Andiamo verso un'arma nucleare

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L'ascensore continuò inesorabilmente a precipitare sempre più in basso. Le urla terrorizzate rimbombavano nelle orecchie di Evelyn, mentre la sua mano si aggrappava a quella di Steve.

Un forte scossone fece perdere definitivamente l'equilibrio a tutti. E poi... silenzio. Nella stanza si udirono solamente i loro respiri affannosi.

Evelyn si massaggiò la testa con la mano libera. Si sentiva come se un camion l'avesse appena investita.

"State tutti bene?" La voce le provocò una fitta alla testa.

"Eve!" urlò qualcuno alla sua destra. "Eve! Stai bene?"

Un'ombra si precipitò verso di lei. Evelyn strizzò gli occhi più volte. La sua vista era completamente annebbiata, le immagini erano sfocate e la testa sembrava esploderle in mille pezzi. Doveva aver sbattuto la testa contro qualcosa di molto pesante.

"Sì..." mormorò poco convinta.

Steve, o almeno così credeva, si accucciò al suo fianco e le accarezzò dolcemente i capelli.

"Cazzo, perdi sangue!" Ritirò la mano sporca di una densa sostanza rossa rubino. "Dustin! Dammi qualcosa per bloccare il flusso!"

Dopo aver sentito quella frase gli altri tre si avvicinarono ad Evelyn. Dustin sembrava quello più preoccupato. Sapeva che sua sorella era la ragazza più forte del mondo, ma quella non ci voleva, non in un momento così critico.

"Dustin! Veloce!"

Il ragazzino sembrò risvegliarsi dal suo stato di trance, frugò nella tasca dei pantaloni e tirò fuori un fazzoletto stropicciato. Lo passò a Steve che lo premette con forza sulla testa della ragazza.

"Ottimo!" esclamò Erica. "Adesso abbiamo anche Evelyn fuori gioco!"

Steve le lanciò un'occhiataccia. Non aveva proprio il tempo per discutere con una ragazzina rompi scatole. Si sedette vicino ad Evelyn, sempre con una mano premuta sulla ferita, e le fece appoggiare la testa sulla sua spalla. Evelyn non si oppose, un po' perché non aveva neanche le forze per parlare e un po' perché le era mancata la sua vicinanza.

Un po'? Ma chi voleva prendere in giro? Steve le era mancato come l'aria e per la prima volta dopo tanto tempo sembravano essere ritornati loro due. Niente liti, niente provocazioni, niente dolore, semplicemente Steve ed Evelyn e il loro amore.

"Beh, almeno abbiamo capito qualcosa oggi." disse Robin.

Evelyn alzò lo sguardo sull'amica. Per qualche secondo si era completamente dimenticata che ci fosse qualcun altro oltre a Steve lì dentro.

"Che i russi non sanno progettare un ascensore?" chiese Steve.

"No, idiota, abbiamo capito che quei pulsanti non funzionano." rispose la bionda nervosamente.

"Serviranno pure a qualcosa!" sbraitò a sua volta Steve.

Tutti era nervosi. Erano precipitati da chissà quanti piani, erano bloccati in un ascensore e, per finire in bellezza, Evelyn si era fatta male.

"Sì, con una chiave magnetica!" continuò Robin. "Ci serve una chiave magnetica!"

"Che?" Steve sembrava sempre più confuso.

"È una serratura elettronica." rispose la bionda. "Come le saracinesche delle piattaforme di carico."

"Senza chiave, non si apre." bisbigliò Evelyn. "Siamo bloccati qui."

Dustin le prese la mano e la strinse tra le sue. "Troveremo una soluzione, Eve."

Evelyn sorrise debolmente. Le parti si erano invertite. Di solito ci pensava lei a tranquillizzarlo, mentre adesso era lui ad essere quello razionale, quello pronto a proteggerla.

We can be heroes - Steve HarringtonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora