l'intento di schiarirsi le idee. Troppe cose erano successe negli ultimi giorni. Per non parlare di quella strana ed insopportabile sensazione che aveva da ieri sera, più o meno da quando aveva lasciato la casa degli Harrington.

Vagò per quasi un'ora senza una meta precisa, finché non decise di fermarsi davanti alla casa dei Buckley ed aspettare Robin. Doveva assolutamente parlare con qualcuno di quello che era successo la sera scorsa.

Dopo quasi dieci minuti Evelyn sentì un leggero rumore provenire dal finestrino dal lato del passeggero. Voltò lentamente il capo e davanti a lei c'era una sorridente Robin Buckley.

"Perché sei qui?" chiese la bionda aprendo energicamente la portiera dell'auto.

"Ciao anche a te, Buckley."

"Giusto. Ciao mia dolce Evelyn." disse Robin facendosi beffe dall'amica mentre si accomodava poco elegantemente all'interno.

"Allora si può sapere cosa stai facendo davanti casa mia alle sette e trenta del mattino. Non mi stavi mica spiando, vero?" continuò la bionda sempre con quel suo tono scherzoso.

"Mi hai beccato. In realtà lavoro per i servizi segreti russi." continuò Evelyn prendendo a sua volta in giro l'amica.

"Mi ucciderai adesso?" domandò Robin portandosi drammaticamente le mani sul petto.

"Si. Sono qui proprio per questo." rispose tragicamente Evelyn. Mise le mani a forma di pistola e le puntò verso la fronte della bionda. "Le tue ultime parole?"

Le ragazze scoppiarono a ridere. Proprio non ce la facevano a rimanere serie per più di due secondi.

"A parte gli scherzi è successo qualcosa Eve?"

"Volevo solo passare del tempo con la mia cara amica. Non posso?"

"Sicura?" rispose Robin che continuava a non credere all'altra.

Dopo svariati minuti passati in totale silenzio, Evelyn decise finalmente di spiegare la situazione all'amica. "Ti ricordi che ieri sera sono andata alla festa di Harrington?"

"Certo, come potrei mai dimenticarlo. Hai passato tutto il pomeriggio al telefono con me per lamentarti al posto di lavorare."

"Giusto. Beh... ho litigato con Nancy ieri."

"Perché? Cosa ti ha fatto? Devo ucciderla?"

"No, no, nessun omicidio per il momento." disse Evelyn guardando la strada che le stava portando verso la scuola. Poi continuò "abbiamo litigato a causa di Harrington..."

"Perché ti sei presa una cotta per lui?" chiese Robin ridendo per quell'affermazione alquanto improbabile.

"No, che schifo." disse Evelyn girandosi verso la bionda per guardarla con faccia disgustata. "L'ho solamente avvisata che Harrington vuole portarsela a letto per dopo scaricarla."

"Vero."

"E lei ha cominciato a dire che non sono la sua babysitter e che è libera di decidere le cose da sola, o qualcosa del genere."

"Magari era soltanto arrabbiata. Sono sicura che non pensa queste cose." spiegò Robin cercando di tranquillizzare l'amica.

"Ma questa non è neanche la parte peggiore. Ha detto che non ha più bisogno di me e che non sono obbligata ad essere sua amica e lì non ci ho visto più e me ne sono andata." disse Evelyn tutto d'un fiato.

We can be heroes - Steve HarringtonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora