Abbiamo decifrato il messaggio

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Quella appena passata era stata senza dubbio una delle notti più brutte in tutta la sua vita. Non era riuscita a chiudere occhio, non che questa fosse una novità, ma i mille pensieri che le occupavano la testa non erano mai stati così invadenti. L'Inghilterra, Steve che non ne voleva sapere più niente di lei, Dustin e Robin che avevano "scoperto" della sua partenza, il messaggio segreto, i russi...

Tutta la sua vita stava andando a rotoli.

Si versò la terza tazza di caffè, mentre i suoi occhi si posarono sul cielo grigio. Non sembrava per niente estate.

Un brivido le percorse la schiena. Non era dovuto al leggero venticello proveniente dalla finestra aperta. Sembrava qualcosa di peggio di uno stupido temporale. Qualcosa di molto familiare.

"Dovrai farci l'abitudine."

Evelyn si voltò di scatto. Era talmente immersa nei suoi pensieri da non avvertire l'arrivo di suo fratello.

"Come?"

Dustin prese la sua tazza gialla per la colazione e vi versò il latte freddo.

"Intendevo al tempo."

"Il tempo?"

"A Londra" continuò il fratello "piove sempre. O almeno è quello che si vede nei film."

Evelyn sbuffò. Londra. Erano giorni che pensava a come dirlo alla sua famiglia e ai suoi amici, cercando di non scioccarli troppo. Ma adesso era tutto inutile. Steve lo aveva già spifferato, senza curarsi di lei. O meglio, lo aveva fatto proprio per farle uno sgarbo.

"Quindi tu..."

Evelyn prese coraggio e si sedette sulla sedia di fronte a Dustin. Era dalla sera precedente che non parlavano di questo fatto. Da quando era venuto fuori, né Dustin né Robin avevano osato chiederle niente, se non la conferma della sua partenza.

"Eve..."

Ecco che arrivava la parte peggiore. Era pronta a tutto: alle grida, agli insulti, alle preghiere di non partire, alle lacrime.

"Sono felice per te." Dustin le rivolse un enorme sorriso sincero.

Evelyn, invece, aveva tutt'altra espressione dipinta in volto.

Felice? Felice per la sua partenza? In che senso era felice per la sua partenza?

"Come, scusa?" chiese confusa.

Dustin continuò a guardarla sorridendo.

"Sei felice che me ne vada?"

Il suono della sua risata riempì la cucina.

"Certo che sono felice, Eve." disse scuotendo la testa come se fosse stata lei quella a dire qualcosa di sciocco e non il contrario.

"Dustin, ma io sarò in Europa, dall'altra parte del mondo." disse Evelyn sottolineando l'ultima parte con molta enfasi.

"Conosco la geografia, Eve." continuò il fratello sempre con quello stupido sorrisetto in volto. "So benissimo dove si trova Londra."

Lo sapeva veramente? Perché non sembrava che capisse veramente che cosa significava essere dall'altra parte del mondo.

"Dustin voglio che tu capisca bene che non potrò correre da te se ti metterai nei guai."

"Lo so, Eve, ma..."

"E poi, c'è il problema del fuso orario." continuò Evelyn senza prestare troppa attenzione al fratello. "Sarà difficile sentirci al telefono."

"Eve..."

We can be heroes - Steve HarringtonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora