Prologo

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Il dolore è ancor più dolore se tace.
-Giovanni Pascoli


Schivo velocemente la sua presa spostando la mia mano dal lato opposto. «Ho detto che non voglio Daniel. Lasciami stare.» Faccio per allontanarmi ma vengo spinta contro il muro.

La sua ironica risata riecheggia nella stanza mettendomi i brividi. «Smettila di fare la difficile. Stasera non ho la pazienza di stare ai tuoi giochetti Lily, quindi sta zitta e spogliati.» Con estrema facilità la mia camicetta rosa viene strappata dal centro ed io cerco invano di coprirmi il seno con le braccia.

«Smettila! Sei impazzito?! Ho detto che non voglio! Non voglio più stare insieme a te capiscilo! Trovati qualcun'altra cazzo, ma lasciami stare!» Gli urlo contro in modo da fargli capire bene come stanno le cose.

Non voglio farlo, il mio amore per lui è sparito poco a poco nel nulla. È passato ormai un anno dalla nostra rottura, adesso quando lo guardo non provo più niente, gli anni passati insieme sono solo tempo perso per me.

Vengo afferrata con forza dal collo, la mia testa sbatte nuovamente contro il muro freddo della stanza. Stringo i denti dal dolore. «Ah si?» La sua presa si stringe maggiormente facendomi perdere il respiro. Mi strattono ma la sua mano sinistra riesce a bloccarmi entrambi i polsi.

«Ti stai scopando un altro vero? Troia di merda!» La presa attorno al collo ed ai polsi viene rilasciata per un attimo e prima che possa riprendere fiato vengo colpita da uno schiaffo.

Allungo le mani in avanti per proteggermi, ma vengo colpita ancora.

Il mio corpo inizia a tremare, non so quanti altri colpi ricevo, non riesco neanche più a localizzarne i punti.

Mi ritrovo a terra, immobilizzata dalle sue mani e dal suo corpo. La sua mano si infila sotto la mia gonna e riesce a strapparmi anche l'intimo.

«Sta ferma!» Con un movimento brusco entra dentro di me con tutta la sua lunghezza.

Gli ringhio contro di lasciarmi andare mentre cerco di strattonarmi per levarlo dal mio corpo. In risposta mi stringe l'interno coscia così forte da farmi urlare.

«Ti ho detto di starti ferma! Che c'è? Non ti piace?» Ricevo un altro colpo, e vengo tirata verso il suo viso.
«Due anni di relazione e ora non vuoi più scopare? Pensi di potermi rifiutare? Che ti piaccia o no, il tuo corpo rimane mio!»

Queste sono le esatte parole che escono dalla sua bocca, mentre spinge contro di me, contro il "mio" corpo.

In questo momento la mia anima sembra staccarsi dal suolo. Non sento niente, ne dolore, ne piacere. Ne amore, ne odio.

Il niente.

Le mie labbra si muovono lentamente pronunciando il suo nome, senza emettere suono.

D-e-m-i..

Come se potesse aiutarmi.

Come se potesse sentirmi attraverso la mente.

Lascio scendere una lacrima dal mio viso, mentre prego che tutto questo sia solo un incubo.

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