Capitolo 05 | Ritorno al passato

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Non siamo mai così indifesi verso la sofferenza, come nel momento in cui amiamo.

-Sigmund Freud


Corro verso di lui appena lo vedo ma qualcosa mi dice che non è felice di vedermi. Il suo viso è cupo ed il suo corpo rigido come il marmo.

Magari ha litigato ancora con sua madre.

«Buongiorno» lo saluto avvicinandomi a lui, le mie labbra si incurvano verso l'alto senza rendermene conto.

«Ciao.» Risponde con tutta la freddezza di questa terra.

Ciao?

Le mie labbra curvate in alto cadono verso l'oblio, insieme a tutta la mia felicità. Si sarà pentito, avrà pensato che è stato un errore. Sarà stato con me solo per l'alcol.

Come ho potuto essere così stupida?

«Demi..tutto ben-?» Non ho il tempo di finire la frase, Demetrio mi passa accanto ignorandomi completamente. «Ho da fare.»

"Ho da fare"

La sua scia di profumo svanisce lentamente insieme a lui, lasciandomi vuota.

Tutta la notte passata con me non ha significato niente. Neanche tanto da dedicarmi una risposta.

La mattina dopo non me la sarei minimamente aspettata fosse così.

Non so cosa onestamente mi sarei davvero aspettata da lui, di certo non che mi chiedesse la mano, ma non immaginavo di potergli essere così indifferente..

Strofino gli occhi pieni di lacrime con la sua camicia, l'avevo indossata insieme alla gonna di pelle per il mio primo colloquio di lavoro, ma non ho più voglia di andarci.

Torno a casa.



«Lily.» Vengo richiamata da Francesco, il quale sbatte il palmo sul tavolo per attirare la mia attenzione.

«Non c'è tempo per pensarci, si o no? Posso fidarmi?» I suoi occhi sono puntati ancora una volta su di me.

Aspetta la mia risposta, che non tarda ad arrivare, secca e decisa.

«Si.»

Gli devo tutto, devo a lui la forza e il coraggio che ho sbloccato in me, devo a lui tutto quello che possiedo. Devo a lui la mia vita, perché quando non sapevo cosa farne lui è stato l'uomo che me l'ha svoltata.

Quindi non importa cosa devo fare, lo farò.

Ed ora che i ricordi stanno riaffiorando nuovamente ho bisogno più che mai di tenere la mente occupata, il lavoro farà in modo di distrarmi.

«Perfetto. Siediti che ti spiego tutto.» Con un cenno mi indica la poltrona in quale sedermi, quella accanto al camino.

Nel frattempo che prendo posto lui avanza verso il mobile ornato strappando qualche fazzoletto dal suo contenitore, pulisce le mani dal sangue ormai quasi secco e si avvicina prendendo posto di fronte a me.

«In poche parole, Lily..Abbiamo concorrenza. E non si tratta di semplice concorrenza ma un vero e proprio problema, specialmente ora. Capisci cosa intendo Lily?»

Annuisco. Capisco bene cosa vuole dirmi. Quello che intende è che c'è qualcuno che sta cercando di rubargli i contatti, business e gli sta mettendo i bastoni tra le ruote. Non può permetterselo in un momento simile, perderebbe credibilità e la famiglia di Virginia non accetterebbe un unione.

Ma non capisco cosa centri io in tutto questo, che dovrei fare? Uccidere la concorrenza?

«Quindi dovrei sbarazzarmene? Perché Francesco, si, io sono figlia di un bersagliere ma non sono di certo un assassina. Per questo hai già molti uomini non ti servo io.» Gli rispondo frettolosamente.

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