Lo odio.
Lo odio per avermi fatto questo. per avermi lasciata lì come fossi nullità, spazzatura. Lo odio per avermi fatto sentire usata, illusa.
Lo odio perché non me lo merito, non da lui. E lo odio più che mai perché non riesco ad odiarlo nonostante tutto, cazzo.
Credo di amarlo.
No Lo odio!
Lo odio, cazzo.
Alzo la mia bottiglia di vodka in aria, e come se fossi ancora lì con lui, brindo "alla nostra".
Si, alla nostra nullità.
Mi forzo di bere tutto d'un sorso anche se fa schifo. Devo assolutamente togliermi questi pensieri di dosso in qualche modo.
Non gli interessa di me, non gli è mai interessato. Voleva solo quello, voleva solo dello stupido sesso come ogni uomo a questo mondo e dopo averlo ottenuto con tutta la facilità io non gli servo più. Non conto più nulla.
Sono inutile.
Io, che non ho mai "fatto sesso" con nessuno. "L'amore" casomai.
E quello, l'ho fatto solamente con Daniel. È questo il problema forse? Non ho esperienza ed ho fatto schifo anche in quello?
Sono inutile anche per una "scopata".
Asciugo le lacrime con la manica della felpa e faccio una smorfia di disgusto per il sapore amaro della vodka. Liscia è davvero indigeribile.
Guardo questo posto con malinconia, tutti i miei drammi adolescenziali e pianti li ho portati qui, in questo vecchio parcheggio abbandonato.
Ogni volta che lo guardo ricordo però anche tutti i bei momenti passati.
Le notti a chiacchierare, la musica al massimo volume della macchina di Demetrio, gli indimenticabili balletti di Gloria, le nostre prime sigarette, le nostre prime bevute..
Questo è il mio posto ormai. Il mio rifugio quando voglio stare sola.
Anche se la sua compagnia la accetterei volentieri..
Mi alzo da terra goffamente e cammino verso il bidone della spazzatura, dove dovrei buttarmici dentro dato quello che sono ormai. Un pezzo di spazzatura.
Anzi, vaffanculo.
Vaffanculo!
Lancio la bottiglia dentro la pattumiera con tutta la forza che ho in corpo, sfogando così un minimo la mia rabbia repressa.
Ora lo chiamo e gli dico che è un pezzo di merda.
Glielo dico che non mi merita, che è un fottuto clown del cazzo.
Fanculo te e la tua oca, spero ti faccia soffrire come hai fatto tu con me.
Cammino verso casa, trascinando il mio corpo pesante a destra e a sinistra, ho perso il conto dell'orario, penso siano le tre di notte, o forse..Le cinque?
Forse dovrei tornare a casa.
Forse, dovrei davvero chiamarlo..
No.
Vaffanculo a lui e alla sua oca del cazzo.
Non mi merita.
Non ho perso nessuno, un coglione in meno, dovrei festeggiare.
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Nepenthes
Romancenepenthes, gr. νηπενϑής «che toglie il dolore», comp. di νη- (pref. negativo) e πένϑος «dolore»]. Lily è sempre stata una ragazza solare, energica, sempre a caccia di guai, come se il pericolo fosse ormai parte di lei. Ma dopo quella notte, tutto è...