EPILOGO - La fine

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Due giorni dopo...

"Sono passate meno di 48 ore da quando un terremoto di magnitudo 7.4 ha scosso la graziosa cittadina di Hawkins, a 80 miglia da Indianapolis, in un evento che i sismologi definiscono 'disastro naturale di dimensioni quasi senza precedenti'. Il numero dei morti è salito a 22, ma con centinaia di persone che affollano gli ospedali della contea di Roane, e altrettanti dispersi, stando alle autorità, quel numero è destinato a crescere. È l'ennesima tragedia che si abbatte su questa città un tempo sicura." Il giornalista smise di parlare. Si voltò verso la strada principale, dove almeno una ventina di persone si affrettavano a caricare il più velocemente possibile le valigie all'interno delle macchine. Più della metà dei cittadini se ne stava andando. Nessuno voleva rimanere in quella città 'maledetta'.

"Di recente, alcuni studenti del liceo sono stati vittime di una serie di omicidi rituali, collegati a una setta locale, nota con il nome di 'Hellfire'." proseguì il giornalista. "Eddie Munson, leader di questa setta e principale sospettato era scomparso dopo il terremoto e si presume che sia morto."

Nell'udire quel nome, il cuore di Evelyn si arrestò. Scosse vigorosamente la testa. No, non poteva permettere a quel dannato giornalista e agli altri abitanti di Hawkins di parlare male di lui. Eddie, che si era sacrificato per loro. Eddie, che aveva combattuto contro uno stormo di pipistrelli assassini, da solo. Eddie, che si era fidato di lei.

Eddie era molte cose, ma di certo non un assassino.

Evelyn respinse le lacrime. Quello non era né il posto né il momento giusto per lasciarsi sopraffare dalle emozioni.

Una mano le si posò dolcemente sulla spalla e il debole sorriso di Nancy le si parò davanti al volto.

"Dovremmo andarcene, Eve."

Delicatamente la spinse verso la porta. "Non ascoltare cosa dicono i giornalisti." aggiunse prima di spalancare la porta.

In pochi passi raggiunsero la vecchia macchina di Nancy.

"Questo è l'ultimo?" le domandò Steve.

Evelyn riuscì solo ad annuire. Gli porse lo scatolone colmo di giocattoli della famiglia Wheeler.

Steve sbuffò. "Non avrai di nuovo ascoltato il telegiornale?" le domandò dopo averla osservata attentamente.

Evelyn annuì di nuovo. Ormai non faceva altro. Da quando erano riusciti a scappare dal Sottosopra non riusciva ad evitare di ascoltare e leggere tutto quello che l'intera America diceva di loro.

"Lo sai che non c'è niente di vero in quello?" le domandò Steve. "Quelli non sanno assolutamente niente."

Evelyn avrebbe voluto rispondergli che, no, qualcosa di vero lo dicevano. Il giorno prima, ad esempio, avevano ipotizzato un collegamento tra le morti dei ragazzi della Hawkins High e la distruzione di Hawkins avvenuta dopo l'apertura dei quattro portali. In fondo, avevano ragione, tutto era collegato. Semplicemente il responsabile non era né il diavolo né Eddie e la sua 'setta'. Il responsabile di tutto era Vecna.

Evelyn tentò di allontanare tutti quei pensieri e le sue paure. Quella era la prima volta in tutti quegli anni che anche gli altri abitanti di Hawkins si facevano sempre più domande sui pericoli del Sottosopra.

Tutto stava andando in pezzi. La sua città. I suoi amici. E lei stessa.

"Chi ha ordinato la pizza?" domandò Robin a voce alta.

Evelyn si risvegliò dai suoi pensieri. Si voltò verso la strada e notò un furgone giallo pallido con la scritta 'Surfer boy pizza' sulla fiancata destra fermarsi proprio davanti al vialetto dei Wheeler.

We can be heroes - Steve HarringtonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora