Capitolo 01 | Ciò che siamo

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Come tutti, tu sei ciò che nascondi a te stesso.
- Fabrizio Caramagna


5 anni prima

Fisso il bagliore dei led bianchi riflettere sulla lama d'acciaio mentre la osservo in ogni sua angolazione.

I ricami argentati danno quel tocco in più, ma io non sono una fan del vecchio stile.

Senza posare il coltellino abbasso lo sguardo in cerca di altre colorazioni tra gli scaffali, e quando i miei occhi ambrati toccano il più scuro tra i colori, un sorriso beffardo esce dal mio viso angelico.

Bingo.

E si, esteticamente sarò anche un angelo di quindici anni con i capelli biondi e la pelle dorata, dai i tratti minuti e delicati ma è l'interno il problema. Dentro di me cela un piccolo diavolo che si diverte a fare cose che non dovrebbe fare.

Come rubare dei coltelli da un negozio.

Cerco l'adrenalina, il pericolo, il rischio. Cerco qualcosa che mi faccia sentire viva.

Con una velocità supersonica afferro tre dei coltellini a farfalla e li nascondo dentro la tasca interna del mio giubbotto in pelle.

La tasca, strappata rigorosamente da me qualche mese fa per nasconderci dentro sigarette, accendini e dozzine di palline d'erba, ha lo strappo nascosto tra la schiena ed il fianco. Esattamente dove c'è la cucitura.

Quindi anche se qualcuno dovesse mai pensare che nascondessi qualcosa nella mia giacca, non troverebbe nessuna tasca ma solamente una misera scucitura.

Introvabile come un ago in un pagliaio.

Faccio un respiro profondo, inalando tutta l'aria che i miei piccoli polmoni possono reggere e la trasformo in coraggio.

Metto a posto il coltellino ricamato e mi dirigo a passo felpato verso l'uscita prendendo il telefono dalla tasca.

Lo poggio all'orecchio e faccio finta di rispondere ad una chiamata importante.

«Cazzo ma sei seria? Sto arrivando, sto arrivando!» Sbuffo a voce alta sorpassando due ragazzi poco più grandi di me.

«Sto arrivando cazzo, aspettami!» Continuo, prima di arrivare all'uscita del negozio.

Un signore anziano entra e si dirige verso il reparto accanto guardandomi con aria stranita.

Forse la sua generazione non si aspetta di vedere una ragazza della mia età in un negozio di questo tipo.

«Ehi tu! Ragazzina!» La voce di un uomo mi fa sobbalzare.

Merda.

Tiro velocemente la porta ed inizio a correre a più non posso senza neanche voltarmi.

Merda! Merda! Merda!

Scappo da quel negozio spingendo via qualsiasi cosa io trova davanti.

«Fermati subito!» Sento in lontananza, e mi volto indietro per vedere se mi sta seguendo.

Cazzo si se mi sta seguendo!

Quell'uomo barbuto e di mezza età, con minimo cento chili di sopra, non so come faccia a correre in questo modo.

Le mie gambe si muovono così veloce che faccio fatica a regolarmi con il respiro. Cerco di regolarizzarlo buttando via qualche sbuffo d'aria di tanto in tanto.

Dopo aver percorso la strada principale passo l'incrocio e scendo immediatamente verso la stazione.

Ho il cuore a mille.

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