Capitolo 10 | Demoni del Passato

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Per sbrinarmi il cuore mi ci sono voluti non so neanch'io quanti inverni. E ora, che sono piovuto ad aghi sul deserto delle mie solitudini, è sbocciato un gambo gracile che porta il tuo nome.

- Stefano Curreli


Apro gli occhi lentamente, ritrovandomi ancora in macchina.

Sono sdraiato tra i sedili posteriori e Lily è poggiata su di me. Si è addormentata così , mentre le accarezzavo i suoi magnifici capelli dorati che profumano di cocco.

Sono davvero in paradiso.

Dormiamo spesso insieme, quindi in realtà sono abituato a svegliarmi con lei accanto, ma svegliarmi con lei nuda tra le mie braccia è un'altro tipo di paradiso.

Svegliarmi con il suo odore addosso.. Inspiegabile.

Ricordandomi poi di averla potuta avere.. Beh..Penso di essere l'uomo più fortunato sulla terra in questo momento.

Quanto cazzo sei bella Lily.

Un mugolio esce dalla sua bocca e lentamente alza la testa. Spaesata si guarda attorno per un attimo, per poi posare il suo mento sul mio petto e incrociare i suoi magnifici occhi castani sui miei.

Penso proprio di amarla, cazzo.

«Buongiorno, bimba.»

Un piccolo sorriso esce dal suo viso. «Buongiorno» risponde per poi girarsi verso un lato, probabilmente vergognata.

«Ho dormito da dio. E tu?» Le dico cercando di farla ridere, e infatti e proprio quello che fa. Con una piccola risata mette entrambe le mani sul suo viso coprendolo. «Anche io» ricevo come risposta, più un mugolio che un risposta in realtà.

Si è vergognata.

La stringo forte a me.

«Te lo giuro, sei bellissima. Ora, prima..sempre. Sei la donna dei miei sogni Lily.» Le sussurro dolcemente annusando il suo profumo.

Ne ho avute tante di donne, ma nessuna riesce a farmi quest'effetto. Nessuna donna riesce a leggermi dentro, nessuna può entrarmi nel cuore come lei.

Nessun profumo è come il suo.

«Demi.» Mi richiama, sicuramente ero perso tra i miei pensieri. «Dimmi, formica.» Le bacio la fronte stringendola ancora a me.

«Dovremmo tornare a casa, non credi?»

Mi esce un grugnito come risposta. Non voglio.

«No. Rimaniamo qui, per sempre.» Ribatto contrariato.

Lei inizia a ridere e si alza con il busto mettendosi seduta. Faccio lo stesso incrociando le mie braccia al petto.

«Ma non possiamo rimanere in macchina a vita scemo! Devi andare da tuo padre.» Mi rimprovera e quando cerco di abbracciarla ancora mette un dito in avanti puntandolo contro di me.

«Vai da tuo padre, ti fai una doccia e poi ci vediamo di nuovo se ti va, che dici?» Incrocia le braccia al petto anche lei, fiera della sua proposta.

Alzo gli occhi al cielo.

«D'accordo, formica. Ma ti metterai la mia camicia sulle spalle, non voglio che prendi freddo.» La anticipo.

«E tu? Tornerai senza maglietta?» Chiede preoccupata.

«Tu non preoccuparti per me. Farai come ti ho detto, capito?» Puntualizzo facendole capire che non accetto nessuna protesta da parte sua.

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