La fine del mondo

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Evelyn chiuse gli occhi e si beò del calore del sole. Da quando era ritornata dal Sottosopra non era riuscita a chiudere occhio. Era rimasta seduta su quella poltrona, a casa di Max, per il resto della notte. Gli altri avevano deciso per lei. Avrebbero parlato la mattina dopo.

E la mattina era arrivata.

Aprì gli occhi e li posò su ognuno dei presenti. Nancy, Eddie ed Erica erano seduti di fronte a lei, sul vecchio divano arancione sbiadito. Lucas e Robin, invece, erano accanto alla piccola televisione, mentre Max se ne stava in un angolo del caravan, a distanza da tutti. Non riusciva a guardarla, Max, come se si sentisse in colpa per quello che le era successo. Come se fosse stata lei la colpevole delle cose che le aveva fatto vedere Vecna.

Evelyn spostò lo sguardo sui due ragazzi più importanti della sua vita. Steve e Dustin le erano rimasti accanto tutta la notte e, anche adesso, erano lì a fianco a lei. Dustin le stringeva la mano, forte, come se avesse il terrore di perderla di nuovo.

"Eve..." sussurrò sottovoce Lucas.

Evelyn prese un bel respiro e con voce tremante iniziò a raccontare. "Lui mi ha mostrato cose che non sono ancora successe. Le cose più atroci." Le immagini che aveva visto solo poche ore prima le ritornarono alla mente, ed erano ancora più spaventose di come se le ricordava. "Ho visto una nuvola oscura che si espandeva su Hawkins. Il centro città in fiamme. Soldati morti."

I ragazzi la fissarono con occhi sbarrati, trattenendo il respiro.

"E questa..." Evelyn esitò per un attimo. "Questa gigantesca creatura con la bocca spalancata. E non era da sola. C'erano così tanti mostri. Un'armata. E stavano entrando a Hawkins, nei nostri quartieri, nelle nostre case."

Evelyn sentì le guance umide e solo in quel momento si rese conto di star piangendo. Anche Dustin se ne accorse e le strinse la mano con ancora più forza.

"Eve?" chiese titubante Nancy. "Ti ha mostrato ancora qualcosa?"

Le lacrime si intensificarono. Quella parte era tremenda, ma decise di farsi coraggio e raccontarla comunque.

"Mi ha mostrato mia madre. Dustin. Tutti voi e gli altri. Ed eravate tutti... morti." concluse in un sospiro.

Nessuno osò dire una parola. Nessuno osò nemmeno guardarla in faccia e vedere la sua sofferenza. Dustin continuò a stritolarle la mano, mentre Steve, al suo fianco, fissava le sue scarpe.

Steve si schiarì la voce e mormorò: "Ok ma... cerca solo di spaventarti, Eve. No?" domandò incerto. "Insomma non sono cose reali."

Evelyn non rispose subito. Stava cercando di calmarla, di non farla pensare ai cadaveri dei suoi amici e della sua famiglia, ma nemmeno lui sembrava così convinto delle sue parole.

"Non ancora." obiettò Evelyn. "Ma c'era... qualcos'altro."

Tutti spostarono di nuovo lo sguardo su di lei, in attesa di sentire il resto del racconto.

"Mi ha mostrato dei portali. Quattro portali. Che si aprivano su tutta Hawkins. E questi portali somigliavano a quello a casa di Eddie, ma continuavano ad allargarsi." disse tutto d'un fiato. "E quella non era la Hawkins del Sottosopra. Era la nostra Hawkins. Casa nostra."

Steve ammutolì, si passò le mani sul viso e non ebbe il coraggio di ribattere o di aggiungere qualsiasi altra cosa per farla sentire meglio.

"Quattro rintocchi."

Era stata Max a parlare, per la prima volta dopo quelle che sembravano ore. Aveva passato tutta la notte a vegliare Evelyn in assoluto silenzio.

"L'orologio di Vecna suona sempre quattro volte." proseguì la rossa. "Quattro esatte."

Ad Evelyn non servì molto per ricordare. "Li ho sentiti anch'io." mormorò. Aveva sentito i rintocchi proprio prima di vedere Hawkins inghiottita dai quattro portali.

We can be heroes - Steve HarringtonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora